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giovedì 28 maggio 2015

Le reazioni degli utenti a quel che scrivi su Facebook


Le reazioni degli utenti di Facebook ai tuoi post possono essere delle piu' variegate.
Ci sono persone che non postano nulla per soli due giorni, o sbagliano un verbo per ignoranza (io penso che, se facevo da solo, fosse stato meglio) o digitano male una parola per distrazione o fretta, per esempio mettono tre "t" a gatto, e subito si vedono invasi che nemmeno il D-Day dai commenti preoccupati di 322 amici: come stai? qualcosa che non va? tutto bene a casa? dimmi qualcosa! non ti si vede piu' in giro... non farlo, a tutto c'e' rimedio nella vita! (???).
Ce ne sono altri che annunciano non molto velatamente l'intenzione di farla finita dopo una vita di delusioni e, magari, quattro lutti gravi in due mesi (ormai la vita per me non ha piu' senso... a proposito, sapete se il cianuro va preso a stomaco pieno? non vorrei mi facesse male), e nessuno si fa vivo, giusto qualche mi piace che non sai se e' sottovalutazione, distrazione, presa per il sedere o proprio scemenza ereditata dalle generazioni precedenti e pronta ad infondersi integralmente e ben presto nel figlio che simili tipi genereranno.
A volte condividi una notizia che anche a Pulitzer cadrebbe la mascella sul tavolo, tipo "Marziano mangia un uomo a Place Vendome dopo averlo cosparso con cura di mostarda" e tutto tace, tranne il solito deficiente che commenta volgare o fuori luogo (marziano torna a casa che ci rubi il lavoro, immigrato di mer**) o l'idiota che si concentra sui particolari (come fa a piacergli cosi' tanta mostarda sulla carne cruda non so); altre volte spari nel web un'ovvietà bruttina e gia' sentita mille volte (tipo: una birra non si offende se dopo di lei te ne fai un'altra, oppure: ama il prossimo tuo come te stesso... si' appunto, non questo, il prossimo!) e ottieni 400 mi piace in mezz'ora tanto che tutto sudato vai in bagno a pettinarti perche' pensi che a minuti Sky News vorra' intervistarti e sbattere la tua gloriosa facciazza in prime time.

Il fatto e' che la gente, dopo aver dormito quattro ore e lavorato dieci, e guidato nel traffico una, torna dal lavoro mezza cotta, cena, sopporta consorte e figli, a volte pure suoceri, viene colpito a piu' riprese e in punti sensibili dal TG che vomita dichiarazioni pompose e lunari di renzigasparriboschiberlusconi, e poi in pieno abbiocco si mette al pc con le palpebre a mezz'asta, il sangue tutto chiamato a raccolta dall'apparato digerente gia' di suo in cura da uno psicologo e il cervello in risparmio energetico: normale ti escano delle menate che rilette a mente fresca il giorno dopo nella pausa caffe' dovrebbero spingerti al suicidio rituale; oppure d'estate torni dal mare dopo esserti cotto il cervello per sei ore su una lastra di sabbia rovente, tanto che guidi come uno zombie con la cataratta, e accendi il pc cominciando a digitare le lettere piu' familiari emettendo suoni gutturali che spaventano anche il pesce rosso che di botto diventa albino.

Se quindi dovete scrivere una vaccata, Facebook e' il posto giusto (io predico bene e razzolo bene, come vedete); se volete chiedere davvero aiuto, fate una raccomandata con ricevuta di ritorno che con i suoi 22 giorni di media e' piu' probabile arrivi a segno prima di un post sottoposto ad amici annebbiati; se volete invece far finta di uccidervi solo per suscitare compassione e ottenere coccole, beh, uccidetevi pure che qui non abbiamo tempo da perdere, fra un condividi sta frescaccia qua, un commenta quella boiata la' e un mi piace un botto, raga! il tempo vola via veloce e figurati un po' se ho tempo per le tue minacce fasulle di toglierti la vita; avessi detto che mi levi l'amicizia mi sarei preoccupato, ma cosi' che vuoi che me ne importi! (una domanda, scusa: se ti uccidi muore anche il tuo profilo? e poi non mi piacizzi piu'?)


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