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giovedì 17 maggio 2018

Roberto Mancini c.t.

Roberto Mancini (Jesi, 1964), dopo anni e anni di delizie e di successi sulla riva a quattro colori del Bisagno, ci ha lasciato in un modo che poteva essere migliore, a voler essere perfezionisti. Forse si era stufato del fatto che, nonostante fosse un numero 10 inarrivabile (dal suo esordio in poi non vedo 10 italiani migliori di lui, al massimo paragonabili), non era mai considerato per il suo giusto valore: e infatti ciò accadde magicamente da quando cominciò a vestire maglie di club più "importanti", grazie al tristemente noto livello dei media italiani.
Al di là di questo, io lo conosco bene. E' stato, lui e altri, parte della mia vita per quindici lunghissimi anni. L'ho visto crescere come calciatore e come uomo. L'ho visto giocare decine e decine di volte, centinaia... Quante emozioni, quante partite, quante avventure. Qualche delusiione, tanti momenti magici, diversi trofei. E l'ho letto e ascoltato per anni, giorno dopo giorno. E quindi non ho dubbi nel dire che si tratta di un uomo di enorme valore: onesto, serio. Un vero uomo.
Come giocatore, ho già detto. Come tecnico ha vinto parecchio. Ma qui mi premeva parlare dell'uomo.
Mancini, poi, è blucerchiato dentro. E' Samp. E' nei nostri cuori in eterno. E pure nella storia di Genova. Lui e i suoi capricci di giovane calciatore. Lui e le sue magie. Lui e i suoi valori cristallini.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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