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venerdì 4 maggio 2018

Sulla morte e altre scocciature



Ero un'ora fa nello studio della mia assicuratrice e ne ho approfittato per fare alcune domande su una delle mie polizze in essere; in particolare non ricordavo alcuni dettagli, per esempio se è previsto il pagamento di un risarcimento non solo nel caso di invalidità permanente derivante da infortunio o malattia ma anche nel caso di morte derivante da infortunio... e quindi giocoforza, come spesso mi accade in quelle circostanze, ho cominciato a parlare diffusamente e a fare varie ipotesi in merito a eventuali miei infortuni e/o morti, con la stessa naturalezza con la quale posso parlare dell'ultima giornata di campionato o dei programmi per il prossimo weekend. E non crediate che si tratti di una disinvoltura recitata e quindi finta; si tratta di una disinvoltura estremamente naturale, anche se non nego di giocare un po' su questa mia specifica, e tanto più quanto più mi accorgo di ingenerare imbarazzo o sconcerto nella persona alla quale sto parlando. Non tutti del resto sono così abituati come un assicuratore a parlare tutto il giorno di temi simili e anche alcuni assicuratori (devo dire che anche la mia non è esente) non riescono comunque a dissimulare del tutto lo sconcerto.

La mia naturalezza nel parlare di certi temi deriva, oltre che da un talento naturale sul quale per modestia non ritengo opportuno dilungarmi, anche dalla logica, banale e penso alla portata di tutti considerazione, in effetti suffragata dai fatti e anche dalla testimonianza di altri operatori del settore, secondo la quale, sebbene pochi siano così disinvolti come me nel parlare della propria morte, tuttavia sia quasi scientifico affermare che il parlare della propria morte non incrementa di un singolo spillo percentuale la probabilità che essa si possa verificare.
D'altra parte se vai da un assicuratore e decidi di stipulare un contratto di tale natura è evidente che devi affrontare l'argomento e sviscerarne anche gli aspetti più intimi. In pratica non sono superstizioso o, meglio, al di là di piccoli tic che occasionalmente posso avere anch'io, sicuramente non soffro di superstizione. Cioè, non è che la morte non mi faccia paura... parafrasando un noto autore potrei dire che semplicemente non vorrei esserci quando accadrà; facendo sfoggio di maggiore originalità direi che mi disturba alquanto l'idea di crepare, più che farmi paura... Insomma, mi scoccerebbe un po' morire, se devo dirla tutta. Ritengo che potrebbe rivelarsi una gran seccatura.

In ogni caso ho anche precisato alla mia stimata assicuratrice che è normale parlare di queste cose nel momento in cui si viene a stipulare un contratto di questo tipo o a chiedere informazioni su di esso: uno stipula un contratto di questo tipo proprio per cautelare se stesso o più frequentemente altre persone dal verificarsi di un determinato evento e, quindi, è evidente che deve sapere cosa sta firmando o cosa ha firmato e deve capire se quello che sta per ottenere è in linea con quello che desidera ottenere.

Alla fine, dopo un tre o quattro minuti di discorsi di questo tipo, di mie domande , di risposte della mia interlocutrice e di mie ulteriori domande, presumo alla presenza silenziosa di una persona che era nell'ufficio accanto (mi pare di averla intuita), non so se cliente o collega, e che non si è mai mostrata ma che si deve essere divertita parecchio, ho concluso dicendo che comunque potevo sicuramente essere ritenuto un buon cliente dalla compagnia assicuratrice in quanto non faccio incidenti con l'auto da decenni e non sono mai morto...

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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