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domenica 22 aprile 2012

Analisi del genoano e del sampdoriano tipo


Il gesto di chiedere ai giocatori della propria squadra di togliersi la maglia perchè non ne sono degni mi piace, quindi quello che oggi hanno fatto i tifosi del Genoa non ha la mia condanna, anzi. Una mossa certamente non pacifica, sicuramente violenta e che avrei preferito non
vedere, ma al massimo violenta moralmente, e comunque forte e legittima: a volte i giocatori o i dirigenti si comportano da merde e come tali vanno trattati, perchè la maglia va onorata sempre e comunque, la maglia è cuore, è terra, è vita. Infangarla o non dare il massimo per la maglia è un delitto contro la gente, contro una popolazione; figuriamoci poi remare contro per denaro (sapete a chi mi riferisco). Indossare una maglia vuol dire rappresentare un popolo, se non te la senti cambia lavoro (e stipendio). Una partita di calcio è una cosa banale, certo , poco importante; ma al tempo stesso è molto più di una partita di calcio. Invece, la sospensione della partita per quasi un'ora, i fumogeni, l'invasione della tribuna, la quasi invasione o la minacciata invasione di campo, il casino scatenato da un centinaio di violenti e l'isteria (tipicamente genoana) sono pagliacciate indegne, miserabili e da condannare senza attenuanti.

Tipicamente il tifoso genoano è facile agli entusiasmi (vince un derby e sta felice per sei mesi) e facile alle tragedie (sono in zona retrocessione da tre settimane e sospendono partite, invadono il campo o quasi etc.). Il sampdoriano è più equilibrato, vince un derby ed è felice, ma morta lì; retrocede, si dispera un po', si agita un minimo, magari anche un po' di più, ma accompagna la squadra in B con dignità. E questo non perchè l'amore è minore (ma quando mai?), ma perchè l'equilibrio e la civiltà sono, nella media, maggiori. Questo non toglie che sia fra i genoani che fra i sampdoriani ci siano sportivi veri e delinquenti puri, il mio è un ragionamento generale, quindi valido salvo eccezioni ma appunto, parlando in generale, valido. Sarà perchè il genoano dal 1946 ad oggi vive sempre di riflesso, vittima di un lieve complesso di inferiorità (da quando c'è la tv non ha vinto più nemmeno un gratta e vinci, mentre la Samp ha portato a casa sette trofei pesanti, imponendo il suo nome in Europa per almeno un decennio; senza contare che a tutt'oggi la Samp ha vinto più derby -premesso che non baratterei mai uno o più derby con un trofeo, questa è un'altra cosa che fa tanto Samp). La dimostrazione più palese è che se la Samp è nella stessa divisione del Genoa, la rivalità tiene su il Genoa e quanto meglio va la Samp tanto meglio va il Genoa (dal dopoguerra ad oggi hanno fatto solo un clamoroso quarto posto, i bicolori, e quando? l'anno che noi abbiamo fatto primi); se il destino ci divide, come quest'anno, il Genoa si spegne, è abulico, arranca, si perde in un bicchier d'acqua che spesso ha riempito senza l'aiuto di nessuno; adesso addirittura rischia la B ed è comunque in pieno dramma.

L'anno scorso alcuni genoani si permisero di criticarci perchè in un'occasione era volata una manata a Rispoli, e in un'altra qualche sassetto contro il pullman della Samp. Ma, è bene precisarlo, la sponda sampdoriana del Bisagno, nonostante non sia stata immune negli anni da alcuni episodi non belli (anche se tutto sommato davvero pochi, forse si ricordano di più per questo, perchè una violenza in casa Samp fa notizia, su altre piazze è triste norma), è e resta una delle più civili e tranquille d'Italia e del mondo, fatti salvi i casi disperati che sempre ogni famiglia ha: ma qui si ragiona per media, e in media è come dico io. Se un giocatore fallisce a Genova blucerchiata, può cambiar mestiere, perchè casa Samp è l'ambiente ideale per giocare sereni: società organizzata, tifo caldissimo e appassionato ma non violento, serenità e poca pressione, pazienza a secchiate. Merito certamente della scuola sportiva Mantovani che ci ha formato per anni. Adesso gli autori di quelle critiche cosa diranno, dopo questa pagliacciata incivile? (senza contare che due settimane fa ci fu l'assedio degli spogliatoi, e chissà cosa succederà stasera dopo le quattro pappine senesi). Avete sequestrato una partita per 50 minuti perchè state rischiando la B... Noi, dopo un anno e mezzo di schiaffi e di calci in culo continui (dalla Champions alla B in 10 mesi, partite e partite senza vittorie e senza un gioco, sconfitte casalinghe in serie, crollo verticale, cassanate e scelte dirigenziali suicide), salvo come detto due fatterelli brutti ma comunque limitati e di poco conto, siamo scesi di categoria con estrema dignità, l'ultima partita in casa, a B fatta, cantavamo a squarciagiola. A Wembley, Coppa Campioni persa (alla prima partecipazione!) per un calcio di punizione inventato a dieci minuti dai rigori, complimenti ufficiali di Scotland Yard alla Samp per il comportamento dei ventimila genovesi... a Roma, finale di Coppa Italia perduta, complimenti ufficiali della Polizia Ferroviaria... Dice un tipo, e la storia dei rubinetti? Certo, ma io considero tutto, e considerato tutto il mio discorso resta valido, perchè un discorso di questo tipo lo si può fare solo analizzando le circostanze dei singoli fatti e archi temporali di almeno venti o trent'anni.

Ripeto: i cretini i violenti e gli antisportivi non hanno colore, ma le differenze ci sono ed è bene sottolinearle. Purtroppo, quando si ragiona di tifo, si deve sempre ragionare per media, perchè le mele marce stanno ovunque, e quindi non potrà mai esistere (purtroppo, sia chiaro) una tifoseria di 30mila persone tutte sane, un centinaio di idioti è il minimo sindacale, ma quando ne hai solo 100 o 200 ogni trentamila ti puoi definire una tifoseria ottima, ed essere in media più civili e sportivi e molto meno violenti di altri è comunque un fatto rilevante, considerato che l'essere umano è imperfetto per natura.



Detto questo, è comunque bene precisare che il tifoso genoano è fondamentalmente appassionato, sincero e non violento, ammirevole quasi, comunque vero. Ma, senza ombra di dubbio (conosco l'ambiente genovese da decenni), molto meno equilibrato e molto meno sereno di quello a strisce.
Forse anche perchè loro, un Maestro come Paolo, non l'hanno avuto, e certamente questa non è una colpa, al massimo è una sfortuna.


autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)


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4 commenti:

Rafgfaele ha detto...

un'analisi scientifica di tutto rispetto, a me piace il genoa anche se non sono un tifoso sfegatato ma devo dire che per essere fatta da un cugino non e' malaccio questa analisi della genoanita' e della sampdorianita', poi si sa alla fine gli scemi sono ovunque, lo dici pure tu

Gianmaria Framarin ha detto...

Non a caso, amo i passionali e non sopporto i moderati.
Da romanista, forza Genoa. Colori magici.

mauroarcobaleno ha detto...

grazie Raf. Certo, io non sono genoano. Ma il genoano appassionato e corretto come puo' dispiacermi? Amera' la sua squadra come io amo la mia, e quindi lo capisco.

mauroarcobaleno ha detto...

Ciao Gianmaria. Io non ho mai scritto pero' che il genoano e' passionale e il doriano moderato. Ho scritto che il doriano e' passionale senza essere isterico, e' diverso. Con maggiore equilibrio. E un po' meno dipendente (purtroppo non del tutto indipendente) da quel che fanno i cugini, forse in virtu' di una diversa forma mentis, forse anche perche' da quando e' nata la Samp il Genoa non ha mai conseguito vittorie di rilievo e questo un po' pesa. Quanto ai colori direi che non c'e' match... maglia unica e bellissima, giudicata tale anche da un sondaggio mondiale di qualche anno fa, solo l'arcobaleno puo' giocarsela...