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mercoledì 4 settembre 2019

La felicità, a-ha! (Happiness... But what are you talking about?)

(ita-eng)

La felicità non esiste. Smettete di parlarne.
La confondete con la serenità, la gioia, la soddisfazione, l'appagamento, che ne sono aspetti o componenti.
"La felicità è lo stato d'animo (emozione) positivo di chi ritiene soddisfatti tutti i propri desideri" (Garzanti), figurarsi!

Se la felicità esiste, o almeno qualcosa di simile, è possibile provarla solo nei primissimi anni di vita, generalmente i primi otto-dieci, più spesso i primi sei.
Perché essere davvero felici richiede di non essere consapevoli.

Consapevoli della vita, delle cose brutte della vita, dei pericoli, del dolore. Non aver cognizione della morte. Non saper di poter perdere tutto in un istante. Non sapere che ci attende un'unica notte e potrebbe cominciare domani. Non sentire sulla pelle l'estrema fragilità del filo a cui siamo appesi.
Acquisita questa consapevolezza, la felicità ci è preclusa.


Certo, anche il neonato piange perché ha fame, ha sonno, vuole essere cambiato o desidera la mamma. E anche il bimbo di tre anni si dispera come se lo stessero uccidendo quando lo portate via da un parco dopo tre ore di divertimento. Ma anche se in quel momento è disperato, non è la disperazione dell'adulto, che è irrisolvibile e totale, capace di macchiare ogni istante della vita come una carta da parati orribile è capace di rendere peggiori tutte le giornate che viviamo in quella casa. Quello del bimbetto che frigna e' un abisso momentaneo che dopo un minuto, basta uno scherzetto, si trasforma nel più radioso e ottimista dei sorrisi.




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Epicuro classifica i piaceri dividendoli in tre grandi categorie:

"Naturali e necessari", come: l'amicizia, la libertà, il riparo, il cibo, l'amore, il vestirsi, le cure ecc.
"Naturali ma non necessari" come: l'abbondanza, il lusso, case enormi oltre il necessario, cibi raffinati ed in abbondanza oltre il necessario.
"Non naturali e non necessari", come il successo, il potere, la gloria, la fama ecc.

Soddisfare piaceri naturali e necessari è molto importante per la felicità, avere accesso a piaceri naturali ma non necessari può essere positivo se per procurarceli non ci votiamo ad un sacrificio eccessivo, mentre i piaceri non naturali e non necessari sono nella stragrande maggioranza dei casi fonte più di infelicità che di felicità. Secondo Epicuro, infatti, l'uomo dovrebbe concentrarsi sul vivere quegli aspetti della vita connessi alla sua natura e coltivare con impegno l'amicizia, elemento assolutamente positivo della nostra esistenza. La filosofia epicurea invita l'uomo a godere senza affanni di ciò che può procurarsi senza sforzo eccessivo e a vivere la vita stringendo salde e durature relazioni interpersonali.
(Wikipedia)
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HAPPINESS...BUT WHAT ARE YOU TALKING ABOUT?
Happiness does not exist. Stop talking about it.
You confuse it with serenity, joy, satisfaction, fulfillment, which are aspects or components of it.
"Happiness is the positive state of mind (emotion) of those who consider all their desires satisfied" (Garzanti), but when can something like this happen?
If happiness exists, or at least something similar, it is possible to experience it only in the earliest years of life, generally the first eight to ten, more often the first six.
Because being really happy requires you not to be aware.
Happiness requires not knowing that each of us can lose everything in an instant. Not knowing that one night awaits us and could start tomorrow. Don't feel on the skin the extreme fragility of the thread to which we are hanging.
Once this awareness has been acquired, happiness is precluded to us.
Of course, even the baby cries because he is hungry, sleepy, wants his mother, or his diaper is dirty. And even the three-year-old child is desperate as if you were killing him when you take him away from a park after three hours of fun. But even if at that moment he is desperate, it is not the desperation of the adult, which is unsolvable and total, capable of staining every moment of life as a horrible wallpaper is capable of making all the days we live in that house worse. The whimpering little boy has the painful feeling of a momentary abyss that, however, after a minute -a trick is enough- turns into the most radiant and optimistic of smiles.



autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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