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domenica 16 febbraio 2025

Var fankulo

Questo Var ha funzionato un mese dalla sua introduzione. Poi il portiere di una squadra a righe e due colori smorti si è lamentato ed è finito tutto.
Se il Var non serve per annullare il gol dell’Inter (palla fuori di 6 km sul fondo) e per espellere chi si butta a terra senza essere toccato e provoca così il rosso per fallo di reazione (vedi oggi a Bolzano), allora è solo uno strumento in più in mano a chi decide le partite. Se non serve per chiarire chi simula e chi bara, e per salvare chi non ha sbagliato anche se sembrava che avesse sbagliato, allora è inutile. Siamo al paradosso che un fallo già chiaro in diretta e evidentissimo al primo replay non porta al rigore dopo il check, o viceversa. Le regole sono state scritte appositamente per depotenziarlo e per farne uno strumento in mano a chi vuole decidere i risultati o quanto meno indirizzarli. In pratica è un paravento in più, anche perché in Italia, stante una stampa serva, non si ha paura di sfiorare il ridicolo negando l’evidenza: all’estero dureresti tre secondi poi finiresti nel cesso. In Italia alcune squadre DEVONO vincere per poter avere le entrate e i diritti necessari a tener su il bilancio colmo di debiti. Tutto è corrotto. Guardate il football americano: non ci sono mai errori, al punto che quando ce n’è uno (è successo anni fa) ci sono scuse ufficiali; e non ci sono perché tutto è sottoposto a controllo. E così nel tennis, sport in cui è infatti normale che un arbitro spagnolo diriga uno spagnolo contro un francese. Il calcio italiano è marcio da decenni, economicamente non vale più nulla perché non è credibile, è solo sporchi affari, lo sport è un’altra cosa. La puzza si sente a km di distanza. 

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mercoledì 12 febbraio 2025

Una danza lunga una vita

Quante volte nel corso della nostra breve o lunga vita la sfioriamo senza accorgerci?
Esci di casa alle 11.01 e prendi l’auto. Passi un incrocio. Dopo 1 minuto in quel punto una persona muore per un incidente. Tu sei uscito di casa un minuto prima perché hai deciso di non cambiare le scarpe (“potrebbe piovere dopotutto”).
Quante volte dentro il nostro corpo un virus ci attacca e non non ci accorgiamo perché il nostro corpo lo respinge: fosse passato, avremmo avuto guai serissimi. E quante volte il nostro copro lo combatte, senza evidentissimi sintomatologie, e poi alla fine, di misura, vince?
E quante volte un aneurisma che ci accompagna dalla nascita e che mai noi vedremo se non a seguito di uno screening casuale è sul punto di scoppiare e non lo fa? E la replicazione delle cellule è sul punto di generare un tumore e non lo fa?
Alla fine, tutta la vita danziamo con lei, per tutta la vita ci sfiora e ci prende in giro, pare sul punto di farci la festa e poi si allontana ridendo, fino al momento finale, in cui ci abbraccia col suo sorriso di plastica e col suo fiato puzzolente ci riduce in polvere che si perde nello spazio freddo e buio.
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Se non vuoi più leggere post come questo, scrivimi senza indugio e spiegami le ragioni a tidicolamia@sticazzi.it Io leggo tutte le mail e poi scrivo ancora più post come questi. 


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mercoledì 5 febbraio 2025

E’ qui

Il pensiero di lei è sempre in agguato dietro ad ogni cosa, ad ogni pensiero. Sta lì, nascosta ma neppure troppo; quieta ma pronta ad agire; spietata.
Perché lei ci è vicina sin dal primo momento in cui si è di noi accesa la scintilla nel ventre materno. E non avrà pace fino a quando non sarà giunto il momento di spegnere quella dannata scintilla. E’ una presenza costante; il fatto che molti non la avvertano mai, o solo saltuariamente, non siginifica nulla. Lei è con noi e ci porterà con sé, in un certo momento, del tutto casuale. Ci porterà via da tutto questo, ci strapperà dalle mani le cose, dagli occhi il cielo, dal cuore gli amori. Diventeremo sporchi sacchi vuoti buttati in un angolo. E avrà cura di cancellare le flebili tracce che abbiamo lasciato sulla Terra e nel cuore di due o tre persone. 

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sabato 1 febbraio 2025

Eversione

Il vero scopo di questo governo (e di tutti i governi di destra) è eliminare l’obbligatorietà dell’azione penale, vero e proprio capisaldo dello stato di diritto, sancito in un articolo della Carta, senza il quale avremo pm alle dipendenze del governo e quindi, finalmente, politici liberi di delinquere.
Questi non hanno altri scopi: pensono che aver preso quattro voti (con una legge elettorale antidemocratica, metà cittadini astenuti e i media in mano loro) li legittimi a fare qualsiasi cosa, al di sopra della legge. Questa è eversione, è follia. Queste persone sono, prima che incompetenti, pericolosissime per la libertà e l’uguaglianza.
 
 
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Venduti

Con questa storia di fedez e ferragni state scartavetrando il b3lino da mesi. Di qua i tradimenti dei ricchi disagiati (e prima totti e blasy?), di là la premier che come un ossesso grida perché anch’ella è soggetta alla legge.
I giornalisti sono figure indegne ormai, subumani che si prostituiscono, che veicolano balle, nascondo verità, deformano le notizie, tacciono di fronte alle fandonie degli intervistati: questo vale per la maggior parte, certo, non per tutti: ma è una maggior parte molto ampia… Davvero, non mi viene in mente nessuna categoria più puzzolente e vile, più schifosa e squalificata, e più responsabile dello scempio di questo Paese. Ormai il termine giornalista è un’offesa, mi dispiace per quelli (ce ne sono, anche se pochi) che invece fanno il loro lavoro con onestà e indipendenza: andrebbe chiamati con un altro nome, oppure andrebbero definiti i primi in altro modo (servili adulatori e bugiardi a libro paga potrebbero andare come definizioni).
 
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Mandaci tuo figlio al fronte

Oramai solo il nostro governo e la Ue vogliono la guerra e pensano di vincerla. Ovviamente sanno che è un’utopia, ma evidentemente hanno qualche favore in sospeso, o se ne fregano delle vite umane: cosa è peggio?E continuano a buttare i nostri soldi nelle forniture di armi e a sacrificare vite innocenti. Manderei al fronto questi pezzi di nerda e i loro figli. Tutti quelli che ragionano sanno che da mesi la guerra è persa e solo un negoziato (giusto) è la soluzione; anche gli esperti americani, è il colmo!

 

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martedì 28 gennaio 2025

Vivere è produrre ricordi




Non sarò così longevo ma voglio ipotizzarlo per poter fare una riflessione.
A novant’anni anni, messo male, quasi in punto di morte, a letto, ma ancora abbastanza lucido, mi capiterà di pensare non solo al mondo che starò per lasciare, alle questioni pratiche, a chi lascerò, etc… ma anche a certi episodi del mio passato, che già adesso è molto esteso e che a quell’età sarà sterminato. Come lo vede uno, il passato, quando sta molto più avanti? Questo lo so, o almeno so come lo vedo io: male. Perché se è un bel ricordo (si fa per dire) provi nostalgia, se è brutto, soffri; magari dopo tanti anni soffri di meno, ma soffri. Se hai perso un’occasione, avrai rimpianti; se hai colpe, avrai rimorsi; se hai subito offese, proverai forse ancora un senso di rivalsa. Magari ti verrà in mente solo in quei momenti una cosa che avresti potuto fare o dire trent’anni prima, e allora magari le cose sarebbero andate diversamente… E che pena, allora, ripensare al non detto, al non fatto, o agli errori…
Ho avuto questo pensiero perché ripensavo a un fatto che mi è accaduto in questi primi giorni di questo nuovo e fantasmagorico anno. Una cosa forse di poco conto, così potreste valutarla voi, del resto si trattava di un rapporto superficiale, acerbo, destinato con tutta probabilità a non decollare mai, per ragioni ovvie e abbastanza comprensibili dall’uomo medio (non da me, comunque, ma questo è un altro discorso). Ma anche se di poco conto un poco mi ha fatto soffrire, anche se sono determinato nel dirvi che in questo caso troncarlo è infinitamente meglio che recuperarlo, proprio perché è stato ucci -so in culla da una cosa così stupida che, proprio perché così stupida eppur così letale, lo ha immediatamente classificato a dovere. Però un minimo di sofferenza c’è stata e c’è.

E allora mi chiedo cosa ne penserò a novant’anni, in quel triste letto d’ospedale, davanti a un finestrone piuttosto sporco su una infima e ordinaria giornata di pioggia, se per caso mi dovesse trafiggere di colpo il costato questo spillo, anziché altri o al posto di vere e proprie lance. Non so cosa ne potrò pensare, ma spero di non provare quell’angoscia infinita, e immotivata, che a distanza di tempo ti fa ripensare a certe piccole cose del passato che però dopo decenni paiono assumere un grande peso, perchè paiono diventare alla fine un po’ il recondito significato di quello che è sempre stato nascosto dietro alla tua esistenza: un sintomo lieve, banale di una malattia grave e generale.
Se mi immagino quello scoramento che potrò provare, di fronte a questi o altri ricordi della stessa “stazza”, sto già male ora.
Del resto vivere è produrre ricordi, quindi spilli roventi che faranno a gara a tormentare la tua pelle già martoriata dal tempo.

(Img it freepik punto com) 

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sabato 25 gennaio 2025

Di accuse ingiuste e processi sommari


E’ una cosa che ho provato di rado nella vita, però avendo non pochi anni era già accaduto. 
Ed è sempre scocciante quando ti accusano di una cosa che non hai fatto. Anzi, ti condannano senza processo, senza ascoltare le parti, senza che tu possa parlare. Insomma, hanno avuto la loro impressione su un fatto, essa è indiscutibile ai loro occhi e non esistono scusanti che tu puoi accampare e neppure possibilità che si siano sbagliati o che le cose siano andate diversamente da come a loro è parso. Fanno da denunciante, pm, giudice in una sola persona. E tu improvvisamente realizzi, ci pensi, trovi in te stesso la conferma che questi si stanno inventando tutto oppure, e non so se sia meglio, credono in buona fede nelle cavolate che dicono, e non sai che dire, sei a metà strada tra il divertimento e la preoccupazione. Ma sai che qualcosa si è rotto per sempre, comunque finirà, perché tu, proprio tu, che sei sempre corretto, non puoi tollerare che una persona dimostri una tale mancanza di fiducia in te, e si dimostri così supponente, arrogante, maleducata; e sai che non potrai ricucire né accettare scuse.

Dà un brivido, questa situazione. Pensi: e se si fosse trattato di un’accusa da codice penale? Uno può rischiare la galera, senza aver fatto nulla. Solo perché un essere umano, fallibile come tutti, crede di aver visto o capito una cosa (totalmente errata) ed emette la sua sentenza inappellabile, coprendoti pure di insulti, come se fossi il peggior criminale della storia.
Non si parla di rilevanza penale, per fortuna, neppure in quest’ultimo accadimento, però a me fa sempre un po’ effetto, perché appartengo alla categoria di quelle persone che hanno sì idee sui generis ma che però si comportando generalmente secondo le regole, anzi sempre secondo le regole, facendo come unica eccezione quella in cui tali regole dovessero essere contro i diritti naturali, mi pare ovvio.
E quindi essere accusati ingiustamente è curioso e fastidioso.

Io poi sono molto prudente e logico, quindi se mai decidessi di fare una furbata, state tranquilli che difficilmente mi prendereste in castagna, perchè quando attacco a pieno organico lascio sempre due difensori dietro, per evitare banali contropiede. Ecco perché è già un po’ lunare pensare di avermi fregato.
Ma quando poi addirittura l’accusa è totalmente infondata, beh che dire: non sai che fare.
Se poi a condire il tutto emerge ben presto l’esistenza di un fraintendimento tanto stupido quanto curioso e comico, tanto casuale quanto assurdo, allora il quadro è completo. Capisci cosa ha originato la’ltrui convincimento, sorridi alla casualità del tutto, al caratere beffardo che a volte assume il caso, ma sai già che non ne uscirai, anche perché probabilmente chi ti accusa aveva proprio voglia di seguire questi giochi beffardi del caso e non si è fatta scappare l'occasione. 

Cosa faccio io? Rispondo, argomento, dimostro che l’accusa è infondata, e lo faccio con dovizia di particolari e con chiarezza e lucidità.
Ma so che la maggior parte delle volte non basterà, perché se una persona, dal carattere magari irascibile, o comunque egoriferito, si convince di una cosa, perché magari ha in buona fede visto una cosa e non concepisce la possibilità di un suo errore o di un fraintendimento, quasi nulla potrà convincerla a cambiare idea; anzi, prenderà le tue giustificazioni fondatissime come scuse stupide che peggiorano la tua posizione, e ancor più si convincerà della bontà della sua posizione, invece del tutto fallace.
Se poi a complicare le cose aggiungiamo magari una non profonda conoscenza reciproca, la frittata è servita. E se magari ci mettiamo su, come carico aggiuntivo, che è donna, le cose peggiorano pure, e non si tratta di un'affermazione sessista, ma di un dato di fatto: a certi argomenti le donne sono più sensibili e quindi se ti prendono di punta e si convincono di qualcosa, anche di qualcosa di totalmente sbagliato, non ce n'è per nessuno, sono molto più insistenti e, per così dire, cattive degli uomini. Ma io devo forse spiegare a una persona che mi conosce poco chi sono e come mi comporto? Ci provo, ma dopo un po’ saluto e vado via. Dopo i cinquanta, non ho più molta pazienza con chi vaneggia e non ascolta, con chi attacca a testa bassa senza ascoltar ragioni, con chi non è capace di riflettere prima di spa -rare e non è capace di chieder scusa per gli errori, una volta che glieli hai dimostrati come tali.

Alla fine non resta che chiudere il rapporto, perché se nemmeno alle tue osservazioni, ineludibili e chiarissime, avverti una retromarcia della controparte, la tua dignità di persona corretta (peraltro villanamente accusata di una cosa non fatta) ti costringerà a buttare tutto alle ortiche.

E magari farai una riflessione che ti porterà a capire come certi dettagli avrebbero potuto già in precedenza metterti sull’avviso, ma tu non li hai colti. Perché difficilmente le persone cambiano in tempi rapidi, di solito si manifestano abbastanza presto per come sono e non sono subito apparse, se non per certe sfumature a cui non hai dato importanza nella fase iniziale.

Certo, resta l’amaro in bocca. Ma è la vita. Ci sono caratteri fatti così. Ci sono persone che magari hanno avuto esperienze negative e quindi tendono a pensare che chiunque incontreranno presenterà gli stessi difetti di quelli che hanno incontrato in precedenza. Ci sono persone che pensano di esistere solo loro al mondo. Ci sono persone che prendono cantonate leggendarie e partono in quarta senza anteporre una sana riflessione a un’azione sgangherata e inutilmente distruttiva. Lo so, ma non posso pagare prezzi troppo alti per loro. Sarà la vita, forse, a dar loro una lezione, oppure no. Io la mia l’ho già avuta: mai illudersi. Ma, son sincero, non lo faccio già da un bel po’. 

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Ci sono finali più decenti, qui la qualità è mancata: spero che almeno su questo sarai d’accordo


A vent’anni avrei telefonato, avrei scritto ancora. Avrei cercato di ricucire, di capire, di rimediare. Non ci avrei dormito, forse.

Adesso no. Non cerco di ricucire un bel caxxo di niente, perché io non ho strappato niente; e non cerco di rimediare un caxxo di niente, perché tu hai fatto una minchiata, sorella, e tu hai preso una cantonata da paura, che resterà nella trascurabile leggenda delle irrilevanti cantonate idiote della storia. Non io, eh no. Non un tentativo, ho fatto. E non un tentativo farò. Forse sei abituata a mezze cartucce che sbagliano, si fanno beccare da te, infallibile castigatrice e maestrina dalla penna rossa, e poi pentiti strisciano in lacrime ai tuoi piedi, ma con me ad aspettare un finale cos’ strutturato rischi la vecchiaia, perché io non ho sbagliato un bel niente e non farò un bel niente, togliti certe idee dalla testa. Scrivo solo, perché sono scrittore e per terapia, personale e collettiva.  TI ho solo spiegato l’esatta dinamica dei fatti, in un italiano comprensibilissimo (il tuo zoppicava, e questo ha scatenato parte del fraintendimento, anche se chiamarlo fraintendimento è troppo, trattandosi di una biscehrata interamente ascrivibile alla tua fantasia). L’ho fatto per onestà e per cortesia. E la cosa peggiore non è averla presa, la cantonata: può capitare a tutti. La cosa peggiore è che non hai l’umiltà di capire quando hai toppato e devi chiedere scusa. Non capisci quando sbagli. Quindi non migliorerai mai. Perché capire gli errori e scusarsi porta automaticamente a evitare di ripeterli, ma credersi al centro del mondo, la migliore, l’infallibile, conduce dritto a questo: che i tuoi sospetti si avverano. Perché se hai sempre paura che qualcuno trami alle tue spalle, avrai come risultato che perderai quel qualcuno, proprio come avevi previsto: ma non si tratta di previsione, come ti fa credere il tuo ego ipertrofico, si tratta di un effetto direttamente provocato dal tuo fare sempre sospettoso. Non dai fiducia, non l’avrai mai. Non sei umile, non farai molta strada. Hai un carattere instabile. Pensi che tutte le persone siano uguali (o tutti gli uomini, chissà: magari hai un problema con loro). Ed è questo uno dei tuoi grandi errori. Non potrai mai avere un rapporto vero, su queste basi. Sei oltremodo sospettosa, a un livello tranquillamente definibile come paranoico. E, se ci penso bene, non è la prima volta che lo dimostri, ma non sono il tipo che giudica le persone da un primo assaggio, e pure parzialissimo, anche se, a differenza di quando ero giovane, adesso poto molto prima.

Sono però il tipo che lascia al loro destino le persone che partono per la tangente e si costruiscono film allucinanti nella loro testa e sono ben più che maggiorenni dimostrando una immaturità così conclamata. Io ho superato i cinque decenni e devo dire che sono stato sempre abbastanza bravo a inquadrare le persone, almeno dai trenta in su. Ti ho dato modo di recuperare, ti ho spiegato le cose per bene. Ho fatto il mio compito, con cura e con amore. Ma insomma, va’ pure. Lascerai un buon ricordo di te, guastato del tutto però da questo finale da tragedia di quart’ordine, anzi da farsa di livello abbastanza infimo, o forse meglio: grigio. E, ne sono certissimo, non è la prima volta che ti capita. 

Il fatto che tu a volte abbia incontrato uomini di scarso valore (ipotizzo, ma diciamo che è certezza) non ti autorizza a crederti la reginetta infallibile e a trattare tutti allo stesso modo. In questo caso avevi trovato una persona okay (me lo dico da solo perché così è, mi spiace se non lo hai colto, succede a chi viaggia su livelli più alti) e l’hai persa. Lo so che non ti importa, lo so: ma un giorno potrebbe capitare di doverti mangiare le dita per una vaccata come questa. Infatti, come detto, ti vedo destinata a reiterare certi comportamenti, almeno fin quando non scenderai dal piedistallo.

E io? Sono tranquillo. Oserei dire serafico. Meno stupito di alcuni giorni fa. Ma sono sempre stato tranquillo, perché chi ha la coscienza pulita è tranquillo, di base.
Ho osservato gli eventi, davvero curiosi, a tratti comici. Una volta compreso l’inghippo che ti ha fatto fare corto circuito (tipico di chi riflette poco e accende subito il barattolo di kerosene col primo cerino disponibile), ho cercato di ricostruire gli eventi e di fornirti l’esatta spiegazione degli stessi. E se fossi stat lucida, avresti compreso, perché sono stato chiaro, ho argomentato in maniera convincente e fondata. Certamente il caso ha giocato una parte in commedia, ma tu sei stata la vera mattatrice. E come i mattatori, resti sola sul palco. 

Ripensandoci, fra qualche anno, proverò un misto di stupore e di fastidio. Perché alla fine io certe stupidità, certe futili scemate che portano a rotture tipo asilo mariuccia non me le sono mai spiegate. Gli anni mi hanno dato solo la capacità (non trascurabile) di accettarle, come si accetta una pioggia improvvisa. Insomma, apro l’ombrello e tiro dritto. Ti lascio con la tua ragione di carta (bagnata). 

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mercoledì 22 gennaio 2025

La vera salvezza




Non lamentiamoci. Ci è stata data una vita, dal Caso. E ci verrà tolta sicuramente, in un momento a caso. Qualcuno se la passerà meglio di noi, molto meglio: salute, o denaro, lusso e fama; poca fatica, pochi oneri, solo onori. Qualcuno se la passerà peggio, molto peggio: sofferenza, fame, povertà, guerra. Oppure morte prematura. C’è chi avrà soddisfazioni e gratificazioni, e potrà soddisfare i suoi istinti, anche i peggiori; c’è invece chi dovrà accontentarsi di sopravvivere alla meno peggio, soffrendo le pene di ogni giorno senza mai smettere fino alla fine. Qualcuno riuscirà a realizzare qualche desiderio, qualcuno nemmeno uno. Alcuni si comporteranno sempre bene, in maniera tale da non nuocere ad altri; altri imposteranno la loro esistenza sulla necessità di far del male al prossimo. Ma tutti moriremo, e chi ha avuto di più potrebbe vivere di meno, oppure più a lungo: a caso, appunto. E nessuno verrà ricompensato o punito, non vi saranno postumi karma o soddisfacenti perequazioni.

Quella che dunque ci sembra una vita infelice, la nostra, probabilmente non lo è del tutto; oppure lo è: ma in entrambi i casi tutto questo ci sarà tolto e in malo modo. Ci sarebbe dunque di che passare le giornate a disperarsi, ma non sarebbe comodo né producente, a meno di non voler porre fine da soli alla nostra vita, un atto che, per quanto possa essere definito logico, non è mai facile da realizzare. Ecco quindi che questa vita che potrebbe terminare anche adesso deve essere vissuta, senza farsi illusioni, senza far troppi progetti, senza credersi migliori di altri anche se lo si è con tutta evidenza: non è una gara, alla fine tutti saremo squalificati. E soprattutto deve essere vissuta senza invidiare o commiserare gli altri: a cosa servirebbe, del resto, passare poche notti in un hotel per poi essere giustiziati, e farlo in camere più comode di quelle del nostro compagno di sventura? Sarebbe davvero così importante? E’ davvero così importante vivere nel lusso o nello sterco quei pochi anni che ci hanno concesso e che sono nulla rispetto all’infinito ed eterno nulla da cui proveniamo e rispetto all’infinito ed eterno nulla in cui finiremo? Se guardiamo le cose da una prospettiva più ampia, le differenze perdono significato, quelle stesse differenze che, chiusi in un’ottica angusta, ci sembravano enormi e capaci di condannarci a un’eterna infelicità.

Non dobbiamo dunque essere infelici, né felici. Prendiamo le cose come vengono, sorridiamo agli stolti, aiutiamo chi è messo peggio, ignoriamo chi se la gode dalla mattina alla sera, non gettiamo mai la spugna ma non comportiamoci mai da super uomini, ché siamo solo fragili e fugaci apparenze. Consumiamo questa corta candela senza permettere alle passioni più inutili di bruciarci il cuore anzitempo.

Noi sentiamo la morte, ma la psiche non la accetta: questo ci permette di andare avanti. In fondo, è una salvezza. L’alternativa sarebbe il suicidio, o una vita di pura e consapevole disperazione.

F.D.M.S.

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Img: Clòto, Làchesi e Àtropo, John Strudwick, A Golden Thread (Un filo prezioso), 1885 (olio su tela) 

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sabato 18 gennaio 2025

La storia in pillole


I grandi prenditori italiani. E, tra questi, il più venerato di tutti, più ancora di Papi, perché “aveva classe”. 
Specialità: coi soldi dello Stato (cioè miei e tuoi), nemmeno prestati a tasso favorevole, ma proprio regalati (fondo perduto) sotto ricatto di metter per strada migliaia di famiglie, e col sangue della povera gente, succhiato via con avidità in cambio di quattro pagnotte e un panettone, hanno realizzato profitti enormi (vedi teoria del plusvalore) per decenni, intascandoselo beatamente. E senza mantenere le gernzie date in cambio del malloppo estorto.
Alla fine è tutta qua, la storia di questa grande famiglia di stocoso, per giunta scossa da segreti e scandali, tragedie e vergogne inconfessabili (tipo l’appoggio al fascismo), liti per motivi di denaro, etc. 

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mercoledì 15 gennaio 2025

Un mucchio di rifiuti





Vediamo nella prossima vita cosa si potrà fare per partire, da subito, più veloce e far fuori, da subito, le teste di minchia che hanno infastidito il mio comunque trascurabile cammino. Servirà di certo meno bontà. Vediamo nella prossima vita…. ahahhahahahahaha. Scusate non riesco a dirlo senza ridere come un pazzo furioso. I miei vermi sono tranquilli, li ho addosso da sempre, hanno il tovagliolo a portata di mano, presto o tardi festeggeranno alla stragrande. Un’altra vita, yup, ehehehehehe….. Muahahahahahaha.
Spero che solo una cosa sia vera: che, morti, non ci saremo davvero più e non vedremo nulla, neppure per poche ore. Sarebbe penoso vedermi, anche per un istante, vedere la mia vita, tutto quel che ho dentro e non uscirà mai, tutto quel che potevo fare e dire, avere o lasciare, pensare o non pensare, tutto questo infinito e disperante e commovente mondo che ho dentro, inespresso o mal espresso, tutto questo groviglio di cose perdute o mancate, o prese e poi smarrite, miseramente sbattuto in un angolo sporco, tutto ammucchiato come un grumo di vecchi stracci puzzolenti, ammassato come un mucchio di rifuti, quale in effetti sarò. Almeno questo ci sia risparmiato, a noi che sappiamo che quando è l’ora sarà game over per davvero: sarebbe una crudeltà gratuita. Crediamo nella fine di tutto e vogliamo la fine di tutto. 

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martedì 14 gennaio 2025

Sogno o son desto?

Tutti questi fenomeni che quando giocano contro di noi si preparano sei mesi prima come se dovessero partire per la guerra o salvare la mamma… ehehe, che scene. Per carità, è legittimo, eh… super legittimo, anzi: ci si dovrebbe sempre preparare così, per rispetto di maglia, città, tifosi… Il punto è che non lo fanno quasi mai, ecco cosa rende ridicolo il fatto che lo facciano con noi… magari è meno legittimo, poi, quando, che so, la domenica dopo sbracano, e chissà, così facendo dan punti a chi concorre a un obiettivo con noi.

A volte son pure mezzi scappati di casa (come spesso di recente sembriamo noi, ok); non sempre, certo, ma a volte lo sono, scappati di casa che con noi danno pure quello che non hanno, come quando uno è debole ma se rischia di affogare trova energie che manco sapeva di avere… E poi quando giochiamo noi sugli spalti vengono anche gli ospiti del vicino camposanto, e i giocatori si spolmonano fino a morire sull’erba, molestano l’arbitro per 100 minuti, chiedendo falli per inciampi, protestando per la concessione di ciascun fallo contro anche se prima hanno quasi ucci -so uno dei nostri, chiedendo rigori a ogni minima caduta in area, anche quando scivolano da soli, e vaneggiano di complotti federali (in questo, come i bicolori della nostra città, davvero impagabili quanto a ridicolaggine nei commenti social o da bar), complotti, beninteso, orditi da eminenze grigie per “salvarci” (da cosa?), corrono come mai hanno corso in vita loro, l’allenatore sbraita di continuo come un ossesso e  rischia l’infarto, pare giocarsi la Champions, e poi dalla domenica dopo ricominciano a fare quel che fanno di solito, schifo ai cani, o comunque le solite partite giocate un po’ sì e un po’ no, solo se mi fa voglia, e se gli altri corrono e segnano io non ho voglia, ci pensiamo la prossima settimana, dai.

Non parlo di una partita in particolare, sia chiaro, ma di molte di quelle che abbiamo giocato in questo anno e mezzo. 
In questo, solo in questo, sono solidale con i bianconeri più famosi, che devono provare qualcosa di simile quasi ogni domenica!
Il nostro nome pesa, la nostra maglia pure, poco importa che al momento noi si sia molti livelli sotto quella gloria che entrambi richiamano alla mente. 

L’arbitro ci affossa con decisioni lunari che già al primo replay appaiono per quello che sono, idiote? Tutti zitti. Ma se sbaglia a nostro favore, è complotto mondiale per salvarci (da cosa?). Tutti aspettano i due match con noi con la bava alla bocca, sembra mangino carne cruda prima del match, ci odi -ano, se potessero ci massa -crerebbero. Ripeto, è legittimo, tutti dovremmo sempre dare il massimo (se noi lo avessimo fatto adesso saremmo a ridosso del vertice), ma siccome lo fai solo due volte l’anno è meno legittimo, diventa ridicolo, dai.

E di contrasto noi cosa facciamo? Andiamo in campo come se andassimo a un picnic con i nipoti e la zia settantenne, sfavati e rilassati, in calzoni corti (ehi, questo è vero!) e infradito, cosamene a me di questa partita, uh guarda, s’è fatto gol, ma guarda un po’, stai a vedere che tanto ce lo annulla, inutile esultare, aspettiamo… oh, hai visto, lo convalida, e vabbè, e che sarà mai un gol, tanto poi ci ripigliano e vedrai che si perde pure.

A volte mi pare di assistere a un sogno, e dei più sconclusionati, e invece è tutto vero, ed è solo la mia squadra in edizione ultimo lustro! 

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mercoledì 8 gennaio 2025

Lei è sempre sulla mia spalla

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Lei è sempre sulla mia spalla.
E’ sulla spalla di tutti. Su quella di alcuni è già pronta per fare il suo lavoro. Ma prima o poi lo farà con tutti.
Lei è sempre sulla mia spalla, scrivo, perché io, come pochi, la avverto di continuo, da sempre.
E’ una dote? Direi piuttosto una forma debole di condanna, una delle tante che il vivere ti dà, assieme a tante altre cose belle, superficiali spesso, ma belle.
Ne avverto sempre la presenza, ma non è una paranoia, è forse una specie di estrema sensibilità.
Nel fiore che fiorisce vedo già l’appassimento che ne seguirà; nel frutto il marcio; nella giovinezza gli ultimi spesso orribili anni di vita, nel successo la partita che segue, nella momentanea gioia la nostalgia; nella decisione o nella rinuncia il rimpianto; nell’alba il tramonto.
Non è pessimismo, non è realismo. E’ quel che succede.
La morte è la sola che può spegnere tutto, senza preavviso, per sfinimento o anche solo per diletto, molto tardi oppure presto, perfino subito. E in modi molto diversi, alcuni dei quali ti spingono perfino a desiderarla, lei così temuta. 
E’ la sola che può strappare la tela senza motivo e senza riguardo, brutalmente, quasi a mo’ di sfregio, gettando nell’immondizia del tempo chi lo merita e chi non lo merita.
Non ha riguradi, non ha valori, non dà giudizi, colpisce a caso per il gusto di colpire o perché è il suo lavoro e ha alto senso del dovere, non so.
La morte è la chiave. E’ quel che rende prezioso ogni attimo di vita. Ma è anche quel che lo rende vano; per fortuna noi esseri umani siamo fatti in modo da riuscire a non soffermarci su questa vanità e sulla caducità del nostro stato, se non per fuggevoli momenti: in caso contrario non potremmo vivere un solo secondo senza cercare di por fine noi alla vita.
La morte è la spiegazione della vita? Non penso, ma di certo è più forte, perché la spegne. E anche la svaluta, la irride, la sfregia.
So bene che vivere eternamente svuoterebbe la vita di molti dei suoi significati apparenti, ma sento anche che la morte finisce alla fine per guastare tutto, per buttare tutto all’aria, per disperdere nel vento le cose buone e le cose brutte, far come se non fossimo mai nati, se non fosse per la labile memoria di qualche sopravvissuto anch’egli però mortale.
Io voglio di più, per poter agire con pieno entusiasmo; così riesco solo a procedere lungo l’unica via. E’ già tanto.
La sentivo questa notte. La sento ora.
E’ compagna fedele, forse con me si fa sentire troppo, non penso che sia felice di questa cosa, vorrebbe essere presente in ciascuno di noi, ma meno. Ma forse anche la morte prende ordini superiori, chissà: non è però problema che ci possa riguardare, come tutto quello che sfugge alla nostra ragione e che possiamo solo ridicolmente provare a spiegare con favole ed illusioni. 

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giovedì 2 gennaio 2025

Respiri vicini


Mi basta anche respirare per qualche minuto l’ossigeno dello stesso quadratino di Terra per stare meglio. O magari è solo un’impressione. Non so. Certo, se è un’impressione, wow, che impressione fanno le impressioni, eh? E non importa se nello stesso quadratino 2x2 ci stanno pure altri: posso farmi digerire la cosa (so accontentarmi; o, detta in modo più poetico, per un cuore affamato ogni briciola è un pranzo di gala). Certo, accontentarsi in questo modo è quasi viltà, capisco il vostro punto di vista: si lotta per avere ciò che si desidera e non si molla fin quando non lo si ottiene o fin quando è game over, non si parte già con obiettivi limitati. Posso anche darvi ragione, ma la situazione è questa e non permette altro. Io, poi, non amo impormi. Mai piaciuto. Perché se un sentimento lo estorci, non sarà mai duraturo. Preferisco raccogliere qualche briciola e godermela, che puntare alla torta scatenando l’inferno: e non perché potrei fallire, la sconfitta non mi ha mai impaurito, ma perché, ripeto, se le cose vengono da sé son sincere, altrimenti finisce male: la fiamma può anche ardere fortissima all’inizio, ma il combustibile finirà presto. Credo nelle fiamme moderate e inestinguibili, non negli incendi che divampano furiosi ma son domati in un amen.
E così non ti scalderai mai davvero, dirà qualcuno; e l’inverno è duro, sempre più duro ogni anno che passa.
Può essere vero. Ma, come detto, la situazione in cui sono non consente ampi margini di manovra: occorre essere abili per muoversi senza ammaccare alcunché. E non è che poi sia così lucido, eh, data la situazione!
Comunque i nostri respiri non sono mai troppo lontani, geograficamente: l’ossigeno che respiriamo per decine di ore al giorno è dello stesso quadrato, questa volta un po’ più grande, una specie di cella, come quelle dei telefonini, ma in questo caso sentimentale, una supercella. E poi, se guardiamo le cose da Plutone, sembriamo addirittura uno sull’altra! Tutto, alla fine, dipende dal punto di vista… 

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mercoledì 1 gennaio 2025

Solo lamentele, ma qualcuno va a gonfie vele

Non leggo quasi mai post di persone che si dichiarano addirittura entusiaste dell’anno morente e impaurite che con quello entrante le cose possano peggiorare. Sempre il contrario: è andata maluccio, ma speriamo nel 2025, dobbiamo avere fiducia; quasi che il cambio di calendario possa avere effetti ulteriori oltre a quello di produrre carta da riciclare. Eppure a tanta gente va molto bene: chi evade le tasse, chi truffa, ruba e si fa corrompere, chi produce armi, le banche, le assicurazioni, chi fa “politica”, chi sfrutta la forza lavoro di povericristi precari e sottopagati, chi scatena guerre per avidità e sete di potere, chi vive succhiando il sangue di altri (caporalato, schiavismo, sfruttamento della prostituzione, scafisti, grandi “prenditori”): ecco, queste sono tutte categorie di veri e propri figli di buona donna a cui il 2024 ha sorriso, mentre altri sullo sfondo facevano e fanno la fame. Sono persone che vivono nel lusso proprio perché molti altri vivono di stenti e muoiono tra atroci sofferenze. Ma difficile che lo scrivano, a parte qualche montato che su Insta posta foto di vacanze da sogno, rolex e auto di lusso, con contorno di mignottone d’alto bordo: i veri vampiri stanno coperti, se la godono, e sotto sotto la notte, se non è il rimorso a non farli dormire (impossibile provare rimorsi se non si ha una coscienza), è la sottile ma sempre presente paura che un giorno d’improvviso tutto cambi, che lo schiavo si ribelli e nel sangue lo spedisca all’inferno, dove un posto sicuro già lo attende. Perché solo il giusto dorme sereno. 

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sabato 21 dicembre 2024

Quanto siamo belli!

Da anni per lo più perdiamo, e perdiamo, e perdiamo, sono dati oggettivi, e abbiamo fatto una retrocessione (con la spinta) e un quasi fallimento per colpa di un tizio che con noi non aveva in comune nemmeno un pelo di dna, ma noi siamo sempre lì, in tanti, ovunque, comunque, fasciati di quei quattro colori che stordiscono gli occhi, e col sorriso, come se stessimo per giocarci un'altra coppa; e la forza, la voglia, l'energia con la quale sventoliamo quelle immense e davvero numerosissime bandiere (crescono come funghi) è la forza del marinaio che fiducioso e sereno, stringe le mani sul timone sino a farsi male e tiene la rotta in mezzo alla tempesta. Sugli spalti di Marassi, su quelli di tutti i campi d'Italia, a casa con la tv, il cellulare, la radiolina, il passaparola, siamo sempre lì, e "nulla è mai cambiato nell'intimo nostro": per noi Modena-Samp è come Samp-Stella Rossa, ed è come era Samp-Spal nei Sessanta, quando l'obiettivo (molto spesso centrato) era solo quello di mantenere la categoria principe di uno dei tornei (allora) più belli del mondo. A volte, negli ultimi anni, i giocatori non riescono offrire prestazioni all'altezza del nostro nome, della nostra bellezza e della nostra città, ma ci pensiamo sempre noi a essere belli, a mantenere alta la bandiera, con il nostro amore puro, la nostra simpatia, la nostra inesauribile e colorata allegria.

 

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Quattro colori

Vinciamo così spesso che stamane mi è scattata la vena a quattro colori.
Ché poi noi, come diceva qualcuno un po' più famoso di me, la vittoria l'abbiamo già ottenuta quando abbiamo scelto da che parte stare.
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Maglia unica, anche perché è nata in circostanze uniche, come sappiamo, dall'unione di due maglie altrettanto carine... e anche il nome, ricordiamocelo, è nato per sorteggio... avrebbe potuto essere al 50% Doria-Samp, e ricordiamo anche che, sebbene il nome intero sia Unione Calcio (no cricket) Sampierdarenese Andrea Doria, Sampdoria andrebbe scritto col trattino, Samp-Doria, ma il trattino l'abbiamo eliminato, quello che non abbiamo eliminato è il cuore nel petto che batte forte sotto lo scudo di Genova, che orna proprio al centro quella fascia che ci attraversa tutti e che assomiglia tanto a un abbraccio o a un sorriso e che è persa in un cielo che più blu non si può...
Al di là del nome che ci siamo fatti nel mondo e in Europa con il famoso decennio di successi e di finali a ripetizione, la riconoscono i business men di Wall Street e gli aborigeni d'Australia, gli eschimesi e i berlinesi, gli Indiani e i Nomadi, chi vive a Singapore e chi viene da un altro pianeta.
Unica casacca ad avere quattro colori, siamo gli unici ad averli così belli e siamo generalmente unici nei comportamenti e nelle reazioni, al netto di qualche cretino che comunque essendo sempre la specie umana quella di cui stiamo parlando è ineliminabile... forse non saremo unici al mondo perché il mondo è molto grande, ma di certo siamo abbastanza singolari, e particolari, e sempre noi stessi, con la nostra serena allegria sia a Wembley che sui campi di periferia, con lo scudetto sul petto o nel torneo cadetto.
 
 
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martedì 3 dicembre 2024

Cosa conta

SI VINCE e siamo felici, ci mancherebbe; a pelle siamo al settimo cielo, l’adrenalina è al top, arriva il triplice fischio e la tensione si scioglie in un urlo di goiia liberatoria (anche se comunque nel vero sportivo resta sempre un 1% di rammarico nel vedere i visi degli avversari sconfitti, specie se sono stati corretti, e nei tifosi avversari, specie se sono stati rispettosi; e anche se nel doriano resta sempre una sensazione che non saprei definire, per la quale, anche se sei molto felice, non sei mai al massimo della felicità per una vittoria, lo sei di più -è paradossale, lo so- quando perdi giocando bene e in maniera corretta, dando tutto, onorando la città e la maglia, in modo da farci sentire orgogliosi della nostra fede, del nostro essere a quattro colori).

SI PERDE e siamo felici (certo, non proprio al massimo grado… il dispiacere per la sconfitta c’è eccome, forte, unito alla rabbia se ci sono stati i soliti episodi arbitrali inspiegabili da mente umana, ma il dispiacere, da massimo che è al triplice fischio, scende in fretta a livelli accettabili e poi scema… alla fine ti resta l’essere doriano, anche senza quei tre punti, e questo è tanto, se ci pensi, è quasi tutto, se ci pensi, probabilmente è tutto.

Cosa è importante, quindi, tirando le somme?
Vincere? Certo, si scende in campo con l’obiettivo di prendere l’intera posta in palio, alla fine dei 90. Vincendo fai punti e facendo molti punti ottieni riconoscimenti, trofei, qualificazioni e incidi cose belle sulla tavola d’oro del palmares.
Ma, sapendo bene che gli esiti di un match sono tre, e tutti e tre sono possibili, sia che tu giochi contro una squadra chiaramente meno forte, sia che te la giochi con una rosa più attrezzata, e dipendono appunto da te ma anche dalla forza degli avversari, dal caso e da eventi non accettabili ma presenti, si scende in campo per cercare di vincere, non per vincere; per dare tutto, per impegnarsi oltre ogni limite, per far felici se stessi e si sostenitori, per divertirsi e per diveritre, per dare goia, per dare lustro ai colori sociali e a Genova. Si gioca per fare questo, non per vincere a tutti i costi (impossibile, del resto tutti perdono) e se lo si fa, una grande soddisfazione e un po’ di felicità ci sarà anche in caso di sconfitta.

#SampPhilosophy 

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venerdì 29 novembre 2024

Mantenuto e incapace


Da alcuni anni non riesco a trovare scarpe (tipo stivaletti con fascia elastica laterale) che non imbarchino acqua dopo un inverno, pur pagandoli anche 60 euro.  La verità è che producete prodotti che fanno schif0. La verità è che fate schif0.
Mi imbatto su Youtube in tutorial che insegnano a fare le cose più diverse. Molti sono però fatti male, non si capisce niente, son troppo veloci o saltano passaggi. Ci vorrebbe un tutorial su come fare un buon tutorial.
13mila euro al mese per fare post idioti con la sua faccia che gode per notizie che spesso si inventa, stravolge o gonfia. Da 30 anni lo manteniamo. E’ un politico (si fa per dire) non inutile, peggio: dannoso e molesto. Se deve mettere una parola, è per dividere, seminare odio e zizzania. Cambia idea ogni tot mesi sugli stessi argomenti. Ciò nonostante, non ha mai avuto un’idea anche basica ma che fosse valida. E’ arrogante e nulla sa. Non gli affiderei nemmeno la gestione del mio cassetto di biancheria intima. Sì, è lui, quello che non ha mai lavorato.
I fascisti non sanno governare e schiac -ciano la tes- ta alla povera gente, lustrando con la lingua il deretano a ricchi e potenti. 
La stessa cosa che fa la finta sinistra, quella che per esempio vota nove volte su dieci con la destra, in Italia e in Europa, e poi demolisce i diritti dei lavoratori, si oppone a reddito di cittadinanza e salario minimo,  arma macellai e finanzia fabbricanti di morte. Ma c’è una differenza: a destra sono più ridicoli.
Non concepisco una vita degna di essere vissuta senza scrivere e leggere, a meno che tu non sia un’ameba.
I luridi signori della guerra americani ed europei adesso si occuperanno della ricostruzione di quel che le loro armi hanno distrutto (vite di migliaia di innocenti escluse).
Se non percepite l’abissale differenza tra i partiti che negli ultimi 40 anni, da posizioni di governo e di opposizione, ci hanno portato alla rovina, e i 5s, avete un problema serissimo.
Mai visto re abdicare volontariamente, privilegiati rinunciare ai privilegi, merdoni diventare samaritani, senza un passaggio vio -lento.
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giovedì 28 novembre 2024

La mia posizione

Sia Meloni che Schlein avevano giurato più volte che mai si sarebbero messe insieme, rispettivamente, alla sinistra e a questa destra nazionalista. E infatti si sono messe insieme, e votano politiche folli, di guerra, destinando alle armi i fondi che servirebbero alla transizione ecologica e al welfare. Io capisco chi stima Schlein, ma io giudico sulla base dei fatti. Schlein è ostaggio del Pd? Chi la obbliga a restare? Questa sua segreteria è un filo meno che orrida. Quanto a Meloni, davvero ci voleva coraggio a crederle, dato che questi dicono A e una volta eletti fanno B, da sempre. Mentre Ganassa difende il macellaio israeliano, e Meloni e Schlein votano per far spendere alla Ue in armi più di quanto spende la Russia, e ci mettono ancora una volta di più tutti a rischio di un conflitto mondiale, c’è un movimento che è dall’inizio per il negoziato (fatto fallire da Nato e Usa poche settimane dopo l’invasione del macellaio russo) e per la pace e che non promette A e fa B: al governo (2 anni e mezzo), nonostante alleati infidi e inaffidabili, e nonostante media avversi e mille tentativi di farli cadere, hanno realizzato, in piena pandemia, l’80% delle promesse fatte e portato in Italia più di 200 miliardi di Pnrr. 
Dico con chiarezza: chi dopo aver ascoltato Conte sul palco di Nova dopo le votazioni, o da Floris, da Vespa, etc, in questi giorni, non ne riconosce la chiarezza, la coerenza, la grande visione, la correttezza, la logica stringente, l’educazione, l’apertura mentale e non ne condivide il programma è lontanissimo da me e politicamente ben poco affidabile, proprio perché il programma di 5S non è di destra o sinistra, ma è per cambiare il mondo e renderlo più giusto, e chi si oppone a questo è, per me, da combattere a tutta forza.
Quindi Conte come e più di prima perché io non vedo altre persone degne, salve pochissime eccezioni (che però non hanno la sua statura politica attuale).
Non voglio mica far la fine di chi, di sinistra, elegge Schlein e vota Pd per avere salari minini, reddito di cittadinanza, soldi a sanità e istruzione e green, giustizia e legalità e poi si ritrova a votare per fare la guerra mondiale, o di chi, di destra, vota Meloni credendo alle fanfaluche elettorali (è finita la pacchia per l’Europa, blocco navale, etc) e poi si ritrova con un governo che piazza gli amici, nomina ai posti di potere persone inadatte a qualisiasi cosa, fallisce sul piano del controllo dell’immigrazione e arma il macellaio israeliano. 

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martedì 26 novembre 2024

Vivi e vegeti

Si parla sempre dei 5 Stelle, preferibilmente male e preferibilmente in assenza di un esponente in studio, in questa TV popolata da cortigiani senza qualità e su questi giornali inchiostrati da pennivendoli al soldo del miglior offerente, per non parlare dei veri problemi del Paese, per tacere degli scandali e delle buffonate di ministri incompetenti e spesso ridicoli, per non insistere sul fatto che aumentano giorno dopo giorno quelli che non ce la fanno a campare e che stiamo buttando letteralmente vagonate di soldi in una guerra inutile e anche per finanziare un macellaio che a pochi minuti di volo da noi sta ucci - dendo da mesi decine di migliaia di innocenti, per nascondere il fatto che è un "partito" estremamente vivo, che ha un programma politico eccezionale e che è l'unico partito che io ricordi, e a memoria d'uomo, in Italia che una volta eletto ha realizzato in soli due anni, seppur contrastato in tutti i modi oltre che nel bel mezzo di una pandemia, quasi l'80% delle promesse fatte in campagna elettorale.

Per quanto mi riguarda il programma politico di Conte è condivisibile al 100%, anche se in una seconda fase dovrebbe introdurre alcuni temi ancora più radicali.
Davvero vedo una differenza abissale tra qualunque altro partito e questo movimento, tutt'oggi, nonostante gli errori, i difetti di crescita e la necessità che si è presentata nel tempo di liberarsi di alcuni elementi che si erano imbarcati, diciamo così, senza avere il numero di neuroni sufficiente, come sempre accade quando nasce una forte politica; la differenza è che nelle altre forze politiche chi ha meno neuroni fa carriera e anche chi ruba, mentre nel Movimento chi si dimostra scarsamente dotato o addirittura viola la legge viene accompagnato alla porta, nel primo caso con gentilezza, nel secondo caso con un calcione.

È un qualcosa di estremamente diverso questo movimento, che in due anni è riuscito a fare cose che aspettavamo da quarant'anni e che erano talmente innovative che difatti i successivi governi restauratori, che si sono succeduti dopo il truffaldino tentativo riuscito alla terza volta di cacciare Conte, hanno subito eliminato.
Non conoscevo Conte prima della sua nomina a premier ma dopo tre mesi mi aveva già ampiamente convinto; non ha praticamente mai sbagliato nulla ed è veramente un personaggio lunare, se paragonato ai buffoni e agli squallidi tuffatori che occupano la scena; si tratterà poi di stabilire quanto è merito di Conte, che indubbiamente ha notevole capacità, e quanto è demerito degli incapaci che affollano le aule del potere.

Tra gli altri Salvo solo Bersani, una persona veramente onesta e di grande e lungimirante visione... poi, tolta qualche eccezione che ovviamente c'è sempre, la grande massa dei politicanti di casa nostra è da bocciare senza appello e anche, spesso, con un bel moto di disgusto.

Per quanto riguarda la Schlein, che indubbiamente ha talenti e visione non comuni, non so cosa dire fino a quando resterà segretaria di un partito che non dirige e che non comanda perché è totalmente infestato da sappiamo chi, per cui il mio giudizio è ovviamente negativo se pensiamo a quello che ha detto e che ha fatto da quando si è insediata... alla fine uno dovrebbe prendere atto del fatto che non può rimanere al volante di una macchina che non glj viene consentito di guidare, dovrebbe andarsene, altrimenti finiremo poi per confermare il giudizio su quello che ha fatto e estenderlo anche alla sua persona politica.

Per quanto riguarda i giornalisti sono solo servi ignobili e vergognosi da sempre, cagnetti da salotto, volonterosi leccaderetani, anche qui con qualche eccezione ma, devo dire, non molte. 

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venerdì 15 novembre 2024

Ufo

Nonostante il 99,99% degli avvistamenti sia una bufala, è ovvio che nell’immenso universo non siamo soli. Pensare il contrario equivale a non avere neuroni o a non aver studiato un b3lino di niente nella vita, a parte il menu del fast food e gli orari del centro massaggi cinese.
Pensate che c’è chi crede che un essere invisibile che ci ha creato si incaxxa se io venerdì mi mangio il cinghiale in umido o se faccio ciula ciula con un maschietto, ma si rifiuta di credere a una conclusione logicamente fondatissima quale quella della non esclusività della vita sulla Terra, quell’insignificante e meschino pianetucolo sferoide che gira a vuoto nel freddo e immenso spazio. 

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lunedì 11 novembre 2024

Fragile




La vita è fragile come un filo di ragnatela.

Il passato è immodificabile e ne abbiamo le spine di metallo conficcate nel fianco giorno e notte.
Il presente non esiste, appena si appalesa è già passato.
Il futuro non è garantito, è pura costruzione della nostra speranzosa fantasia.

E nel frattempo, in questa vita senza alcun senso e che può finire da un secondo all’altro nel modo più stupido, devo sopportare esseri viventi indegni. E devo subire gli effetti di pregiudizi, convenzioni, paure.

Non è che non mi vuoi, è che non hai capito nulla della vita.  

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La vita è sogno

A volte sento che non ci vedremo mai più. 
Non è che lo voglio, né al momento voglio il suo contrario. 
È una cosa che sento. 

Alla fine c'era un tale che diceva che la vita è sogno... quello che è accaduto penso sia stato quanto di più vicino ci possa essere a un sogno nella vita non sognata. 

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lunedì 28 ottobre 2024

Senza capo né coda


La vita della maggior parte delle persone, e oserei dire di ciascuno di noi, è una interminabile e scoraggiante sequenza di progetti pensati e spesso mai iniziati, oppure lasciati a metà, o abortiti subito, oppure abbandonati a poco dalla fine, o portati a termine ma non perfezionati a dovere, o ancora abbandonati una volta finiti, senza continuare a curarli e a farli crescere.

Una disperante sequenza di fallimenti, o di idee abbandonate che magari avrebbero potuto funzionare, o di progetti conclusi che però non hanno portato ai risultati sperati.

Ne abbiamo pensate tante, ci siamo inventati tante cose, abbiamo avuto anche qualche buon colpo d'intuito, ma raramente siamo riusciti davvero a fare qualcosa di risolutivo e di soddisfacente che non generi in noi, adesso, rimpianti, a volte fondati; non parliamo poi delle volte in cui invece tutto era sbagliato fin dall'inizio a partire dalla prima idea, e invece ce ne siamo accorti troppo tardi.

A volte si tratta anche di rimpianti  immotivati, perché in ogni caso non saremmo riusciti a combinare granché, ma come all'epoca non eravamo riusciti a fare le cose nel modo in cui si sarebbero dovute fare e a portarle a termine, così adesso non riusciamo a dare il giusto peso a questi rimpianti, e spesso finiamo per ingigantirli, pensando che con poche varianti, forse, la nostra vita avrebbe preso un corso decisamente diverso, e migliore, quando invece molto spesso non è così, e anche in quest'ultima fase è la mancanza di lucidità e l'illusione che non ci permettono di avere una chiara visione delle cose, neppure su rimpianti di quello che non è stato e che poteva essere, o che poteva essere fatto in modo diverso. 

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venerdì 25 ottobre 2024

Nulla resterà



Non credo che una volta morti finiremo davanti a un creatore pronto a giudicarci. E’ una bella favola ma quando mi inoltro in un bosco non mi aspetto mai di trovare una casa di marzapane. Finiremo nel nulla.
Ed è un peccato, perché io già saprei cosa fare, chi amare, cosa inseguire, forte dell’esperienza di questa velocissima vita per definizione collezione di sprechi ed errori. Non posso basare la mia serenità di oggi su un’invenzione rassicurante, capita solo che a volte ci giochi per distrarmi un po’. 
Resteranno i miei errori, le occasioni perse, le persone mancate, i progetti falliti. Tutto quel mondo incredibile che ho dentro si spegnerà come una candela uccisa da un soffio di vento, e dopo trenta secondi non saprai dire se e quando sia mai stata accesa.


(Img: freepik) 

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domenica 1 settembre 2024

Darsi forza


Sentire vicina una persona è una cosa formidabile.
Basta poco. Quel poco che a volte non c’è, per colpa della vita fra gli uomini, che ci fa credere, sbagliando, che non sia giusto dir sempre quello che si pensa e fare quello che ci si sente di fare, fregandosene di convenienze, opportunità, dubbi.
E per quel poco che non c’è alla fine pare che manchi tutto il resto, come un quadro formidabile chiuso nel magazzino di un museo: è come se non esistesse.
Ma per esporsi occorre fidarsi dell’altro.
E anche avere fiducia e godere della fiducia altrui è una cosa bellissima.
Entrambe le cose sono fragili e rare.
Sono cose che ci fanno sentire vivi e stare bene, che ci danno forza e fiducia. Ma basta poco per rovinarle, anche un dubbio.
Ecco perché la fiducia reciproca deve sempre essere più forte di ogni dubbio, e la convinzione di essere nel giusto più forte dei pregiudizi e delle idee malate di questi esseri che chiamamo simili e che spesso sono molto diversi da noi, e in grado di guastare quel poco di bello che, a guardar bene, si trova.

(Img it freepik com) 

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venerdì 23 agosto 2024

Come fili


Le vite sono come fili. A volte si intrecciano, o si toccano di continuo per lunghissimi tratti, altre si incrociano e via, o si sfiorano solo e poi si perdono per sempre. Per pigrizia. Per aridità.  Perché devi pensare a te e alle tue questioni, ben più importanti, ma più stupide.
E non avrai nemmeno il tempo di rimpiangere le occasioni che non hai colto, le persone che hai mal valutato, quelle che ti sei lasciata scivolare fra le dita, magari solo per pigrizia, o paura, o per convenzioni sociali, o per aridità di cuore, o per distrazione. Quante cose hai perso. Quante cose non conoscerai. Non avrai il tempo di rimpiangerle perché morirai e diventerai nulla, un bel nulla disperso nello spazio. 

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giovedì 22 agosto 2024

Elogio del cane al contrario

Il cane sarà anche il miglior amico dell’uomo, ok (ma il cavallo? E il bue? La mucca? L’asino? Pensateci bene, pensate all’utilità per l’uomo nella storia), ma è il più acuto? Sì? Allora perché tutti i giorni quando arriva lo stesso postino che fa le stesse cose, o il corriere, o lo spazzino, salta, ringhia, si dimena, scanaglia, mostra i denti e la gola fino all’intestino, gratta sui cancelli, corre di qua e di là, vorrebbe ammazzarlo, etc? Per tenersi in forma? No. Sta facendo le feste? No. Perché è fedele (per istinto, quindi poco merito) e vivendo con noi alla lunga ci assomiglia e si adatta e sa farci compagnia e darci amore (quello che ci dà e quello che ci inventiamo, è normale), ma non brilla sempre per acume, fidatevi. Specie quelli piccoli come topi di fogna cresciuti bene. 

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