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giovedì 15 aprile 2010

A pane e acqua

Ad Adro (provincia di Brescia, sindaco leghista) i genitori di alcuni bambini non pagano la retta dell'asilo. Chi deve 30 euro, chi 400. Dopo una lettera di avvertimento consegnata ai bambini prima della Pasqua, i figli di quelli che non pagano vengono esclusi dal pasto, o meglio: non possono mangiare quello che gli altri mangiano ma devono arrangiarsi con una bottiglietta d'acqua e un panino. Le istituzioni osservano, la Chiesa tace, come d'abitudine quando non c'è da intervenire a gamba tesa su pillole ed embrioni. Pochi giorni dopo un anonimo imprenditore del paese, presumibilmente schifato da questo gesto, decide di pagare diecimila euro per tutti, ma la sua decisione scatena la protesta delle mamme che pagano: in queste condizioni, dicono, smettiamo di pagare pure noi.

Non voglio scendere più di tanto nel merito: è evidente che tutti dovrebbero pagare e che chi non paga sbaglia. Non dirò nemmeno che in un paese guidato da un premier che giustifica l'evasione (e, a leggere certe sentenze, la pratica) e in cui sprechi, corruzione e ostentazione sono all'ordine del giorno è assurdo far storie per la retta della mensa di un bambino. Ma alcune cose sono evidenti: si dovrebbe analizzare caso per caso, e distinguere i furbetti da chi non paga perchè magari ha perso il lavoro, anzichè colpire nel mucchio. E i bambini dovrebbero essere gli ultimi a pagare: sono bambini... Metterne una quarantina a pane e acqua è stato un gesto davvero brutto e stupido, una decisione schifosa: nessun ritardo dei pagamenti può giustificarla. La protesta delle mamme poi è grottesca.

Il diritto a ricevere un pasto potrebbe essere ricompreso, a ben vedere, in quello all'istruzione. Al di là di tutto non è certo lecito umiliare in questo modo piccole creature innocenti.

Sa sempre più di tanfo l'aria che si respira in questo paese malato di razzismo e di egoismo.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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