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venerdì 3 gennaio 2020

Pago io!

Oggi celebro il funerale di alcune espressioni come "pago io!", "offro io!", "lascia stare, ci penso io! e simili.
Da anni già in sofferenza, e poi lungodegenti, possono oggi considerarsi praticamente morte, tenute artificialmente in vita da qualche raro coraggioso che ancora si ostina a fare il gentiluomo nonostante l'indubbia stiimate sociale che una tale condotta, avversa a questi tempi e financo quasi rivoluzionaria, comporta..

Un tempo molto diffuse, hanno visto via via diradarsi la loro indubbia fortuna, sino a diventare vere e proprie rarità, pronunciando le quali, a bruciapelo, si riesce spesso a provocare quei due o tre secondi di imbarazzato silenzio in quello che prima era un locale affollato e chiassoso.

Non pare fondata l'analisi di alcuni studiosi delle relazioni e delle dinamiche sociali secondo la quale questa lenta ma inesorabile decadenza sarebbe in buona parte dovuta alle crescenti (e reali) difficoltà economiche di una sempre maggior parte della popolazione: nel dopoguerra questo Paese era sicuramente in condizioni peggiori, anche se all'inizio di una fase storica di grande crescita ed entusiasmo, eppure forme come quelle ricordate se la passavano benone.

Del resto si sa che tali espressioni hanno come habitat ideale quello in cui proliferano cameratismo, solidarietà, empatia, fratellanza, altruismo e larghezza di cuore e di vedute, mentre soffrono, come piante da balcone chiuse in anditi bui e stantii, se circondate da germi come quelli dell'indifferenza, dell'egoismo, della diffidenza, della spilorceria (vulgo: braccino corto), della pochezza culturale e della limitatezza di vedute.
Ecco che allora è forse proprio questa una delle cause della morte che oggi tristemente si celebra: il cambiamento che ha trasformato tutti noi, più che la variazione delle nostre entrate monetarie.

Allo stato non sembrano esserci novità in campo scientifico in grado di scongiurare l'estinzione di questa preziosa e ormai rara specifica di relazione amicale.
Non ci resta dunque che chiuderci in un mesto e triste silenzio stappando, fra poche ore, l'ennesima bottiglia di vino con le bollicine, simulando allegria al limite dello sfrenatezza e spensieratezza al limite dell'incoscienza, in compagnia di un certo numero di nostri simili parimenti frivoli e avvinazzati o, per i più (s)fortunati, in perfetta solitudine.

(immagine: pixabay -- pare dire: "scusa, ho solo pezzi grossi, pensaci tu"


autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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