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venerdì 3 gennaio 2020

Un uomo con poche storie e nessuna multa

Siccome non posto solo le frasi dei cioccolatini o la foto del gatto menefreghista che scambiate per amorevole, ma mi espongo sempre e tanto, commentando i fatti spesso senza rete e raccontando di me senza filtri, è evidente che a volte possono ingenerarsi equivoci.

Negli ultimi mesi ho parlato spesso di rapporti umani andati in frantumi e, quindi, qualcuno poco attento ha magari pensato che io come hobby abbia quello di mandare a spigolare amici e amanti, mogli e colleghi, per ragioni futili e pretestuose e per via di un carattere impossibile o di un tic nervoso. Capita, quando si legge velocemente senza capire.

Le cose non stanno proprio così. L’amicizia andata in fumo dopo due decenni e mezzo, di cui ho parlato venti volte, è però sempre una, non sono venti. E, analizzato il modo in cui è spirata, non era nemmeno una vera amicizia, ma una finzione prolungata. Un’amicizia non sarebbe mai morta in quel modo, diciamo che morendo ha svelato la sua natura e questo ha reso meno forte il rimpianto, ma non meno forte il rancore.

Tanto per chiarire, in mezzo secolo abbondante io non ho mai tirato un pugno e mai l’ho preso. Mai ricevuto denunce e mai denunciato. Non ho nemmeno mai preso una multa stradale che sia una, in 34 anni di guida (una l’ho rischiata ma il mio savoir faire mi ha salvato). Non ho mai imbracciato un’arma. Non ho mai posto fine a una storia d’amore né a un’amicizia. Incredibile, eh?

Solo in due occasioni principali un amico si è rivelato fasullo. Quest’ultimo, di cui ho detto spesso, e non ho rotto io. E un altro bell’esemplare, che mi tradì senza limitarsi ad andare fuori di testa come quest’ultimo, e che si prese anche una vendetta (non completa) che lo spaventò alquanto. Anche in quell’occasione non fui io a rompere, ma ad essere sincero fui solo preceduto in questa intenzione dal codardo che si era preso fifa e che preferì scappare. Comunque, tecnicamente, non ruppi io neppure in quel caso.

Quanto alle storie sentimentali con donne, uomini e quant’altro, non sono un uomo dalle mille storie, perché non ero un ragazzo da sabato in disco e ciulatina. Il sesso non mi è indifferente, ma non è mai stato in grado di farmi agire senza la supervisione, magari blanda ma sempre vigile, dei neuroni. E, nelle storie che ho avuto, non ho comunque mai detto io la parola fine, e non per codardia o per incapacità di decidermi, sia chiaro. Quelle poche volte, ho subito decisioni altrui, e in alcuni casi ho anche incassato poi tardive ma significative attestazioni di pentimento. Oppure le cose sono morte da sole, tranquillamente. Forse il fatto è che io riesco a sfumare, se non sono coinvolto, e quindi non mi imbarco su navi che non gradisco, ecco perché quasi mai ho ripensamenti ma li subisco.

Resta comunque abbastanza vera l’affermazione secondo la quale le amicizie più solide sono quelle nate nei primi 15-20 anni di vita. Dopo i 40, è dura costruire qualcosa che non sia a rischio rottura.
Un altra mia specifica che potrebbe spiegare le dinamiche delle mie relazioni sociali è quella che mi vede molto spesso accettare rapporti squilibrati, in cui io do più di quel che ricevo, in molti sensi. Forse li costruisco io, questi rapporti, per il mio modo di fare. Forse lo sono per il modo di fare degli altri, così diverso dal mio. Questo può essere visto come un tratto lodevole, e probabilmente lo è, ma espone ad usura il rapporto, perché la mancanza di equilibrio alla lunga produce effetti.
Un po’ come è successo col tizio che dopo venticinque anni ha conosciuto l’andropausa e la sospensione di settori significativi di attività neuronale e ha deciso di buttare nel water una cosa vecchia che più non gli serviva.


Autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


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