Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola,lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (art.21)

* HOME * CHI SONO * REGOLAMENTO * COSA HO APPENA [RI]LETTO * COSA HO APPENA [RI]VISTO, [RI]ASCOLTATO *
MI PIACE * FB 1 * FB 2 * SCRIVIMI * CONDIVIDO * DEFINIZIONI * FONTI * ALIZEE *


.
Se trovi interessante quel che scrivo non sai cosa ti perdi su Twitter e Facebook.
Se non mi trovi interessante, lo accetto, ma hai un problema! :-)

sabato 25 gennaio 2020

Titoli odiosi

Aiutare con un reddito di cittadinanza chi non c'è la fa è una cosa, sviluppare politiche del lavoro per aumentare occupazione un'altra. La prima è una misura urgente sulla quale l'Italia era in colpevole ritardo e serve per consentire alle persone che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese di farcela; la seconda è un insieme di misure che in ogni caso non potranno che avere effetti nel medio periodo.
Collegare sempre le due cose è scorretto.

Chi non ha da mangiare non può aspettare mesi, l'elefante non può rispondere passo fra 5 o 6 ore a una farfalla che gli chiede aiuto, in ragione del fatto che la durata della vita dei due animali è molto diversa e 5-6 ore per un elefante sono sopportabili, per una farfalla vogliono dire la morte.

Ecco perché questo titolo non mi piace per niente, è davvero brutto o infelice... E non è nemmeno in linea col contenuto dell'articolo oltre che con la realtà... o forse anziché sul divano li avremmo preferiti a chiedere l'elemosina o morti?

Un conto è dire che se non partiranno mai queste misure volte a incrementare l'occupazione la misura del reddito di cittadinanza finirà per essere assistenza fine a se stessa (in ogni caso non vedo nulla di male nell' assistere chi ne ha bisogno), un altro è accostare sempre i termini divano e reddito di cittadinanza. lo so che un titolo deve acchiappare il lettore, ma si dovrebbe cercare di farlo sempre entro certi limiti di correttezza.

Parlare quando si ha la pancia piena o per fortuna non si hanno problemi economici è certamente più facile. Bisognerebbe però a volte mettersi nei panni degli altri e considerare che una misura di questo tipo non solo è il primo passo di un percorso inevitabile che porterà nel giro dei prossimi decenni a profonde e ineluttabili trasformazioni dell'economia e del mondo del lavoro, ma anche una misura che la stragrande maggioranza dei paesi europei già aveva e che oggi un paese civile non può non avere.

Autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it) Per tornare alla home page clicca qui. Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail. Se vuoi segnalare questo articolo clicca sul titolo del post e vai a fondo post.


Nessun commento: