Giro sempre per supermercati (generalisti o di solo abbigliamento, dal Carrefour all’Oviesse passando per Upim e Conad) in cerca di un paio di calze da uomo ma non c’è niente da fare: sono introvabili (non in rottura di stock o in arrivo, proprio introvabili: le commesse, interpellate, generalmente non ti lasciano speranza alcuna). Non sto cercando un paio di calzini di pelle di ornitorinco albino con tallone rinforzato in cuoio del vecchio West, tessuto traforato, ricami orientali e taglia 18… ma un normale paio di calzini di filo, lunghi, 100% cotone, di colore bianco. Ecco, “lunghi” è la parola chiave. Li trovo eccome, ma sempre e solo corti, denominati “sanitari”: evidentemente infermiere ed infermieri prediligono il corto, io no perché dopo tre minuti me li trovo arrotolati sulla caviglia (e poi perché è opinione comune che il calzino corto in un uomo sia quanto di più out si possa immaginare). Io, che in ospedale cerco di andarci meno che posso, sullo scaffale fornitissimo del supermercato di zona trovo a disposizione l’intera gamma di colori esistente in natura, dal crema pallido fino al nero notte senza luna, passando per tutte le tonalità di colori freddi e caldi, senza contare le varianti con logo strafamoso in bella vista tipo l’accento della nike o gli ometti della robe di kappa. Ma lunghi, bianchi, di cotone non se ne parla. L’unica mia chance residua è un negozietto del viale che porta alla stazione: il prezzo non è da grande distribuzione… ma non ho scelta. All’ipermercato trovi tutto quel che puoi desiderare, è la fiera di ogni ben di Dio, il tempio innalzato al moderno Dio del Consumismo, ma se un certo prodotto ingrifa solo te e pochi altri o, se pure apprezzato, non solletica i grandi capoccioni delle aziende di abbigliamento che, al briefing mattutino, leggendo report e ricerche di mercato scuotono la testa pensierosi, non c’è niente che possa salvarti dal dover cambiare gusti o dal dover finire nelle braccia un pò ruvide e d’antan della piccola merceria di una volta la quale, soffocata dagli iper di cui sopra e sempre sul baratro del fallimento, non aspetta altro per poter mettere le grinfie sui fanatici della tradizione, sugli esteti del maglione con scollo a V e tonalità smortine da ultra-pensionato, sugli innamorati del pigiama d’ospedale anni cinquanta (coi bottoni grandi e bianchi) e, da ultimo, sui maniaci del calzino bianco lungo, cotone 100%, senza sponsor, così comodo che lo butti in lavatrice con la biancheria senza inutili complicazioni.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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