Il governo ha deciso di aiutare l'ippica, settore in grave difficoltà, con alcune misure straordinarie, fra le quali uno stanziamento per il 2008 di 25 milioni di euro. L’ippica accetta ma, bonta’ sua, risponde che si tratta comunque di spiccioli non sufficienti a risolvere i problemi del settore. Per inciso, alcuni rappresentanti del comitato di crisi hanno occupato una o più sale di un ministero attuando uno sciopero della fame. Certamente occorre valutare che si tratta di un comparto con migliaia di addetti e che la crisi che lo attanaglia è seria: come sempre, a pagare, sarebbero state centinaia di famiglie innocenti. Ma quando un governo aiuta un settore viene subito da pensare a quello che ha fatto per altri, per esempio ai previsti tagli alla scuola. E se il denaro che va all’ippica non è preso dalle nostre tasche ma da quelle delle slot (che poi son sempre le nostre tasche perché siamo noi a svenarci di fronte alle infernali macchinette) e quindi, come afferma Cota (Lega Nord) si tratta di un salvataggio “a costo zero per la collettività’” (Cota preferisce parlare di riforma, ormai è un termine che va di moda, vedi Gelmini), qualcuno potrebbe obiettare che manovre simili potrebbero farsi anche per settori vitali per il futuro del paese e di chi ci vive, per esempio istruzione e sanità. E che manifestare e occupare per rivendicare un diritto è giusto o sbagliato sempre e non un po’ sì e un po’ no.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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