Il sindaco di Pescara agli arresti, poi rilasciato con una motivazione che in verità un po' si contraddice (magistrati, un po' più di attenzione, please, non prestiamo il fianco a critiche evitabili) . Assessori arrestati in Campania, indagini e avvisi in Basilicata, le presunte mazzette dell'Abruzzo. Il PD sempre coinvolto, a volte da solo, a volte in compagnia di quegli habitué della maggioranza. Inchieste e arresti come se piovesse. E Veltroni che, saputo della revoca dei domiciliari al sindaco di Pescara, interrompe la corsa ai regali di Natale per sbraitare e parlare di "fatto gravissimo". E io che pensavo si riferisse ai novemila scandali che stanno distruggendo il PD... no, ce l'aveva con la magistratura, per la quale ritiene indifferibile, anche lui adesso, una riforma. Ma riformasse il suo partito, piuttosto, sbattendo fuori dalla porta a calci in culo tutti quelli che hanno la fedina penale sporca o che, ancora immacolati, hanno deciso di provarci un po'. E riformasse le sue idee.
La miglior droga a volte è la cronaca politica: la leggi e ti senti trasportato in un altro mondo, sulle ali di un ippogrifo che sornione ti sorride mentre con te a cavalcioni solca cieli di latte e nuvole di marzapane. Al prezzo di due o tre quotidiani o di una scuriosata sul web ottieni effetti paragonabili a quelli di due bicchierozzi di Jack Daniel's o di una fumatina erbivora.
Oggi, Natale 2008, lasciamo perdere gli avvenimenti di questi giorni, ancora troppo freschi e poco sedimentati per trarne giudizi definitivi, ed allarghiamo invece lo sguardo a quelli degli ultimi decenni. Quando manca meno di un'oretta al pranzo natalizio vogliamo buttar giù due righe appena su politica e affari, per restare in tema... Come diceva Totò, "A proposito di politica,ci sarebbe qualche cosarellina da mangiare?"
Tangentopoli è stato come alzare per un po' il tappeto che copriva la fetida spazzatura nascosta: prima e dopo Mani Pulite tutti o quasi tutti avevano e hanno continuato a rubare, a malversare, a distrarre fondi, insomma a farsi gli affari propri alle spalle dello Stato che dovrebbero essere onorati di rappresentare e alle spalle dei cittadini onesti (qualcuno ancora c'è).
Questi qui (consiglieri, sindaci, assessori, deputati, senatori, ecc.: in una parola, politici) non ci pensano nemmeno per un attimo a fare quello per cui sono stati eletti (anzi: quello per cui non sono stati eletti, dato che in Parlamento ormai ci vanno i nominati, come al Grande Fratello, solo che qui a nominarli non siamo noi ma quattro segreterie di partito). Di servire lo Stato, amministrare con rigore e coerenza la cosa pubblica, fare gli interessi della collettività, pensare al mondo da lasciare alle nuove generazioni, ridurre la disuguaglianza sociale, eliminare gli sprechi, salvaguardare l'ambiente, aiutare chi ha bisogno, stanare gli evasori, dar la caccia ai disonesti, non se ne parla. Auto blu, viaggi pagati, riunioni inutili, foto di rito per i fotografi, balletto serale di dichiarazioni e contro-dichiarazioni al TG, idee scombiccherate, coscienze pulite solo perché mai usate, annunci roboanti ma inconsistenti, parole vuote, teste anche.
I duri e puri ci provano a cambiare l'andazzo, ma sono in netta minoranza e vengono convinti che è meglio non rompere; se non lo capiscono in fretta, vengono evitati, additati, calunniati, insomma messi fuori gioco, fatti oggetto di campagne denigratorie ben orchestrate, emarginati (con la complicità dei potentissimi media) come se fossero loro le mele marce: un po' come se i vermi si sentissero i più puliti del cestino di mele appena colte nel frutteto. I più onesti si fanno influenzare e se va bene diventano passivi, fantasmi col portafoglio bello gonfio, non rubano ma non fanno nulla di quel che dovrebbero (al limite denunciare lo schifo cui assistono), dunque rubano lo stipendio (e che razza di stipendio è lo sappiamo tutti), al motto di "mi hanno messo qui e io ci sto, chi sono io per rifiutare ventimila euro al mese e decine di benefit, in ogni caso io non rubo" (oggi non rubare è un merito); gli altri, i più, o comunque i tanti, aprono la bocca e mangiano tutto quello che c'e' da mangiare, senza nemmeno mettersi il tovagliolo, spesso usando le mani e rovesciando pure il piatto per la foga e l'ingordigia, sistemano parenti e amici, intascano milioni per fare o per non fare qualcosa, per far passare qualcuno sulla corsia preferenziale o per far finta di non avere né occhi né orecchie, si sollazzano su yacht o in hotel di lusso (do you remember il caso del deputato UDC? ne ricordiamo uno fra mille, sia chiaro, ad elencarli tutti faremmo notte), gonfiano i rimborsi spese, creano commissioni al solo scopo di mungere le tette della mucca statale, usano i voli di Stato per fini privati, fanno la bella vita a spese nostre, quando non sono addirittura conniventi con l'anti-Stato, insomma sono corrotti marci fin nelle budella. Non hanno il minimo senso dello Stato, spesso sono pure incompetenti, zotici, impresentabili e rappresentano l'Italia, quindi noi, nel mondo. In pratica è come se affidassimo la gestione del nostro conto corrente alla Banda Bassotti (non che sia in mani migliori, sia chiaro...) o, per esser più chiari, l'asilo sottocasa a una banda di pedofili. Un tempo potevamo dire: li abbiamo eletti noi, ma aggiungevamo: scegliamo tra quel che passa il convento... Ora non possiamo neppure dire questo, noi popolo bue mettiamo la crocetta sul simbolo colorato nel segreto dell'urna e loro forti di quella X portano sugli scranni del Parlamento il segretario personale, il massaggiatore, l'amico fidato, l'amichetta, il figlio, la moglie, ecc. E questi dall'oggi al domani passano dalle creme rassodanti o dai calendari per guardoni ad occuparsi della cosa pubblica e di questioni capitali per la vita del paese. Poi magari capita che anche uno scelto a caso (o a casa?...) abbia il buon senso e quel minimo di conoscenze tali da renderlo capace di decidere bene sul nostro futuro, non lo si può escludere a priori, sarebbe davvero stupido dire che tutto quel che viene fatto e' sbagliato, a volte ci azzeccano pure (magari per errore, non so), ma qui conta il principio: prima di raggiungere certi incarichi si dovrebbe aver accumulato un po' di esperienza, quindi si dovrebbe avere un curriculum vitae di un certo rilievo o perlomeno non imbarazzante. E non si dovrebbe andare in Parlamento perché amici di, ma perché competenti su, e perché eletti da. Una questione di preposizioni, alla fine.
Destra e sinistra, in questo e in altro, sono uguali dopotutto. Ciò che distingue la destra dalla sinistra, oggi, non sono più le idee, né le azioni, nemmeno le persone ormai. Non parliamo dei programmi, che in campagna elettorale tendono ad assomigliarsi tutti come gocce d'acqua. Semmai, a far differenza ancora, sono le ideologie alle quali i diversi (?) leader (?) si riferiscono senza però mai ispirarvisi davvero.
Una democrazia sana si fonda su poteri bilanciati che si controllano e regolano a vicenda, su una magistratura indipendente, su un Capo dello Stato vigile e assorto (e non solo assorto...) e su tante altre cosine che ormai ci siamo dimenticati usi come siamo a non praticarle più da decenni.
I politici beccati col naso nel vaso della marmellata prima sbraitano indignati e offesi e dicono che loro non c'entrano, che si tratta dell'ennesimo tentativo di delegittimare la maggioranza (la minoranza), della solita giustizia a orologeria (il giudice a cucù), del risaputo complotto (giudaico-comunista?) che si avvale di magistrati conniventi per perseguire mire eversive (lo affermano anche personaggi che erano iscritti alla loggia eversiva P2), poi affermano che... toh, stavano passeggiando col naso all'insù e all'improvviso un vasetto di confettura proveniente dallo spazio siderale e privo del regolamentare coperchietto di latta li ha colpiti dritti sul muso, facendo credere agli inquirenti quel che non è: loro, il naso lì dentro non ce l'avrebbero mai infilato di proposito, figurarsi un pò. E poi hanno avuto il voto degli elettori, dicono, come se questo legittimasse ogni porcata invece di essere un'aggravante per chi viola le regole. Gente beccata con i soldi in bocca che nega l'evidenza, mariuoli di cui leggiamo le sconcezze intercettate che provano a sconfessare quel che loro stessi hanno detto per telefono, recidivi e pluri-pregiudicati che ogni volta che vengono beccati col sacco ancora aperto è per loro come la prima volta.
Individui che chiamare individui è già tanto. Senza vergogna. Senza dignità. Non affideremmo loro nemmeno la gestione dei nostri calzini e invece abbiamo consegnato loro la chiavi del paese, o se le sono prese, ancora non è chiaro. Pizzicati dal magistrato di turno fanno la faccia scura, poi riacquistano un pò di dignità e ringalluzziti piangono, sbraitano, battono i piedi, chiamano a raccolta i colleghi, fanno professione di innocenza, come ultima risorsa puntano il dito contro altri, i "veri colpevoli", su cui cercano di rovesciare le tonnellate di fango in cui annaspano. Loro non volevano, non sapevano, non immaginavano, non avrebbero mai, se avessero saputo o solo sospettato che le loro azioni sarebbero poi state lette in questo modo dai soliti pignoli e superonesti di turno. E se va bene gli amici negano l’autorizzazione in Parlamento (oggi a te, domani a me...), salvandoli da conseguenze peggiori di quella di una fama politica e mediatica (c'è differenza?) appena offuscata ma che presto ridiventerà vergine in questo paese che non ha memoria e che dunque è condannato a ripetere sempre gli stessi errori. Non hanno nemmeno la dignità di capire quando è ora di finirla con le burlette e di riconoscere che hanno sbagliato, che sono indegni di ricoprire cariche pubbliche, che fanno letteralmente schifo.
Poteri bilanciati s'è detto, ma non magistrati soggetti alla politica, come vorrebbero alcuni di quelli che da anni battono sbavando la grancassa della indifferibile riforma della magistratura. Ce ne fosse uno che chiede tempi più rapidi per i processi, pene più severe e soprattutto certe, allungamento dei termini della prescrizione (ridotti ad arte negli anni recenti da politici ladroni per salvarsi il culo), maggiori risorse per la Giustizia... no, vogliono mettere il collare ai magistrati in modo da disattivarne alla fonte ogni possibile curiosatina sui loro sporchi affari. Allora, se proprio sbilanciamento deve esserci, auspico un periodo di assoluto dominio delle toghe, in modo da spazzare via per sempre dall'agone politico certi personaggi indegni e incapaci.
Lo so, leggendo questo articolo alcuni potrebbero pensare che non si fa di ogni erba un fascio (minuscolo eh)... In effetti, sappiamo bene che "tutte le generalizzazioni sono sbagliate, compresa questa"... Ma lo schifo imperante impone di andarci giù duro: si sbaglia sempre meno a generalizzare in questo modo piuttosto che a continuare a credere che si tratti sempre e solo di casi isolati, rare eccezioni che spiccano in un panorama lindo e immacolato: pensando questo ci si condanna a non far mai nulla di concreto per risolvere il problema e il problema c'è e ha raggiunto ormai dimensioni enormi.
La questione morale... già doverne parlare così spesso condanna senza appello i tempi che viviamo.
E adesso lasagne, abbacchio, panettone e spumante. C'e' la crisi ma ci siamo spolpati comunque la tredicesima, a gennaio vedremo i sorci verdi, altro che dicembre di crisi, chi piagnucola ora si strapperà i capelli fra due settimanette.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
giovedì 25 dicembre 2008
Col naso nella marmellata
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