Oggi su "Il Secolo XIX" un lettore, F. Cabildon, scrive che le parole del Vaticano sui gay sono state "male interpretate, se non manipolate", e spiega perche': la Chiesa non e' contraria a depenalizzare l'omosessualita', solo teme che si arrivi a permettere le adozioni ai gay e a considerare reato esprimere un'opinione negativa sull'omosessualita'.
Il primo punto e' inconsistente: anche se fosse, a) il rifiuto delle adozioni per i gay e' opinione di una confessione religiosa e non necessariamente di uno stato laico e democratico; b) decidere, per questa ragione, di non condannare con durezza chi arresta, condanna, tortura e uccide uomini e donne solo perche' omosessuali, e' miope e criminale. Sul secondo punto direi che sarebbe invece estremamente giusto punire chi, in un discorso pubblico, discrimina una persona in base a ragioni etniche, sessuali o altro (come avrebbe fatto il famoso pastore protestante svedese nella sua omelia).
Che solo possa esistere o essere esisitito uno Stato che considera reato essere omosessuali e' aberrante. Al di la' di questo, la storia e' sempre quella: il Vaticano o il politico di turno dicono una cosa insostenibile o come in questo caso disumana poi, quando attaccati, affermano che sono stati male interpretati, prendendosi gioco, di fatto, di noi cittadini.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
venerdì 5 dicembre 2008
Ho detto ma non volevo dire quel che ho detto
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