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domenica 1 novembre 2009

Se avessimo la democrazia, potremmo esportarne un po' in Iran

Un giovane iraniano, studente di matematica alla Sharif University, che avrebbe vinto le Olimpiadi della Matematica e si chiamerebbe Mahmud Vahidnia, ha preso la parola alla terza Conferenza nazionale delle Giovani Èlite e per venti minuti ha criticato, si legge, «le tv e radio di stato, il clima poliziesco che circonda la stampa, l'impossibilità di esprimere critiche alla Guida Suprema e la struttura di potere nel Paese incarnata dal Consiglio dei Guardiani e l'Assemblea degli Esperti» che imbriglia la democrazia e tutto questo alla presenza dell'ayatollah Ali Khamenei, Guida suprema dell'Iran. Il giovane è scomparso. Sarebbe stato arrestato e sarebbe ora nelle mani dei Guardiani della Rivoluzione, che certo non gli staranno offrendo caffè e pasticcini. In Italia si sarebbe subito reso pubblico un video compromettente su di lui (lui che va a trans o che porta calzini turchesi, a seconda del materiale disponibile) e lo si sarebbe definito comunista, al soldo della Russia e dei giornali internazionali, anti-italiano. E si sarebbe detto: ma anche l'opposizione imbriglia la democrazia, oppure: abbiamo il voto degli Italiani, nemmeno le condanne ci fermeranno. (cribbio!)
Ma, forse, la cosa tragica è che in Italia nessuno ha un coraggio e una dignità simili, basta vedere come i telegiornalisti ripetono a pappagallo seduti alle loro scrivanie notizie false o artefatte, nascondendone altre e come in generale tutti o quasi tutti, per pigrizia, servilismo o imbecillità, pieghino la testa di fronte allo scempio che ci circonda, dal commentatore più celebrato al cittadino più sconosciuto, fatte salve alcune poche lodevolissime eccezioni, s'intende.
Siamo come l'Iran? No, per ora. Ma non siamo più una democrazia, nella sostanza.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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