Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola,lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (art.21)

* HOME * CHI SONO * REGOLAMENTO * COSA HO APPENA [RI]LETTO * COSA HO APPENA [RI]VISTO, [RI]ASCOLTATO *
MI PIACE * FB 1 * FB 2 * SCRIVIMI * CONDIVIDO * DEFINIZIONI * FONTI * ALIZEE *


.
Se trovi interessante quel che scrivo non sai cosa ti perdi su Twitter e Facebook.
Se non mi trovi interessante, lo accetto, ma hai un problema! :-)

giovedì 12 marzo 2009

Il regime mediatico-aziendale

Martedì 10 marzo 2009 - Un pò sul serio, per dare un'altra bella spallata ad una democrazia traballante e vilipesa e che, nella sua visione del mondo, rappresenta solo un fastidioso ostacolo che sempre si frappone ostinato fra i suoi personali desideri e l'attuazione a nostre spese degli stessi, un pò per gioco, allo scopo di distogliere l'attenzione dei media, del resto in buona parte asserviti ai suoi voleri, e del popolo, che tele-obbediente lo ha votato, dai reali problemi che assillano il paese, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (PDL), riuscendo non si sa bene come a trattenersi dal ridere, ha proposto che d'ora in poi, in Parlamento, a votare siano solo i capigruppo: dieci persone o poco più, insomma, invece che tutti i deputati. Da destra e da sinistra, passati quei cinque-dieci minuti in cui anche i più scafati fra gli squali dell'establishment avevano interpretato l'ennesima uscita come la solita buffonata di scarso peso e forte impatto, si levano ben presto voci di indignata protesta a difesa della Costituzione e di quel poco di democratico che ancora permane qua e là in istituzioni violentate giorno dopo giorno da deputati nominati non eletti e che dunque non rappresentano nessuno e tantomeno noi elettori: Fini, presidente della Camera dei Deputati, forse più stupito che schifato, per tener fede al suo nuovo corso di uomo politico moderato e garante di tutti, risponde che la proposta cadrà nel vuoto; Franceschini (PD) afferma di essere indeciso se ridere o se piangere e, sarcastico quanto serve, ribatte che il prossimo passo potrebbe essere quello di prevedere un unico tasto per le votazioni nell'ufficio di Berlusconi (a proposito, Franceschini giorno dopo giorno ci sta facendo capire cosa non stava facendo Veltroni). I grandi dittatori del passato si lasciano andare, dal profondo silenzio delle loro tombe, a grandi ululati di approvazione e di sincera ammirazione per un uomo che, senza apparire come tale, ne sta facendo impallidire il ricordo di tiranni: se solo avessero avuto anche loro idee simili a questa...
In effetti, dato che all'interno della maggioranza non c'è quasi più dialettica (c'è mai stata?) e che, del resto, il governo, forte dei suoi numeri e della sua spiccata vocazione antidemocratica, approva a testa bassa tutto quel che vuole senza sentire il bisogno di discuterne prima con l'altra metà del paese, e anzi rigettandone sprezzante a priori le idee e le obiezioni, e ricorrendo spesso ai decreti legge che di fatto esautorano il Parlamento svilendone le funzioni, potremmo fare di meglio: licenziamo i deputati e chiudiamo le Camere, risparmiando così un bel po' di quattrini, e lasciamo decidere tutto a Berlusconi, che quindici anni fa è miracolosamente sceso in campo per noi, per salvarci dalla terribile minaccia comunista che stava prendendo corpo sulle macerie di Tangentopoli. Silvio Berlusconi, statista di grande rilievo e prossimo Presidente della Repubblica, imprenditore di enorme successo, vero prototipo dell'uomo che si è fatto da solo e da solo ha costruito un impero che dà da mangiare a migliaia di persone (spingendone alla fame altri milioni, ma questi sono dettagli), spesso perseguitato da machiavellici e vendicativi giudici di sinistra, vittima di attacchi gratuiti e di sentenze politiche, Silvio Berlusconi, dicevamo, investito di una così grande responsabilità quale quella di unico e sapiente utilizzatore del tasto rosso delle votazioni parlamentari ("provvedimento numero 12995, votanti 1, astenuti 0, a favore 1, contrari 0, lo studio di Berlusconi...ops, pardon , la camera approva") di sicuro saprà decidere sempre per il meglio in ogni campo, garantendoci un futuro di benessere e prosperità, consigliato anche dai suoi avvocati, segretari e consiglieri che poi, mensilmente, provvederanno ad elencare brevemente le nuove leggi entrate in vigore con brevi spazi informativi durante le pause del Grande Fratello, che noi puntualmente perderemo, impegnati come saremo nella pausa pipì. Così facendo eviteremo le tipiche ed inutili lungaggini che paralizzano la vita del paese con la scusa della "democrazia" (le discussioni in aula, l'ostruzionismo, gli emendamenti, le perdite di tempo di interminabili votazioni, le fastidiose voci contrarie, le pacifiche manifestazioni di popolo, le grandi battaglie civili e ideali, gli scioperi in difesa dei diritti dei lavoratori) e Berlusconi avrà campo libero, ops... volevamo dire più tempo per occuparsi anche del Milan e delle altre sue innumerevoli attività. Un governo aziendale per un paese più efficiente, è questa la soluzione che ci farà uscire dalla crisi più forti di prima (quale crisi, a proposito?). Dopo le nuove misure restrittive nell'ambito della disciplina degli scioperi, dopo l'ennesimo tentativo (questa volta targato Carlucci) di mettere il bavaglio all'unico media libero rimasto (Internet), facendoci peraltro ridere dietro da tre quarti di mondo (quello libero e civile), dopo l'inaudito e sovversivo tentativo di annullare con un decreto legge d'urgenza una sentenza passata in giudicato (caso Englaro), dopo i frequenti e poi regolarmente smentiti attacchi alla Carta Costituzionale, alla Magistratura, al Presidente della Repubblica e a chiunque osi levare una sia pur timida voce contraria a una qualsiasi delle decisioni di questo illuminato governo o cerchi, unico fra tanti, di far rispettare le leggi vigenti, ecco quindi balzare agli onori della cronaca un altro affondo antidemocratico e anticostituzionale portato avanti da un uomo che in questi quindici anni non ha mai perso occasione per dimostrarci quanto poco rispetto nutra per le istituzioni e per la democrazia e che, vero e proprio caso unico al mondo, si è impossessato a poco a poco dei bastoni del potere pur essendo titolare di un conflitto di interessi gigantesco ed irrisolvibile, facendo leva su un vasto consenso mediatico carpito grazie all'utilizzo sistematico di preponderanti mezzi di manipolazione della pubblica opinione e sfruttando scientificamente tutte le debolezze di un sistema e di un paese ancora formalmente democratici ma, di fatto, già avviati verso un tramonto plutocratico e assolutista, che vede la morte progressiva ed inesorabile di tutti i principali diritti civili conquistati in secoli di lotte e di sacrifici e ora sacrificati sull'altare di un capitalismo senza regole, in cui il più forte sbrana l'indifeso, e di un bipartitismo imperfetto che dal vecchio consiociativismo ci sta in pratica conducendo verso una innovativa e mortale forma di democrazia liberticida e non rappresentativa: il regime mediatico-aziendale. Questa nuova forma di governo nasconde, sotto una rassicurante ma livida crosta di democratico consenso, i lati più oscuri e più inconfessabili di un regime che probabilmente non manderà a morte gli oppositori ma, forse, solo perchè ne avrà dapprima ucciso la coscienza e lo spirito critico, isolando del resto, per il tramite di leggi liberticide e medievali, gli irriducibili liberi pensatori, e che forse non si trasformerà mai apertamente in dittatura, ma solo perchè riesce così bene ad ottenerne tutti i vantaggi e a svilupparne tutti i tratti riuscendo nel contempo a mantenere una parvenza di democrazia rappresentativa. Quella della democrazia che è ancora ben salda e del fatto che non si può parlare di regime perchè così si fa il gioco di Berlusconi è una trita favola alla quale ormai nemmeno i più ingenui fra i bambini riescono a credere, sotto l'onda incalzante di eventi che parlano fin troppo chiaro da soli alle orecchie di chi, ancora non del tutto reso ottuso dalla tv e dall'informazione telecomandata, riesce sempre a coglierne la gravità e ad indignarsi a ribellarsi di fronte all'avanzata di questo schifo che tutto travolgerà e assimilerà, rendendo estraneo o perfettamente conforme tutto quello che gli si parerà davanti.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)


Nessun commento: