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mercoledì 18 marzo 2009

Joseph Ratzinger contro la vita

Sull'aereo che lo sta conducendo in visita nella regione al mondo più colpita dall'Aids (nel 2007 si sono registrati nell'Africa sub-sahariana il 35 per cento dei casi di contagio e il 38 per cento dei decessi), Papa Ratzinger ha affermato che l'Aids è "una tragedia che non può essere risolta solo con il denaro né attraverso la distribuzione di preservativi che persino aggravano il problema." La soluzione, ha sostenuto, e' in un "risveglio spirituale e umano".

Il ministro degli Esteri francese ha espresso grandissima preoccupazione per le conseguenze sulla lotta contro l’Aids delle parole del papa Benedetto XVI sull’uso del preservativo. In Germania le ministre della Salute e della Cooperazione economica e dello sviluppo hanno spiegato che "i preservativi giocano un ruolo decisivo" nella lotta all’Aids" e "salvano la vita, tanto in Europa quanto in altri continenti", criticando le parole del Papa.
Analoghe dure reazioni stanno arrivando in queste ore da parte di personalità, associazioni, mezzi di informazione e governi di tutta Europa. Alcuni esempi: le frasi di Benedetto XVI sono "irresponsabili e criminali" secondo il segretario nazionale del partito comunista francese, Marie-George Buffet; per l’ex premier di destra, Alain Juppè, "questo Papa comincia a rappresentare un vero problema"; Daniel Cohn-Bendit, esponente ecologista, ha affermato che "ora di questo Papa se ne ha abbastanza" e che dichiarazioni come quelle di ieri sono "quasi da omicidio premeditato". Il direttore esecutivo del Fondo mondiale per la lotta contro l'Aids, Michel Kazatchikine, ha espresso la sua profonda indignazione: "Queste parole sono inaccettabili. E' una negazione dell'epidemia. E fare tali dichiarazioni in un continente che è sfortunatamente quello più colpito dalla malattia, è assolutamente incredibile".
In Italia tutto tace o quasi fra le fila del governo e in quelle del principale partito d'opposizione, ma si sa bene che i nostri politicanti non brillano certo per coraggio e indipendenza di pensiero: da noi il Papa detta legge e, per fare solo un esempio, ancora oggi è la causa numero uno delle discriminazioni in tema di diritti civili di cui sono vittime tuttora, nel terzo millennio, tutte quelle persone il cui orientamento sessuale non è eterosessuale.

In meno di dieci secondi il Papa, utilizzando nel peggiore dei modi la sua enorme influenza sui cattolici africani, ha dato ancora una volta un colpo mortale ad anni di sforzi e di sacrifici compiuti da tutte quelle organizzazioni mediche mondiali e da tutti coloro che a vario titolo stanno combattendo da anni la guerra contro l'Aids e ha posto le premesse perché le politiche sanitarie di mezzo mondo incontrino ostacoli insormontabili e perché altre migliaia di persone muoiano in un prossimo futuro a causa di questo flagello che sembra inarrestabile.

La nostra posizione è nota: il capo di uno Stato grande quanto un fazzoletto, finanziato da enormi borracce di soldi pubblici italiani, non perde occasione per esprimere posizioni retrive e inumane che, sebbene lecite in via di principio come è lecito per chiunque dire qualsiasi cosa gli passi per il cervello, nei fatti sono da condannare senza esitazioni perché influenzano le decisioni di parecchi politici, le politiche di parecchi governi e finiscono col produrre effetti gravissimi sui diritti e sulla vita di milioni di persone. Qui non si tratta di libera espressione di posizioni personali ma di irresponsabilità e di inaccettabile ingerenza da parte di personaggi che, in nome del loro Dio e di norme che mai nessun Dio ha stabilito, adottano e pretendano che tutti, credenti e laici, adottino comportamenti contrari alle più basilari norme di buon senso e di salute pubblica e che, in nome del loro Dio, effettuano dichiarazioni pubbliche che, nei fatti, seminano morte e sono quindi contro l'uomo e contro la vita.

Contrastare con parole o azioni la diffusione dei preservativi è contribuire a diffondere un'epidemia e quindi favorire la malattia e la morte di migliaia di innocenti; considerarne peccaminoso l'utilizzo, perfino fra coniugi di cui uno malato, è addirittura incredibile.
Non utilizzare il condom è segno di inciviltà, di mancanza di rispetto per il partner, di barbarie; non farlo, poi, per presunti motivi religiosi rende beffardo un comportamento di per sé già stupido, pericoloso, criminale.

Nei prossimi giorni la Chiesa Cattolica Romana cercherà di smussare gli angoli, di chiarire opportunamente cosa intendeva dire e cosa invece è stato mal interpretato; Ratzinger non intendeva dire questo, ma quest'altro, ecc. Noi preferiamo essere un po' più tranchant, esattamente come è stato oggi Ratzinger comodamente seduto sulla poltrona dell'aereo che lo sta portando in Africa, e diciamo che chiamare a raccolta i cattolici africani agitando lo spettro dell'inferno, come ancora una volta un Papa ha ritenuto opportuno fare, significa molto semplicemente spedirceli, all'inferno.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)


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