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sabato 4 aprile 2009

Dalla botte esce il vino che c'e'

Oggi si e' svolta a Roma la manifestazione organizzata dalla CGIL "per il lavoro e contro il governo". Secondo gli organizzatori vi hanno preso parte 2 milioni e mezzo di persone; secondo la Questura 200 mila. Per chi bisticcia con la matematica, 200 mila è l'8% di 2 milioni e mezzo, un po' come se voi prestaste a un conoscente 6000 euro e questi ve ne restituisse solo 500 sostenendo di aver estinto il debito. Al di là del fatto che Roma è stata invasa da una incredibile marea umana, e tacendo pure del fatto che (senza contare le due navi, i treni, le auto, i piedi di chi a Roma già ci abita) se solo i pulmann erano 7000 cio' vuol dire che solo coi pulmann sono arrivate come minimo 210.000 persone (calcolando 30 persone a pulmann mentre in genere sono di più), quel che mi chiedo è questo, tutte le volte che leggo simili assurdità: come possono due osservatori diversi, guardando lo stesso cestino di mele, affermare a occhio l'uno che ne contiene 50 e l'altro che ne contiene 600? E' evidente che uno dei due (o tutti e due) e' cieco o in malafede. E che comunque ci prende per il... cestino. Fate voi. Ora, dagli organizzatori un pò di esagerazione ce l'aspettiamo sempre, è fisiologica, come da chi compila il suo curriculum: se sa dire a malapena good morning e bye bye sul C.V. scriverà "inglese: discreta conoscenza", è normale. Ma dalle questure mi aspetterei valutazioni esatte. E siccome se non erano 2,5 milioni di sicuro erano ben oltre il milione, fate di nuovo un po' voi. L'Italia e' un paese che difetta di serietà a livello congenito, ma si era già detto in un'altra occasione su questo blog, vero?. A proposito, per me questo e' un post del mio blog, per la questura è solo un sms piuttosto lungo.

Fin qui sulle stime così assurde da sembrare stupide. Per assonanza con l'ultimo termine adoperato passiamo adesso ad elencare le principali reazioni del governo a questa manifestazione. Brunetta (PDL, è ministro) definisce l'iniziativa del sindacato "una scampagnata che muove risorse, ristoranti, autobus, quindi è un fatto positivo per la ripresa economica" e "non fa male". Gasparri (PDL, è senatore, lo so che Caligola fece senatore il suo cavallo, ma non divaghiamo) parla di "carnevalata" (se ne intende, forse?). Cota (Lega Nord, genio emergente, deputato) parla di "sfila di apparati" sostanzialmente inutile. Nel centrodestra di parla di "flop", di CGIL "abbandonata". Ancora qualche ora e il premier se ne uscirà con la sua usuale buffonata: "54 milioni però sono rimasti a casa".
Di fronte a simili affermazioni, che offendono una buona metà del paese se non di più, che stridono con le piu' elementari norme di rispetto e di educazione, che anche il mio cane avrebbe vergogna a pronunciare (e dopo si andrebbe a rintanare sotto il divano), che sono indegne di un uomo di stato, sia esso di destra, sinistra o centro, che, vogliamo parlar chiaro, sono offensive e stupide, quale spiegazione può essere trovata? Davvero non so. Mi viene solo da pensare che quando si è ministri per caso, può capitare di pronunciare parole a caso, irridendo migliaia di persone dopo averne ignorato i bisogni e calpestato i diritti: non saprei spiegare altrimenti la protervia, l'insulsaggine, la non pertinenza e la pochezza di certe reazioni. Brunetta è quello stesso Brunetta che definisce "guerriglieri" gli studenti che disarmati protestano in piazza (del resto Berlusconi minacciò di mandare la polizia nelle scuole, poi sentendo giungere, dall'aldilà, gli applausi di Pinochet smentì prontamente comme d'habitude); "fannulloni" tutti i dipendenti pubblici; sostanzialmente inutili le organizzazioni sindacali. Il premier a cui Brunetta risponde è uso considerare la democrazia un fastidioso ostacolo alla realizzazione piena e veloce delle sue volontà e soddisfazione delle sue esigenze. In altre parole: dalla botte esce il vino che c'e', e ciascun uomo dimostra di che pasta è fatto tramite pensieri, parole e azioni, con uno stile che altro non è se non l'impronta di ciò che si è su ciò che si fa. Qui non si tratta di essere di destra o di sinistra, berlusconiani o per la legalità (ops...): si tratta di dignità, di rispetto dei ruoli e della dialettica democratica; si tratta di uomini che non hanno il senso dello stato e che nonostante questo lo rappresentano. Si tratta di persone che rappresentano a malapena coloro che li hanno (non) eletti (sono infatti nominati e non eletti, come sapete), figurarsi se possono ambire a rappresentare tutti i cittadini e a governare la cosa pubblica nell'interesse di tutti rispettando la nostra Carta fondante, i principi della democrazia e le più banali regole di convivenza civile. Ma, direbbe uno (il solito bastian contrario), tu nei loro panni cosa avresti detto? Uhm... so per certo che, pur avendo idee diverse, avrei detto ben altro, ma se proprio mi volete abbassare al loro livello avrei fatto meglio a tacere. D'altra parte non è che ci aspettassimo parole pacate, sagge, equilibrate, responsabili, produttive, democratiche: sappiamo troppo bene che un elefante barrisce e una rana gracida per aspettarci che un'aquila squittisca.

Avremo mai un governo degno, di qualunque colore vi venga in mente? Sebbene anche oggi ce ne possano essere di più degni e di meno degni (e noi non abbiamo pescato bene), la risposta è con tutta probabilità no. Il perchè lo sapete, il perchè siamo noi, il perchè siete VOI.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)


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