Ancora un tema sportivo, sull'onda della stretta attualità... un tema, a ben vedere, affine a quello trattato nel post precedente, quanto alle misure prese sull'onda dell'indignazione popolare, del tutto inefficaci a risolvere il problema che si propongono di risolvere e, per giunta, profondamente ingiuste.
Secondo voi, sospendendo le partite e squalificando le società sportive, si elimina il vergognoso razzismo e la profonda ignoranza di persone maggiorenni che allo stadio (e nella vita) insultano per il colore della pelle o per mille altri motivi? Assolutamente no, questa è solo pretestuosa indignazione che ha il merito di sollevare il problema ma mai lo risolverà e nel frattempo punirà anche chi invece si comporta bene.
Il razzismo e la violenza degli stadi sono dirette emanazioni del razzismo e della violenza presenti nella società: rispetto a quel che accade ogni giorno, i cori sono un'inezia. Individui stranieri (e non) sono continuamente discriminati, umiliati, aggrediti nella vita di tutti i giorni: ci abbiamo fatto il callo. Fermiamo i bus quando la sera, alla fermata, una ragazza viene molestata? Oppure puniamo i responsabili con pene severe e, per il futuro, intraprendiamo una massiccia azione educativa che prenda le mosse dall'età prescolare?
Non so se è peggio il punto a cui siamo arrivati o la constatazione che continuiamo a prendere misure del tutto inutili: il primo aspetto genera disgusto, ma il secondo genera sconforto.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
1 commento:
secondo me il fatto che si debbano sospendere le partite in caso di cori razzisti non esclude il fatto che questi tizi possano esser rintracciati e perseguiti penalmente.
con l'introduzione della norma, personalmente, spero che le società in primis ma poi anche il resto della curva-tribuna, prendano distacco da certi elementi.
ciao e grazie del commento
BECA
http://www.lucabecattini.it
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