Gli studenti del liceo Beccaria di Milano si sono visti censurare l'ultimo numero dell'"Urlo", che raffigurava una vignetta su Benedetto XVI e la contraccezione: la preside l'ha trovata di pessimo gusto e ha fatto strappare la copertina dai giornalini. Gli studenti si sono difesi dicendo che era loro intenzione stimolare un confronto, attraverso la vignetta (satira) e i contenuti delle pagine interne (cronaca e commento). Morale della storia: il Papa può esprimere sempre il suo pensiero anche se, poniamo, scientificamente falso e tale da poter ostacolare l'efficacia che il preservativo ha, assieme ad altri mezzi, nell'arginare la diffusione dell'Aids; alcuni studenti redattori di un giornalino scolastico non possono invece esprimere la loro opinione, anche per mezzo della satira, perchè il soggetto rappresentato potrebbe offendersi. Il problema è sempre lo stesso: la satira, da Aristofane in poi, non ha riguardi, altrimenti non è satira ma propaganda e la censura non è mai scusabile od opportuna ma sempre odiosa e da condannare, indipendentemente dalle ragioni addotte dal censore; giornalismo, spesso, è dire quel che alcuni non vogliono che sia detto. L'unico aspetto positivo della vicenda è che almeno questi giovani ed entusiasti giornalisti hanno imparato da subito come funziona il mondo.
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autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
giovedì 9 aprile 2009
La censura non è mai scusabile
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