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giovedì 19 agosto 2010

Intervista al prof. Calisson (13 agosto 2010)

(Politica e Persone, anno 2, numero 4)

CALISSON: "BOSSI FAREBBE MEGLIO A NON INTERVENIRE IN QUESTA FASE"

Il celebre politologo francese ci offre il suo solito sguardo disincantato sugli affari di casa nostra.
"Quanto a Berlusconi, la sua fine è appena iniziata, o viceversa."

Siena - Incontriamo il celebre prof. Calisson nella sua residenza senese una soleggiata mattina di agosto. Ci apre la porta la sua domestica, che sussiegosa ci accompagna attraverso il salone fino a uno splendido patio dove ad aspettarci ci sono il celebre studioso transalpino, seduto davanti a una pila di libri, gli occhiali appoggiati sul naso e un martini in mano, e il suo bassotto sonnacchioso e davvero poco interessato al nostro arrivo.

D: Prof. Laurent Calisson, lei che tanti volumi di successo ha scritto sulla nostra storia politica recente, come valuta il momento politico italiano, dopo la clamorosa rottura tra Fini e Berlusconi?
R: Bon, è indubbiamente presto per fare previsioni sull'evoluzione di questa non del tutto inaspettata crisi, tuttavia penso che il nuovo gruppo parlamentare nato da questa scissione renderà la vita parecchio difficile nei prossimi mesi all'esecutivo.

D: Figa! Questo lo sa pure il mio criceto. Cioè, ehm... volevo dire... e approfondendo un tantinello l'analisi?
R: What is "figa"?

D: Ehm, nulla, nulla... E, caro Professore, cosa diciamo a proposito del ruolo di Bossi? Non rischia di divenire sempre più centrale nel panorama politico? E quali sono i rischi possibili di una tale evoluzione?
R: Mah... Con questi chiari di luna Bossi farebbe meglio a stare in disparte ed osservare gli eventi, ha tutto da perdere se si intromette in questa lite da cortile, mi creda. Vedo invece che non esita a mettere, appena può, il "dito" tra i due litiganti...

D: Che fa, Prof. Calisson, allude, per caso?
R: No, no... non mi fraintenda: è che in "medio" stat virtus, la Lega ha fatto tesoro di questa antica saggezza. E proprio il medio spesso utilizza a fini politici...

D: Resta il fatto che la scissione di Fini, Bocchino e compagnia bella creerà non pochi problemi a una maggioranza che pur avendo un vantaggio numerico colossale in Parlamento si ritrova ora a dover contare i voti uno per uno, cosa ne dice?
R: Sono d'accordo, tenga conto poi che molti lì dentro arrivano a contare a malapena sino a dieci. Si tratta in ogni caso di un interessante processo di autodistruzione, forse l'unico processo a cui il premier non riuscirà a sottrarsi, eh eh...

D: Già... (mah!) e... di Italo Bocchino, che rappresenta sempre più la voce narrante di questa nuova compagine politica il cui leader è Fini, cosa possiamo dire?
R: Berlusconi potrebbe scoprire per la prima volta che si trattava di un valido politico e non di un capisaldo del suo programma di governo...

D: Ma Professor Calisson!!! Che cosa mi fa adesso, satira politica e della più facile e becera?
R: No, non era mia intenzione, stia sicuro, e poi oggi come oggi anche il più bravo umorista fatica a mettere insieme due battute che non siano subito surclassate dalle uscite da manicomio di questi campioni del burlesco che non avete eletto...

D: Uhm... e che ci dice di Bersani? A suo parere, sta sfruttando in maniera adeguata l'opportunità che gli si è presentata o, come spesso è accaduto, il PD non saprà offire una valida alternativa a questa maggioranza a brandelli?
R: Chi, scusi?

D: Bersani, il leader del PD.
R: Ah sì, è ancora lui il segretario, vero? Che dire... la sua musica mi è sempre piaciuta, il suo modo di porsi, così fresco e giovane, così capace di arrivare direttamente ai giovani. L'ho apprezzato sin da "Chicco e Spillo". Ma sbaglio o è un po' che non si sente un nuovo pezzo di Samuele Bersani?

D: Lasciamo perdere, Professore... ci dica invece qualcosa su Marchionne: ha fatto molto discutere la sua recente affermazione circa la smobilitazione di Mirafiori a favore di una delocalizzazione in Serbia... Cosa ne pensa?
R: Dico che Melchiorre, che di recente... ehm, Marchionne, che Obama giusto pochi giorni fa ha inspiegabilmente lodato pubblicamente, presumo per il cachemire sempre in tinta coi calzini, ha ancora una volta dimostrato un vecchio assioma sempre valido.

D: E cioè, scusi?
R: Che l'abito fa il monaco, eccome se lo fa. Basta togliersi la cravatta e mettersi un bel maglione colorato da trecento euro che subito il sindacalista cala le difese e, gli occhi brillanti di genuina commozione, si fa mettere nel sacco con gran facilità. Se ci pensa, è un vecchio trucco. Il PD si è subito innamorato perso di questo padrone a collo alto, di questo capitalista che vuol fare il compagnone col maglione da scampagnata domenicale e il risultato è stato che l'operaio è il nuovo schiavo moderno e i sindacalisti sono divisi come un governo di Prodi e utili come un secchio d'acqua salata in alto mare.

D: Ritiene dunque che Marchionne non abbia portato nulla di nuovo nel mondo produttivo del nostro paese?
R: Ritengo piuttosto che sarebbe stato meglio meglio prenderlo nel sedere come d'abitudine e cioè con la cravatta d'ordinanza: lo stile è sempre lo stile, dopotutto, anche in certe situazioni poco carine.

D: Ma Professor Calisson, mi tolga un dubbio: è sicuro di aver scritto proprio lei tutte quelle analisi politiche che l'hanno resa giustamente famosa?
R: Senza ombra di dubbio. Penso che lei si riferisca a betsellers indiscussi quali il saggio "La politica spiegata a un deficiente", il romanzo autobiografico "Dove ho messo la tessera elettorale che domani si vota" e il pamphlet "Voto chi mi pare e se mi gira nemmeno ci vado, a votare": mi sono costati anni di studio ma ne è valsa la pena, mi creda. I volumi che lei ha ricordato, e che tanto successo mi hanno portato in Francia e in tutta Europa, sono assolutamente miei. Si figuri che ho ancora lo scontrino, se vuole glielo faccio vedere...

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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