3 settembre 2009 - Poche ore fa Boffo, direttore dell'Avvenire, si è dimesso. Senza che ve ne fosse la necessità, in realtà, non rivestendo il Boffo cariche pubbliche, essendo nota da anni la sua disavventura giudiziaria, essendo tale disavventura del tutto irrilevante ai fini dell'analisi delle mille assurdità di un premier in pieno delirio, ed essendo stato vittima di una evidente manipolazione mediatica. La sua è una scelta personale, che capiamo: ha osato criticare lievemente la condotta di vita assolutamente anticristiana del premier e si è ritrovato chili di fango sulla sua vita, sparati dai cannoni mediatici di cui il premier dispone per tacitare i portatori di opinioni diverse dalle sue e che sono caricati con pallettoni di dossier sporchi e taroccati, ottenuti chissà come, pronti per essere usati contro chi oserà dire la sua. Boffo non ci piaceva, perchè per anni aveva sempre fatto le tre scimmiette di fronte al progressivo degrado morale sociale e politico di questo paese, alle continue picconate inferte da una banda di ladroni alle nostre istituzioni più care: la Chiesa cattolica ha sempre fatto buon viso a cattivo gioco sulla nostra pelle, pur di non perdere alcuni privilegi irrinunciabili; poi, quando son venute fuori le mutandine della escort e il karaoke con la minorenne, ha osato finalmente dire qualcosa (perchè nella distorta ottica clericale farsi una puttanella è molto peggio di corrompere, farsi leggi ad personam, distruggere democrazia e libertà), pigliandosi subito una bella sportellata. Di Pietro, indagato a suo tempo, si dimise. Il figlio, nemmeno indagato, solo citato in una testimonianza, si dimise. Le poche persone corrette di questo paese si sono sempre dimesse dalle cariche pubbliche quando sono stati investiti da un sospetto o, peggio, coinvolti in un processo. All'estero non lo fanno invece solo le persone corrette, ma tutte, se sono in politica. Berlusconi è sempre lì, in sella al delirio di cui de mesi ride il mondo intero. Tanto, se si viola una leggina, è più rapido modificarla o farne un'altra, per uscire dall'impasse: altro che affrontare un processo e far valere la propria innocenza, mica ha tempo da perdere il premier di un paese del G8, c'e' un mondo da salvare e un solo PapiSilvio: chi è in missione per conto di Dio non può curarsi di un libro che si intitola codice penale nè di valori oramai obsoleti come onestà, sincerità, credibilità. Il mondo va avanti, le cose cambiano: siamo noi che pretendiamo politici onesti ad essere vecchi e sorpassati, oggi è la Banda Bassotti che comanda a Paperopoli, alleata con Paperone e Rockerduck; Basettoni e Manetta sono in pensione, Macchia Nera e Gambadilegno fanno i ministri, Trudy pure, Paperino non ci si raccapezza più, Qui, Quo e Qua fanno le ronde, Gastone fa il tuttologo in tv al servizio del regime, Paperina ha ottenuto un posto da deputata perchè al Grande Fratello erano già a posto.
Pansa non mi piace molto, in particolare il suo rigurgito revisionista mi lascia estremamente perplesso. Gli riconosco comunque doti da indovino. Il 3 agosto scorso, in occasione del cambio di direzione al quotidiano 'Il Giornale', scrisse: 'Dalla carta stampata colerà il sangue e anche qualcosa di più immondo. E mi chiedo se tutto questo servirà a migliorare la credibilità del giornalismo italiano. La mia risposta è netta: no. Servirà soltanto a rendere più infernale la bolgia che stiamo vivendo'.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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