Negli ultimi anni in Italia sono avvenuti alcuni crimini efferati e tuttora inspiegati. Penso ai casi Cogne, Garlasco, Erba, Perugia, ma ve ne sono molti altri, meno noti ma non meno crudeli e non meno irrisolti. Figli che massacrano i genitori e viceversa, fidanzati o compagni di studi che si uccidono a vicenda, vicini di casa che sterminano intere famiglie. Scandalo mediatico, indagini lunghe e complesse, perizie che durano anni e che ogni sei mesi rivoltano la prospettiva di 180 gradi, prove cancellate, sconfessate, non trovate, tralasciate, mosse e contromosse di accusa e difesa, patteggiamenti, stralci, inchieste che sembrano andare avanti a tentativi: nessuna certezza viene mai raggiunta, paradossalmente anche in quei pochi casi in cui qualcuno in galera c'è (vedi Erba). E' evidente che tutto questo trae origine dalla notevole inadeguatezza (tecnica, economica, organizzativa, umana?) dei nostri organi inquirenti, è l'unica spiegazione logica. Non è infatti possibile che comuni cittadini, persone normali, a volte anche d'età, riescano, magari sotto l'impeto del momento (ma anche se ammettiamo che vi sia premeditazione cambia poco) a compiere delitti perfetti, senza lasciare tracce di nessun tipo (capelli, sangue,
impronte, ricevute, tracce col cellulare), con alibi non smontabili, senza mai tradirsi o contraddirsi, senza che vi siano mai testimoni, in poche parole senza mai commettere errori di nessun tipo: nemmeno il più allenato, spietato e professionale dei serial killer ci riuscirebbe. Solo quando il colpevole confessa il caso si risolve subito, ma spesso poi ritratta e allora si torna nel circolo vizioso delle mille verità e nessuna certezza.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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