Siamo seri: un privato cittadino che lavora e ha una famiglia non può impiegare anni della propria vita e buttare dalla finestra montagne di denaro per difendersi in tribunale da eventuali accuse che gli dovessero essere rivolte. A maggior ragione non si può pretendere che un simile sacrificio venga chiesto a chi si occupa giorno e notte della cosa pubblica e ha sulle spalle immense responsabilità e impegni gravosi. Senza contare che i giudici sbagliano quasi sempre, e quando non sbagliano decidono, essendo uomini, in base a pregiudizi, convinzioni politiche o rancori personali. Per questo motivo propongo una riforma di grande buon senso: chiunque verrà accusato di reati di non estrema gravità sarà chiamato a dichiararsi, sotto giuramento, colpevole o innocente e ad autocertificare il suo stato: una firmetta sotto la frase «non ho commesso il fatto» e potrà dimenticarsi di tutto, sarà in pratica auto-assolto nel giro di un'oretta. Un po' come già avviene oggi, quando si deve firmare la ricetta per dichiarare che si è esenti per reddito, o autocertificare il proprio reddito per pagare meno tasse universitarie.
Escluderei questa misura solo per l'omicidio e i reati di mafia, per ora; ma sarebbe l'ideale per reati quali furto, truffa, corruzione, peculato, violenza privata, sequestro, stupro, estorsione, etc. Ogni anno si farebbero solo i processi per reati gravissimi, la giustizia tornerebbe a essere veloce e i tribunali decongestionati. Ne ho parlato con amici e siamo tutti d'accordo. L'alternativa sarebbe potenziare i mezzi a disposizione dei magistrati, eliminare le leggi ad personam e le inefficienze, garantire l'indipendenza della magistratura e nel contempo punire i cattivi magistrati, velocizzare i processi, costruire carceri, rendere certa la pena, dimenticarsi di immunità, lodi, indulti, prescrizioni, cavilli e patteggiamenti, insomma far funzionare la giustizia come si deve. No, molto meglio la nostra idea.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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giovedì 23 luglio 2009
Come riformare la giustizia
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cronache-marziane,
giustizia
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