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mercoledì 1 luglio 2009

Lo zampino del fattore umano

Viareggio, treno deragliato in stazione ed esplosione del carro cisterna carico di GPL, 17 finora i morti.

Aperta un'inchiesta dalla procura di Lucca. Al momento il fascicolo penale è a carico di ignoti. La procura di Lucca ha di fronte a sé un compito arduo: fare giustizia per le vittime del disastro cercando le responsabilità in un intrico di competenze in materia di manutenzione e di normative complesse e in rapida evoluzione sul trasporto di merci pericolose.
Il procuratore generale Beniamino Deidda, uno dei magistrati più esperti in Italia in materia di sicurezza sul lavoro, è tuttavia molto chiaro: "Questo incidente non è frutto del caso ma di precise azioni od omissioni che saranno attentamente vagliate". "Tutto ciò che circola sulla rete ferroviaria italiana - precisa il magistrato - deve essere a norma, e Trenitalia ne è responsabile". (repubblica.it, 01/07/2009)

C'entra eccome la fatalità, in quel che è successo a Viareggio. Il carro poteva deragliare in una zona disabitata, l'asse poteva spezzarsi a treno fermo in stazione, la cisterna poteva evitare di esplodere, io potevo passare di lì e ora non essere qui a scrivere, alcuni magari si sono salvati per questioni banali o per pochi minuti di ritardo o di anticipo sulle abitudini di sempre.
Ma è veramente difficile trovare tragedie al cui verificarsi l'uomo non abbia attivamente collaborato, in piccola o in grande parte, direttamente o indirettamente, appunto con azioni od omissioni, negligenza o superficialità, o in alcuni casi (non a Viareggio, sembra) per avidità o malvagità.
Il fattore umano è spesso decisivo: sembra per esempio che a salvare i passeggeri dei due treni in arrivo quella sera sul luogo della tragedia sia stata la prontezza di riflessi di un capostazione.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)


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