L’avv. Ghedini, di mestiere, difende Berlusconi: non c’è nulla di male in questo, intendo essere pagati per difendere una persona. L’unica cosa di male che vedo è che in genere, se sei un morto di fame o anche solo una persona a reddito fisso, permetterti un avvocato ti costa una fortuna, ma il caso di cui stiamo parlando non contempla certe miserie. L’avv. Ghedini, oltre a essere l’avvocato di Berlusconi, è anche parlamentare (lo ha nominato tale il suo illustre cliente, eh già). Il suo modo di fare può piacere o no, sta di fatto che spesso fa dichiarazioni su dichiarazioni e smentite su smentite ma poi i fatti (quanto sono ostinati, i fatti…) sbugiardano le sue smentite, o smentiscono le sue certezze diffuse a mezzo stampa. Insomma, i suoi numerosi scivoloni indicherebbero che non è proprio la fonte più affidabile a cui appoggiarsi quando se ne vuol saper di più sull’ultima di casa Berlusconi. Restiamo ai casi più recenti.
“Non è mai andata a casa del premier” (riferito alla D’Addario). “Non esistono registrazioni della D’Addario, a meno che qualcuno se le inventi”. Le registrazioni pubblicate da L'espresso? "Di poco pregio e inverosimili". Le tombe fenicie di cui parla compiaciuto Berlusconi con i suoi ospiti? "Altra storia miserabile con cui si tenta di gettare discredito nei confronti del presidente".
Peccato che le registrazioni ci permettano di sentire la voce di Berlusconi, che esse dimostrino che la D’Addario è andata eccome a casa di Berlusconi (e ha provato il suo “letto grande”, sembra con soddisfazione), che sia stato lo stesso Berlusconi, nelle registrazioni, a parlare di tante cose, per lo più futili, e anche delle tombe fenicie (che ora, per Ghedini, diventano prima una bufala, una “storia miserabile” e poi qualche reperto e alcune ossa di poco valore –si noti l’assoluta mancanza di senso della cultura, “solo cocci e qualche ossa”). Esempi così, (intendo dire frasi buttate lì a caso e poi via via smentite, accorciate, allungate, rabberciate, sbugiardate) ne potrei recuperare a decine, questi sono i più divertenti fra gli ultimi in ordine di tempo.
E che dire delle due chicche seguenti, in cui l’avv. Ghedini usa espressioni davvero poco garbate nei confronti delle donne, emulando in questo il suo ben più abile cliente?: “Qualsiasi ricostruzione si possa ipotizzare, ancorché fossero vere le indicazioni di questa ragazza [Patrizia D’Addario] e vere non sono, il premier sarebbe, secondo la ricostruzione, l’utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile” e “Pensare che Berlusconi abbia bisogno di pagare 2000 euro una ragazza perche' vada con lui, mi sembra un po' troppo. Penso che potrebbe averne grandi quantitativi, gratis.”. Espressioni sprezzanti (“utilizzatore finale”, “grandi quantitativi”), più adatte ad un commerciante all’ingrosso maschilista che all’avvocato di un imprenditore miliardario nonché premier di un paese del G8.
Come dimenticare poi la delirante frase “Non è casuale che l’avvocato [Giommaria Uggias] che difende Zappadu [il fotografo di Villa Certosa] sia un eurodeputato dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. C’è una doppia veste - avvocato e parlamentare - che non si dovrebbe confondere.”. Peccato che sia la stessa veste di Ghedini, che invece dovremmo considerare credibile, forse per dogma. Forse, in questo caso, riflettere prima di parlare avrebbe sortito i suoi frutti.
Certo, l’avv. e on. Ghedini è in buona compagnia. Berlusconi, in questi anni, decine di volte ha smentito di aver detto cose che ha detto e che spesso sono pure documentate da registrazioni audio-video, oltre ad aver fornito su questioni pubbliche e private ricostruzioni poi smentite dai fatti o, incredibilmente, da sue stesse successive dichiarazioni rilasciate al fine di correggere il tiro ogniqualvolta, malauguratamente, usciva un pezzo di verità (e quanto è ostinata, questa verità!). Ricordiamo l’affermazione secondo cui avrebbe conosciuto Noemi perché figlia di un ex autista di Craxi (falso), o quella secondo cui non l’ha mai frequentata da minorenne se non con i genitori presenti (falso, la stessa Noemi, prima che qualcuno provvedesse a suggerirle “maggior prudenza”, ha detto il contrario), o quella secondo cui decise all’ultimo momento di farle visita il giorno del suo compleanno (falso, smentita dai preparativi delle sue guardie del corpo, oltre che dalla buffa circostanza secondo la quale il premier girerebbe sempre con un collier da seimila euro nel taschino, per ogni evenienza). Che dire poi di affermazioni esilaranti come queste? “Non ho alcun ricordo di questa donna [D’Addario], ne ignoravo il nome e non avevo in mente il viso”, “Purtroppo abbiamo sbagliato l’ospite”, “Qualcuno ha dato un mandato molto preciso e benissimo retribuito a questa signora D’Addario… un progetto eversivo”. “Non ho mai pagato una donna, naturalmente, non ho mai capito che soddisfazione ci sia, se non c’è il piacere della conquista”. Come se invitare a casa propria decine di ragazze mai viste prima, dopo qualche ora di frequentazione riuscire a passare la notte nel “letto grande” con una o più di queste convincendosi che siano tutte unicamente vittime del suo charme e alla fine fare vari regalini (per non dire delle buste di cui si parla nei nastri) sia diverso dal frequentare una escort. Certo, si tratta pur sempre di attività ben diverse dall’abbordare per strada una prostituta, come tocca fare a noi comuni mortali rischiando multe, sequestri di auto, ecc, grazie alla legge Carfagna che punisce la prostituzione per poveracci ma nulla dice su quella di lusso. Insomma, un po’ come quando nel 2006, sconfitto di misura da Prodi, non ne riconobbe mai ufficialmente la vittoria, preferendo parlare per mesi e mesi di brogli che non furono però mai provati né da lui né da altri.
Chiude questa veloce incursione nel mondo delle verità di comodo e delle menzogne di regime Tarantini, la persona che organizzava le serate a casa Berlusconi e che Berlusconi stesso sentiva al telefono anche dieci-venti volte al giorno: “Non sapevo che fosse una escort altrimenti non l’avrei frequentata né tantomeno l’avrei portata a cena dal presidente” (Giampaolo Tarantini). “Il presidente non sapeva che io rimborsassi le ragazze” (ancora Tarantini). Davvero è un peccato che le registrazioni tra lui e la D’Addario ci rivelino proprio l’esatto contrario: benedetti questi nastri, come sono fastidioai!
Ora capite perché sta per essere approvata una legge che limiterà fortemente la possibilità per la magistratura di intercettare le telefonate e che quindi si tradurrà, per i delinquenti, in un regalo inaspettato e graditissimo. Perché ci sono tanti individui (generalmente politici e amici di politici, tanto per essere chiari) che vogliono poter fare i propri porci comodi senza correre poi il rischio di essere, un bel giorno, sputtanati dalle loro stesse parole. Ecco perché si vogliono legare le mani ai giudici, inventandosi giustificazioni clamorosamente fasulle (come quella secondo cui il costo delle intercettazini sarebbe elevatissimo). Sì, dopo, quando il nastro è uscito, si può sempre smentire o cercare di arrampicarsi sugli specchi, ma insomma: smentire un nastro senza fare la figura del bugiardo è così difficile…
E adesso capite anche perché alcuni chiedano da mesi le dimissioni del premier: perché un uomo che mente è un pericolo per la libertà e per la democrazia. Ma le dimissioni non arrivano, perché per sentirsi in dovere di rassegnarle non basta essersi comportati in modo indegno, inadeguato, immorale o illegale; non basta aver tradito la fiducia di chi ti ha votato e anche di chi non ti ha votato ma è pur sempre un cittadino; è necessario anche avere la percezione, la consapevolezza di aver fatto tutto questo e questo sentimento, alcuni uomini, proprio non riescono a provarlo, anche quando sembra impossibile che possano non provarlo.
Ecco perché, noi Italiani, sudditi in stato comatoso, siamo vittime di un meccanismo perverso che consente a un premier eletto regolarmente (anche se con l’appoggio della quasi totalità dei media) di trasformare democraticamente una democrazia in una forma di governo che non sarà ancora un regime ma che di democratico ha sempre meno.
Ecco perché siamo ostaggi di un uomo che ha perso ogni contatto con la realtà e che, se la realtà non gli piace, può sempre cambiarla a suo piacere e farcela sapere, con comodo, attraverso le sei tv che possiede o controlla.
Ecco perché chi potrebbe opporsi a tutto questo e garantirci un futuro non dico migliore, ma appena un filino meno merdoso, cioè la cosiddetta opposizione, è litigiosa, inconcludente, incapace, inetta, passiva, di fatto complice, salvo rare eccezioni (tipo l’Idv, che però i tg di regime ignorano a bella posta).
Ecco perché siamo nella merda, oltre ad essere la vergogna del mondo civile e un paese che sembra uscito da una favola dell’orrore e che invece è tremendamente, pacchianamente, irrimediabilmente e così felicemente reale.
Se ancora avete in corpo un po' di ottimismo, ecco la batosta finale, quel che il Financial Times scrive di noi oggi, nel racconto di Repubblica (il noto giornale "eversivo", secondo chi ci governa):
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-17/stampa-estera-31/stampa-estera-31.html
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
Se questo blog ti interessa e vuoi essere aggiornato sui suoi contenuti iscriviti al mio feed oppure seguimi via mail
Nessun commento:
Posta un commento