Facciamo un po' di classica analisi politica.
Al governo non importa nulla di Eluana, si tratta di una constatazione banale, risulta evidente che si tratta di una vicenda gestita in maniera strumentale per perseguire altre finalità: d'altra parte se devo salvare una vita (?) non mi muovo adesso che c'è una sentenza non impugnabile, ma legifero sul testamento biologico anni fa, in modo organico, condiviso e razionale. Se devo salvare una vita (?), non rimando tutto a dopo il weekend. Le affermazioni del premier tipo "Eluana potrebbe anche avere un figlio", "ha il ciclo mestruale", "ha un bell'aspetto" sono offensive e ridicole, quelle sull'aspetto false (possiamo decidere di credere al padre?): una donna non è una macchina sforna-figli, fare un figlio vuol dire conoscere una persona (donna o uomo), innamorarsi, avere un progetto di vita comune, tutte cose che Eluana non può fare. Pensare che possa essere considerato naturale fare un figlio senza poter decidere niente della propria vita è un'idea aberrante, assurda, malata. Siamo in balia di un uomo dall'etica e dalla mentalità pre-preistoriche. E poi non crediamo all'interesse sincero per Eluana da parte di chi sforna leggi razziste un giorno sì e l'altro no (l'ultima è quella di pochi giorni fa sull'obbligo di denuncia dei clandestini che si rivolgono a strutture sanitarie).
Dall'altra parte, Napolitano non va elogiato oltre misura per aver deciso di non firmare un decreto chiaramente anticostituzionale (quando ammetteremo che un decreto legge può cancellare una sentenza definitiva, sanciremo la fine della democrazia e l'inizio ufficiale di un regime), ha fatto solo ciò che doveva, semmai occorre ricordarsi con rabbia che firmò il lodo Alfano (che però lo riguardava...), che con la Costituzione fa a pugni in quanto pone quattro persone al di sopra della legge, anche per reati pregressi o non connessi alle cariche ricoperte.
Il vero fine di Berlusconi è quello di minare le fondamenta del sistema democratico, è un progetto che persegue da anni, ecco perché ha sfidato Napolitano, lo ha minacciato apertamente, ha cercato ostinatamente lo scontro istituzionale, ha ignorato la sua del resto irrituale lettera preventiva, lo ha offeso con la dichiarazione sull'eutanasia, ha minacciato di cambiare la Costituzione, l'ha definita filo-sovietica, ha risposto con finta naturalezza a domande sull'empeachment (ipotesi francamente ridicola), ha definito antiquati i regolamenti parlamentari, ha gettato fango sulla carta costituzionale alla quale ha giurato fedeltà e per la quale tanto sangue è stato versato. Un altro fine del governo è quello di soddisfare le richieste delle gerarchie vaticane che stanno esercitando una pressione folle sui rappresentanti (non eletti) di un popolo di uno stato laico, di ricambiare coi fatti l'appoggio ricevuto in campagna elettorale, di non scontentare l'elettorato cattolico più oltranzista. Non si tratta dunque di Eluana, a ben vedere, cerchiamo di non cadere nel tranello, ma di una guerra in corso tra premier e presidente, tra un uomo che vuole piegare lo Stato a suo uso e consumo come se si trattasse di una sua azienda, che vuole impossessarsi delle istituzioni per plasmarle poi secondo le sue finalità e un altro che, forse stimolato anche dalle severissime critiche ricevute di recente circa il suo complice immobilismo, ha deciso questa volta di far rispettare i principi fondanti del nostro vivere insieme. L'articolo di Mino Fuccillo, che parla di regime e di ritorno dell'alleanza trono-altare (Il Tirreno di ier 06.02.2009, pag. 5) è illuminante.
Basta dunque parlare di Eluana, di favorevoli alla vita e di assassini pronti a colpire, il punto centrale è un altro: il tentativo di squadernare la democrazia, di mandare all'aria il sacro principio della separazione dei poteri, di svuotare di senso la democrazia mantenendone l'involucro mentre se ne rosicchia il contenuto. L'idea che un governo possa cancellare una sentenza scomoda (qualunque essa sia e chiunque riguardi) è eresia, è sovversione.
Cari italiani, quando ve ne accorgerete sarà troppo tardi, temo. Forse, se non vi lasciano troppo tempo tra una partita e l'altra, tra una fiction e un grande fratello, potreste non accorgervene mai, sino a quando beninteso non dovesse colpirvi direttamente in fronte una scheggia di questo paese in disfacimento.
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Leggo oggi 10 febbraio 2009 su "L'Unità":
"Gli avvoltoi che di solito si gettano sui morti si sono accaniti su una persona viva ancorché morente; il tragico problema di quando smettere di difendere la vita di un individuo è stato empiamente usato per un disegno di sovversione politica." (Claudio Magris)
Che bello quando qualcun altro la vede come te!
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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