Oggi parliamo di:
-Aerei spariti nel nulla
-Vittime e ostaggi
-Scomunica via orale
-Ieri candidata oggi puttana e bugiarda
-Cialtronerie turistiche
Saremmo più tranquilli se sapessimo il perchè
Vi ricordate dell'Airbus A330-200 dell'Air France, volo Rio de Janeiro-Parigi, precipitato il primo giugno nell'oceano Atlantico a circa 1300 chilometri a nord est della costa brasiliana e a bordo del quale si trovavano 228 persone, fra cui 10 italiani? Si? Ebbene, almeno voi ve lo ricordate. Perchè i capi di governo, gli inquirenti, la stampa sembrano invece esserselo dimenticato. Sono passati quasi due mesi e ancora non si sa il motivo per il quale un aereo partito dal Brasile e diretto in Francia, in Francia non è mai arrivato. Non si presenta certo come un'inchiesta facile, lo intuiamo, ma che diamine: siamo andati sulla Luna, saremo ben in grado di capire cosa ha spappolato un aereo nel bel mezzo dell'oceano, spezzando più di duecento vite, o no? Sono state avanzate molte ipotesi, intriganti, plausibili... e anche alcune idiote, ma spesso sono in contrasto fra loro e questo rivela che i supposti esperti stanno procedendo col solito vecchio sistema: a tentoni. E che qualcuno gioca sul fatto che presto il mondo si dimenticherà di questo disastro fra i disastri e che il solo fracasso di chi in quella sciagura ha perso la moglie, i figli, i parenti non basterà ad infastidirlo. Sapete com'è... ogni volta che succede una cosa di questo tipo il mio pensiero corre al DC-9 Itavia sparito nel nulla al largo di Ustica, per il quale aspettiamo ancora oggi una risposta dopo 29 anni. Saperlo non li riporterà in vita, ho già sentito dire da qualcuno, nè resusciterà uno di quei corpi sminuzzati e persi nell'oceano il punire un eventuale responsabile di questa tragedia: sembra di essere al Festival dei discorsi idioti. Allora da domani smettiamo anche di dare la caccia agli assassini, nessuna condanna restituirà la vita a chi è stato ucciso. Speriamo che presto a qualcuno venga in mente di provare a spiegarci perchè un aereo come ne circolano tantissimi ogni giorno sulle rotte internazionali ad un certo punto decida di sparire e di disintegrarsi senza lanciare messaggi o lasciare tracce in grado di chiarirci al di là di ogni dubbio la meccanica della sciagura: così, tanto per fare in modo che non possa ripetersi.
I giornali stranieri mi fanno un po' di tenerezza
La stampa mondiale, quella progressista e quella conservatrice, e in questa fase in particolare quella inglese e quella francese, continua a chiedersi come possano l'Italia, il suo popolo, la UE tollerare tutto questo. Addirittura l'Observer si chiede se gli altri leader europei "avrebbero tollerato, da un paese che si apprestasse a diventare membro dell'Ue, una situazione in cui la società civile è così evidentemente sottomessa alla volontà del Premier [come in Italia]? Certamente no", e francamente è impossibile dargli torto.
All'estero (per sapere le cose bisogna leggere i giornali stranieri o scandagliare il web) danno ormai per accertate le ultime buffonate del nostro premier (in mancanza di smentita circostanziata e in presenza di fatti evidenti) e fanno un po' di tenerezza, perchè davvero non riescono a capire come noi si possa essere così cialtroni da permettere che ci rappresenti un uomo la cui lista di guai giudiziari e di indegnità politiche e morali è ormai così sterminata da risultare insostenibile e veramente incredibile. Non capiscono che siamo ostaggi, spesso felici, di un sultano erotomane il cui operato indica ai più acuti che il suo unico fine, o per lo meno quello prevalente, da quando è sceso in campo, è quello che abbiamo quasi tutti, cioè farsi gli affari propri, solo che lui se li fa mentre ricopre una carica pubblica; non capiscono che siamo vittime di un'opposizione inesistente, inconsistente, complice, mummificata, salvo rare eccezioni coperte però dal silenzio mediatico abilmente orchestrato dal monopolista di Arcore. Non capiscono, in definitiva, che siamo una democrazia di cartapesta e che, tutto sommato, ci basta la partita di pallone e la Wii: se tutto intorno crolla, se democrazia e libertà vacillano sotto i colpi di oligarchie corrotte, basta spostarsi un po' più in là. Per noi i valori sono relativi ed elastici; la memoria storica un optional; l'onestà e la correttezza un privilegio di pochi; l'emulazione e il futile due stelle comete; il rispetto delle regole un'interessante opportunità.
RU486
L'Agenzia del Farmaco ha deciso di approvare la commercializzazione in Italia della pillola abortiva RU486. L'Italia è tuttora l’unico Paese Ue nel quale non è in commercio oltre all’Irlanda; ci sono paesi in cui è usata da decenni ma, come sappiamo, noi arriviamo sempre dopo, spesso molto dopo. Il Vaticano, che come è noto si fa sempre gli affari suoi e non cerca mai di ingerire pensantemente nella vita politica e sociale di uno stato estero, libero e laico quale è l'Italia, insorge e nella stessa giornata in cui consiglia caldamente di fermare la corsa del jackpot del Superenalotto, spara palle di cannone contro il governo ("non tutti si sono opposti") e contro chi la somministrerà e la assumerà (scomunica automatica); si sono sentite le solite tiritere tipo così si banalizza l'aborto, è infanticidio, la pillola ha gravi effetti collaterali e porta anche alla morte, ecco l'aborto fai da te, presto la venderanno su internet come il viagra, ecc.
Alcune semplici considerazioni aiuteranno a sgombrare il campo dalle balle e dai fanatismi. Al Vaticano l'aborto non piace, è risaputo; certo che se si preoccupassero non solo dell'aborto ma anche dei bambini, che poi sono quelli che nascono se non abortisici, non sarebbe male, invece ci ricordiamo ancora tutti di come i preti responsabili di pedofilia venissero trasferiti e non denunciati dalle gerarchie eccelsiastiche, ma tant'è! In Italia l'aborto è legale, ovviamente secondo rigidi protocolli e sulla base di prefissate condizioni. Più in generale, l'aborto è un diritto della donna. Chi è cattolico può sempre non abortire, no? Non penso che una donna prenda con leggerezza una simile decisione. Quanto ai medici, davvero giudico negativamente, da un punto di vista umano, quelli che si rifiutano di vendere i preservativi (conosco farmacisti che si rifiutano!) o la pillola del giorno dopo, figurarsi di quelli che per ragioni di coscienza incroceranno le braccia di fronte alla RU486 che, ricordiamolo, sarà somministrata solo nell'ambito di strutture sanitarie e previo soddisfacimento di tutta una serie di stringenti requisiti, non distribuita al mercato rionale un tanto al chilo. Penso che se una persona non intende svolgere la sua professione di medico somministrando determinati medicinali a persone che soddisfano determinati requisiti stabiliti dall'Agenzia del Farmaco e non da una setta di abortisti radicali dovrebbe smettere di fare il medico e darsi al bricolage; non lo obbligo ad agire contro i suoi convincimenti religiosi, ma lo invito a cambiare professione. Pensate un po' a un medico che non eseguisse trasfusioni di sangue perchè testimone di Geova...
Scagliarsi in questo modo contro una pillola in uso da decenni nel resto del mondo è un insulto alla donna, considerata una persona non in grado di decidere da sola per il suo bene (con l'aiuto pratico e psicologico di un'equipe di medici, è ovvio) e l'ennesima dimostrazione di come fanatismo e integralismo non vadano mai d'accordo con diritti, libertà e ragione.
Quanto agli allarmismi, sono appunto tali. Tutti i medicinali fanno male, hanno effetti collaterali e sarebbe meglio non assumerli: difatti le persone sensate assumono un farmaco solo se e quando ne hanno bisogno. Detto questo, può aiutare a fare chiarezza ribadire che i decessi sono stati 29 negli ultimi venti anni, come hanno detto i detrattori delle Ru486 citando un documento della stessa ditta produttrice, la Exelgyn, e che la pillola abortiva è stata somministrata ad oltre un milione e mezzo di donne in Europa e a più di 650 mila negli Usa.
Il governo ora cercherà di porre ostacoli su ostacoli a questa decisione dell'Agenzia del Farmaco e dimostrerà quindi ancora una volta l'insipienza e il servilismo di certi politici che appena una tonaca si agita scattano sull'attenti, salvo poi andare a puttane nel weekend. Quello che intendiamo ribadire con forza è questo: abortire è una scelta che sarebbbe meglio non fare, tuttavia in alcuni casi può essere comprensibile ricorrervi e in ogni caso è legale potervi ricorrere; compito del governo, di un governo serio e illuminato, pardon, dovrebbe essere quello di combattere contro l'aumento del numero di aborti agendo sulle cause del fenomeno, non quello di combattere guerre ideologiche e fanatiche contro un particolare modo di abortire (la RU 486), probabilmente preferibile a quello chirurgico. Dire che ci sono state 29 morti è fare disinformazione, perchè non si dice su quanti casi e in quanti anni e non si ricorda che il rapporto di rischio, che non è mai zero per nessun farmaco, è comunque stato stimato entro livelli normali o accettabili; descrivere singoli casi e farlo magari con toni elegiaci è di parte e poco professionale, perchè al mondo vi sono persone che hanno avuto problemi gravissimi anche con medicinali banali, quel che conta in questi casi è la casistica globale, non il singolo caso, non vorremmo mica per caso mettere al bando pure l'aspirina, no? Ricordiamoci che quando l'aborto era illegale c'erano gli aborti clandestini, si spera che qualcuno non voglia fare un passo indietro verso il medioevo, ma non si sa mai, vista la levatura delle teste che dovrebbero decidere per noi. E ricordiamoci pure che non viene introdotto l'obbligo di abortire (sic) o di farlo con la RU486 (sic), ma semplicemente viene adottato un nuovo strumento, in uso da parecchio in moltissimi paesi, per esercitare, si spera il meno possibile ma comunque quando è il caso, quello che è e resta un diritto della persona e in particolare della donna.
Ancora una volta non è una bella figura quella che stiamo facendo. Non dimentichiamo che quelli che non vogliono la RU486 sono gli stessi che bruciavano vive le donne sospettate di essere streghe (guarda caso le streghe sono sparite non appena si è smesso di bruciarle), che hanno costretto Galileo all'abiura, che hanno bruciato Giordano Bruno, che sempre si sono schierati contro il progresso e la ragione. ottusamente e violentemente: come dire, stiamoli a sentire, perchè è giusto sentire tutti e perchè un'idea buona può venire da chiunque, ma non si tratta di soggetti affidabilissimi, da questo punto di vista, ne converrete...
I cattolici, si tratti dell'aborto, del divorzio, dei diritti dei non eterosessuali, hanno sempre l'idea che tutti si debbano comportare in modo conforme ai loro convincimenti, senza riuscire a capire che se loro sono liberissimi di seguire quei convincimenti, assurdo e illiberale è pensare di poter pretendere che vi is debbano conformare anche quelli che, poniamo, non li condividono. Libertà, dove sei?
Quante volte è stata pagata questa escort?
Patrizia D'Addario fa la escort e lo ammette. Escort, per i meno ferrati, significa prostituta d'alto bordo, non c'entra nulla con la Ford. Berlusconi la "utilizza" ma fino a quando non saltano fuori i nastri con la sua voce lo nega. Anzi: lui e i suoi fedelissimi (Ghedini, Frattini, Tarantini, ecc.) si rammaricano di aver scelto l'ospite sbagliato, la accusano di essersi inventata tutto, affermano di non aver saputo che si trattasse di una escort, la accusano di far parte di un complotto internazionale, di essere pagata dalla sinistra e, infine, di essere pagata dai giornalisti. Insomma, tutti avrebbero pagato la D'Addario, tranne chi l'ha "utilizzata" (mi piace citare l'avv. Ghedini), ma d'altra parte è comprensibile: come pensare che debba pagare una donna uno che di donne potrebbe averne "grandi quantitativi, gratis" (Ghedini bis)? Poi escono i nastri e si scopre che Berlusconi, Ghedini, Tarantini hanno mentito a mani basse, come si sospettava. La D'Addario gira col registratore nella borsetta e con una fotocamera: comportamento un po' paranoico, ma forse comprensibile se si riflette sul fatto che lei stessa ammette di essere stata più volte fregata dagli uomini e, noi lo sappiamo bene, non vi è limite alle promesse che può arrivare a fare un uomo quando cerca di portare a letto (nel "letto grande") una femmina. E' curioso però notare come questa donna spregevole, ricattatrice (lo dice Facci su Il Giornale in uno dei suoi articoli futuristi), puttana (come negarlo?), bugiarda, alla fine avesse ragione su tutta la linea. Inoltre non risulta abbia preso denaro da nessuno, se eccettuiamo i 1000 euro intascati per la notte col premier (anche se gliene avevano promesso duemila, poi cinquemila e anche un certo favore in una faccenda immobiliare che la angustiava da parecchio tempo, tutte promesse cadute nel vuoto). Ed è ancor più divertente notare come fino a due mesi fa Patrizia D'Addario, ora ricoperta di fango dalla destra e dai giornali amici, fosse candidata a Bari per il PDL, particolare che ovviamente ci si guarda dal rimarcare. Sento già la voce un po' noiosa dei lobotomizzati pro Papi (coloro che per obbedire al fanatismo che li anima cancellano i fatti scomodi) affermare che si tratta di fatti privati, che uno può andare a troie che male c'e', ecc., dimenticando, i tapini, che un politico che in privato fa l'opposto di quel che propugna in pubblico e che mente spudoratamente più volte su questioni private e pubbliche è, semplicemente, indegno del ruolo che ricopre, al di là degli eventuali risvolti penali ancora da dimostrare. Divertente notare quanti politici in queste settimane abbiano affermato scandalizzati di non sapere chi sia questa D'Addario o quante ragazzette abbiano negato di aver mai visto Berlusconi, figuriamoci di aver fatto certe cose ("si dicuteva di politica"): la D'Addario ha raccontato tutto ai magistrati, dei politici che la chiamavano di continuo e di quel che facevano questa candide ragazzette durante i festini presidenziali. Sarà una escort (che male c'è?), ma finora ha detto solo la verità, tutto quel che ci ha detto è stato confermato da fatti. In questo è già superiore al premier...
Siamo inguaribilmente cialtroni
Vi ricordate il caso dei turisti giapponesi truffati dal ristoratore di Roma? Un conto truffa di 695 euro che ha fatto il giro del mondo e che ancora una volta ci ha dipinto per quello che troppo spesso siamo: perfetti cialtroni. Due antipasti, due primi, due secondi, due coppette di gelato, più una mancia di 115 euro che il ristoratore ha pensato bene di assegnarsi, passando la carta di credito. Ovviamente denuncia dei nipponici e chiusura del locale coperto di vergogna imperitura. Nei giorni seguenti si è subito avuto modo di registrare un sensibile calo delle presenze giapponesi all'ombra del Colosseo, a causa dei "servizi scadenti" e dei "prezzi illegali".
Oggi il ministro del turismo Michela Vittoria Brambilla (sì, quella del saluto fascista in piazza con accompagnamento paterno) si rivolge alla giovane coppia, vittima del conto da 700 euro e la invita a tornare nella Capitale, a spese del governo italiano. Quel che sembra un bel gesto è invece, se ci si riflette, un clamoroso autogol, che i giapponesi non tardano, senza malizia, ad evidenziare. Perchè noi italiani facciamo sempre la cosa sbagliata nel momento sbagliato, ma la facciamo con fantasia, convinti che questo ci possa scusare sempre e comunque. Che so, noi avremmo preferito una punizione esemplare per i ristoratori imbroglioni, o la solenne promessa di evitare il ripetersi di certe vergognose assurdità, invece è arrivata quest'offerta che i due giapponesi hanno respinto con cortesia ma con fermezza, affermando, udite udite, che "tutto sommato, il viaggio in Italia è stato bello", ma l'offerta di tornare in Italia come ospiti del governo «è inutile, perchè è una spesa inutile fatta con le tasse del popolo italiano» e quindi viene rifiutata.
Altro stile. Non ci divide un oceano, ci divide un mondo.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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domenica 2 agosto 2009
Buona domenica, Italia! (numero 3)
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