Dopo mesi di polemiche e 48 ore di riflessioni la Consulta è alfine giunta ufficialmente alla conclusione cui era già arrivato, nel proprio intimo e prima ancora dell'approvazione del lodo stesso, ogni cittadino che conosca un minimo gli articoli portanti della nostra Carta, e cioè che il cosiddetto lodo Alfano è sommamente anticostituzionale. Questa legge vergognosa, indegna di uno stato libero e democratico, in grado di materializzare uno degli incubi più famosi di Orwell, ieri sera è stata buttata nel water e per togliere i residui si è usato lo spazzolone più grosso e più efficace, quello chiamato 138 , e quello infallibile chiamato 3. Resta il mistero di quei 6 giudici (su 15) che hanno ritenuto di dover votare per la legittimità costituzionale di una legge che sbrana alcuni articoli della Costituzione: vedremo le motivazioni della sentenza a tempo debito. Da oggi la Legge, perlomeno in teoria, è di nuovo uguale per tutti i cittadini, compresi quei quattro che, proprio per l'alta carica che ricoprono, più di altri dovrebbero essere candidi come gigli e sentire eventualmente l'obbligo di dimettersi se sfiorati (o investiti in pieno...) da indagini e processi per reati gravi o addirittura da chiare sentenze di condanna.
E' bene ricordare che Napolitano, nel firmare il lodo Alfano, affermò all'epoca di non ravvisarvi alcunchè di anticostituzionale: un infortunio di proporzioni ciclopiche per colui che dovrebbe essere il garante della Costituzione. Di Pietro lo criticò duramente per questo e fu per questo offeso e isolato: oggi sarebbe il caso di chiedergli scusa e chiedere magari conto degli attacchi a testa bassa contro i giudici (tutti di sinistra) e contro Napolitano ("mi sento reso in giro" -sapesse noi, ndr) sferrati ieri sera da un premier furibondo per la bocciatura del lodo ad personam.
Adesso resta solo un piccolo, irrilevante, trascurabile problemuccio: il premier italiano in carica è stato definito, da diverse sentenze, alcune definitive altre di primo grado, come un corruttore di giudici, di testimoni e di finanzieri, in almeno tre distinte evenienze. Nonostante questo non si dimette nè sente dentro di sè l'obbligo di farlo.
Come detto, è un problema di poco conto...
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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