Io non acquisto Libero, di solito. Posso fare un'eccezione solo quando l'edicolante ha finito la collana Urania di fantascienza e non mi va di comprare Playboy alle otto di mattina. Del resto non acquisto neppure Il Giornale: perchè spendere un euro e più quando posso ascoltare le farneticazioni del Cavaliere direttamente da sei-sette canali televisivi? Non acquisto neppure il Corriere, lo leggicchio al bar: è sufficiente, si tratta di un vascello nel bel mezzo di una tempesta, col capitano che a furia di piegarla si è quasi rotto la schiena. A volte però mi capita di leggerlo, Libero. Oppure leggo qualcuno che ne scrive, come Travaglio su Il Fatto Quotidiano (questo lo leggo, invece) del 15 ottobre 2009.
Lunedì, a firma Renato Farina ("Betulla", e ho detto tutto), campeggiava un bell'editoriale che racchiudeva alcune perle di rara scemenza, quasi un vademecum per cecchini, una guida per teste rasate fascistoidi del cazzo e mi scuso per il termine poco urbano (fascistoidi).
"Per me -scribacchia Farina- uccidere una persona è il delitto peggiore che esista, grida vendetta al cospetto di Dio. E non dovrebbero esistere graduazioni. Ma a lume di buon senso, quanto al danno sociale, siamo sicuri che sia più grave uccidere un omosessuale single che un padre di famiglia?"
Per me impedire a una persona di esprimere la sua opinione, anche se un po' puzzolente e insulsa, è uno dei delitti peggiori che esistano. E non dovrebbero esistere eccezioni. Ma a lume di buon senso, quanto al danno sociale e al semplice buon gusto e buon senso, siamo sicuri che sia giusto permettere a un giornalista radiato di fornire simili consigli su chi, eventualmente, uccidere, e nello stesso tempo impedire a Biagi, Santoro e Luttazzi di svolgere il loro ottimo e apprezzabile lavoro, vedi editto di Sofia?
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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domenica 18 ottobre 2009
Vademecum per cecchini
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