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lunedì 8 giugno 2009

Chi non ha votato ha sbagliato

Alle elezioni europee il cui spoglio è in corso in queste ore non hanno votato 3 italiani abbondanti su 10; in Europa non ha votato la metà degli aventi diritto.
Confermo quel che ho detto prima delle elezioni: se chi non va a votare non persegue disegni alternativi precisi (che so, una rivoluzione di piazza o simili), e quindi da domattina si rimette a fare le stesse cose di sempre, sbaglia e sbaglia di grosso: delega ad altri, contribuisce allo sfascio imperante, perde l'occasione di incidere sulla realtà che lo circonda e perde il diritto di lamentarsi. Siamo tutti delusi dall'immoralità e dall'inconsistenza di questa casta autoreferenziale e fuori dalla realtà, ma non votare è la scelta sbagliata, non è una strategia tattica, è un suicidio.

Ha ragione Eugenio Scalfari oggi su Repubblica (http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/elezioni-in-europa/anime-belle/anime-belle.html): "L'analfabetismo politico degli italiani è molto diffuso tra quelli che parteggiano per la destra ma non risparmia la sinistra. Per certi aspetti anzi a sinistra questa assenza di educazione politica è uno dei suoi connotati, in particolare tra i sedicenti intellettuali che sono forse i più analfabeti di tutti.
Uno degli effetti più vistosi di questo fenomeno consiste nella ricerca di un partito da votare che corrisponda il più esattamente possibile alle proprie idee, convinzioni, gusti, simpatie. Ricerca vana poiché ciascuno di noi è un individuo, una mente, un deposito di pulsioni emotive non ripetibili. Le persone politicamente mature sanno che in un sistema democratico occorre raccogliere i consensi attorno alla forza politica che rappresenti il meno peggio nel panorama dei partiti in campo. La ricerca del meglio porta inevitabilmente al frazionamento, alla polverizzazione del voto, al moltiplicarsi dei simboli e di fatto alla rinuncia della sovranità popolare.
Aldo Schiavone ha scritto ieri che la polverizzazione del voto è frutto di un narcisismo patologico: per dimostrare la nobiltà e la purezza della propria scelta si getta nel secchio dei rifiuti la sovranità popolare. Non si tratta d'invocare il voto utile ma più semplicemente di predisporre un'alternativa efficace per sostituire il dominio dei propri avversari politici.
La destra sa qual è il suo avversario e fa massa contro di lui. La sinistra coltiva il culto della testimonianza, ma quando si trasferisce quel culto nell'azione politica il risultato è appunto la rinuncia ad una sovranità efficace per far posto al narcisismo dell'anima bella, pura e dura.
Pensare che questo scambio sia un'azione politica è un errore gravido purtroppo di conseguenze.
Fu compiuto lo stesso errore dai popolari di Sturzo nel 1921: rifiutarono sia l'alleanza con i socialisti sia quella con i liberaldemocratici pur di restare puri nel loro integrismo cattolico. Rifiuto analogo fecero i socialisti. Le conseguenze sono note, ma non mi sembra che si siano trasformate in una solida esperienza. Vedo, a destra e a sinistra, una sorta di sonno della ragione dal quale bisognerebbe sapersi risvegliare." (Eugenio Scalfari, Le anime belle di fronte alle urne, La Repubblica, 6 giugno 2009)

Quanto ai risultati, aspettiamo. Ma abbiamo una certezza: chi perde dirà che sono elezioni europee e quindi non indicative, e magari sarà proprio chi, nelle settimane precedenti, parlava di elezioni importantissime e vaneggiava di 40-45 per cento:-)

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)


1 commento:

Anna ha detto...

Concordo in pieno! Astenersi, in questo momento, era l'ultima cosa da fare. Purtroppo la disinformazione politica è tanta, non c'è la cultura alla politica (come dici bene tu) che dovrebbe essere spiegata ed insegnata anche nelle scuole. D'accordo anche sul fatto che troppi piccoli partiti portano via voti utili e sarebbe il caso di ridimensionare il quadro politico non dico solo due, anche tre ma non di più! Almeno così si avrebbe concretamente la possibilità di fare opposizione e di cambiare....