Ne avevo naturalmente già letto o sentito parlare, ma ieri ho avuto il mio primo "incontro" con Debora Serracchiani, la candidata del Pd che alle recenti elezioni europee è stata eletta avendo ottenuto un ottimo risultato nella circoscrizione del Nordest: ho assistito alla sua partecipazione a "Otto e mezzo" e il mio voto su di lei è circa la metà: 4.
Sono naturalmente a favore delle nuove leve in politica. Ci vogliono volti nuovi, persone in gamba provenienti dalla cosiddetta società civile, con tanto entusiasmo e idee nuove, senza pendenze con la giustizia, con competenze precise e oggettive, che sappiano usare il web per comunicare con gli elettori, meglio se capaci di cavarsela con l'inglese, che sappiano imprimere una svolta a questo paese ormai perso nel degrado più assoluto in tutti i campi. Ma la Serracchiani, che soddisfa e bene alcuni di questi requisiti, li soddisfa tutti? Non vorrei che presto si scoprisse che le doti della Serracchiani sono solamente quelle di essere un volto nuovo e pulito e di essere stata eletta (circostanza degna di nota) grazie a una campagna condotta in gran parte sul web; sarebbe un po' poco.
Io penso che il PD non otterrà alcun risultato degno di questo nome (condannando quindi di fatto il paese a subire ancora per anni questa forma di stato che se non è ancora regime di certo non è più democrazia nel senso pieno del termine) se:
-non metterà al centro la questione morale (e qui non mi riferisco certo alla Serracchiani);
-non si mutilerà delle ali più estreme (tipo gli oltranzisti cattolici) che con le loro posizioni dogmatiche e fuori dalla realtà impediscono di raggiungere soluzioni condivise sui temi più importanti e centrali della vita sociale ed economica del paese;
-non capirà che per selezionare una nuova classe dirigente non si deve procedere a caso o affidarsi al primo exploit elettorale ma occorre utilizzare meccanismi tipo le primarie, che sono un buon sistema per provare sul campo, nel corso del tempo, valore, tenuta e capacità del candidato (vedi Obama che non è venuto su dal niente). L'alternativa è affidarsi a una candidatura, a un ottimo risultato elettorale, a qualche comparsata in televisione e francamente, sebbene si possa aver fortuna e trovare il campione vero, queste sono selezioni assolutamente inadeguate. Addirittura si parla già di Serracchiani come di vice-Franceschini: capite cosa intendo? Questi qui si alzano la mattina, prendono il primo che sfonda coi voti e lo mettono sul piedistallo più alto o quasi, tutto il contrario di un percorso formativo graduale e soggetto a ripetute conferme elettorali interne; salvo poi al primo errore bruciarlo per sempre e passare al successivo.
Torniamo a Debora Serracchiani. Il mio giudizio si basa su quel che ha detto e anche su quel che non ha detto ieri: non può dunque essere definitivo, ci mancherebbe, ma può essere indicativo, il futuro ci dirà. In studio c'era pure De Magistris, reduce pure lui da un trionfo elettorale. Anche De Magistris è nuovo alla politica, tuttavia è sembrato molto più convincente e, quel che più conta, più calato nel reale, più deciso e più convinto.
A una domanda su Grillo e sui termini forti da questi usati ieri al Senato, la Serracchiani è caduta a piedi uniti nel più grave, banale, trito errore in cui potesse cadere: ha parlato di antipolitica, dimostrando così di non aver capito nulla. Spiace che il volto nuovo del PD pensi che le tematiche portate avanti da Grillo, il suo sacrosanto impegno a favore del ddl di iniziativa popolare di riforma della legge elettorale, le sue manifestazioni di piazza alle quali partecipano migliaia di cittadini siano antipolitica; spiace perchè sono proprio il contrario, sono politica nel senso più vero della parola, sono democrazia partecipativa. Antipolitica è eleggere pregiudicati in Parlamento, è ricorrere sistematicamente al voto di fiducia e svuotare così il Parlamento delle sue prerogative trasformandolo in un mero organo di ratifica delle volontà del governo, antipolitica è approvare il lodo Alfano o non contrastarne a sufficienza l'iter parlamentare, antipolitica è non affidarsi alle primarie per scegliere i candidati e passare tutto l'anno a bisticciare fra correnti diverse anziché affrontare i reali problemi del paese, antipolitica è dare risposte come quella che ieri sera ha dato la Serracchiani.Dei termini adoperati da Grillo risponderà Grillo (ma sappiamo benissimo tutti a cosa si riferiva e sappiamo che nella sostanza ha ragione da vendere), della confusione dimostrata dalla Serracchiani su questo punto risponderà la Serracchiani stessa.
Che dire poi delle solite ovvietà (anzi banalità, perchè dire ovvietà può non essere criticabile, in certe circostanze) circa il ruolo delle donne in politica, il rispetto che loro si deve e il rispetto che tutti dobbiamo alle istituzioni? Parole belle, anzi bellissime, ma non pertinenti, vaghe, che non dicono nulla e dicono tutto, inutili ai fini pratici insomma. Se Grillo, col suo stile, afferma che è ora di finirla con l'elezione (anzi la nomina) di ministri o di parlamentari assolutamente privi di un curriculum politico appena decente e che se si continua a interpretare in questo modo la politica sorge poi spontaneo il dubbio che dietro a certe elezioni vi sia altro, non essendoci quel che in un paese democratico dovrebbe esserci (competenza, esperienza, percorso politico articolato, vale a dire criteri oggettivi e non soggettivi tipo io la conosco e so che può essere adatta, fidatevi di me anche se a voi sembra che sia la prima venuta o che io l'abbia scelta per motivi inconfessabili), tu Serracchiani rispondi se vuoi a questa domanda cruciale, rispondi nel concreto, non attaccare la solita pippa delle donne bistrattate in politica: spiegami se sei a favore o contraria ai criteri di scelta coi quali nel recente passato individui semisconosciuti o personaggi dello star system o massaggiatori, segretari, avvocati e medici personali sono stati trasformati in deputati o ministri, e spiegami perchè e cosa faresti tu una volta al governo, non "monitare" alla Napolitano con frasi belle da stampare ma inutili, ai fini pratici, come è inutile la carta velina se vuoi fasciare un incudine.
Quando poi la Serracchiani ha parlato della necessità di recuperare la dignità della figura del politico avrei voluto chiederle se per caso non le fosse mai venuto in mente che sono i politici stessi che dovrebbero mettersi a lavorare e pure sodo per cercare di recuperare quella dignità che solo loro hanno perso a causa delle loro vergognose condotte ed omissioni; avrei voluto sapere cosa avrebbe fatto lei, una volta al governo, per ridare dignità alla classe politica e trasparenza a una democrazia ormai tale solo di nome: eliminazione dei pregiudicati dal Parlamento, pulizia nella scelta delle candidature, abrogazione delle leggi ad personam, difesa dell'indipendenza della magistratura, o cosa? E le avrei pure chiesto un'opinione sui casi Forleo e De Magistris...
Non che Lilli Gruber e Federico Guiglia ci siano andati piano: hanno fatto domande serrate, incalzanti, cercando di mettere in difficoltà i presenti (insomma: non proprio il contrario di Porta a Porta ma qualcosa di molto diverso sì) ma il tempo che Otto e mezzo concede è troppo poco e le domande francamente potevano riguardare temi più importanti ed essere ancora più ficcanti.
Aspettiamo e vediamo, certo che siamo partiti male. Bravo invece De Magistris: sicuro, tranquillo, ha l'aria di sapere cosa non va in Italia oggi. Se poi riuscirebbe a rimediare non so, ma già averlo capito è roba per pochi privilegiati, oggi come oggi.
Concludendo: accogliamo con gioia il nuovo che avanza, ma valutiamolo sempre con attenzione e con sguardo critico perchè nuovo non è sinonimo di valido o di migliore, anche se di frequente è così. E teniamo conto che nuovo è anche quel che dice Grillo, molto più nuovo (e valido) di quel che la Serracchiani ha detto ieri; se poi non piacciono i termini che usa l'ex-comico ora capo-popolo, okay ci si può risentire, tuttavia sempre meglio dire pane al pane e vino al vino piuttosto che affogare in arzigogoli luccicanti ma inconcludenti, e qui ce l'ho con i tre quarti abbondanti del ceto politico nostrano, non certo con la comunque gradevole sorpresa della circoscrizione del Nordest. L'importante, dopotutto, è sollevare un problema reale e avere ragione; il modo con cui lo si fa è importante ma non decisivo e di certo secondario rispetto al problema stesso.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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