A dieci anni di distanza dalla scomparsa di Fabrizio De André, indimenticato poeta e cantautore fra i più magici, il figlio Cristiano decide finalmente di portare in giro per l'Italia le canzoni del padre, finora cantate un po' da tutti tranne che da lui, per farci rivivere quelle emozioni e per proseguire un sogno che non può finire. Ne vien fuori un concerto inaspettato, una lunga collana di perle vive più che mai, inframezzate con garbo dai ricordi dolci e profondi raccontati da quello che di Fabrizio De Andrè è l'erede reale, non solo musicale ma anche morale.
Cristiano non è il classico figlio d'arte, ragazzotto dal talento incerto, acerbo o solo supposto, che tante volte incontriamo sulla scia del ricordo di padri che furono grandi. Cristiano è un musicista completo, maturo. Studia musica da sempre, si è diplomato al Conservatorio, ha cantanto con suo padre fin da giovanissimo, ha un talento sorprendente, una solida formazione, un futuro luminoso. Ha un'identità precisa, che si è via via consolidata nel tempo, sebbene ricordi per molti aspetti, tra cui la voce, e l'afflato, il padre. Non imita Fabrizio, non lo riproduce, non lo ricalca: sul palco c'è Cristiano De André e non il figlio di Fabrizio De André e anche se le canzoni ci fanno pensare di continuo a Fabrizio davanti abbiamo Cristiano, che semplicemente lo ricorda, senza però svanire in questo ricordo, ma anzi ritagliandosi in esso una figura dai contorni decisi.
La scaletta è intrigante, la scenografia e le luci di buon livello, la band ottimamente composta. Cristiano è ispirato, consapevole, perfettamente padrone della scena e dei suoi mezzi. Lo spettacolo conquista piano piano e, al di là del delirio di un pubblico inaspettatamente numeroso, risulta essere di fattura davvero pregevole. Note e poesia si mescolano con antico e sapiente mestiere e salgono al cielo come già accadeva con Fabrizio, che in Cristiano rivive, trasformato eppur sempre se stesso.
Cristiano esegue molti successi del padre e qualcosa di suo; per ben due volte è costretto a riuscire sul palco per un bis. Lo spettacolo ha entusiasmato e lui lo sa, lo ha capito ben presto. E' felice e si vede. Il pubblico gli tributa quello che vuole essere un giusto e scrosciante grazie ma anche un caloroso e deciso incoraggiamento per il futuro, affinchè Cristiano si lasci finalmente alle spalle le titubanze del passato e prosegua senza indugi il cammino di una carriera che si preannuncia di grande livello.
Piace il modo in cui Fabrizio rivive in lui, ma piacciono anche le sue creazioni musicali, e la sua presenza scenica, il modo garbato di raccontare alcuni gustosi aneddoti del passato, il suo notevolissimo talento di polistrumentista (suona chitarra, violino, pianoforte...), il suo lato squisitamente umano, la sua evidente e profonda interiorità che emerge come un fatto naturale, come già accadeva col padre, la sua evidente sincerità di artista e di uomo.
Un musicista che ha un grande passato dietro di sè e, adesso, un grande futuro davanti.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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mercoledì 19 agosto 2009
De André canta De André (Cristiano De André in tour, 2009)
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3 commenti:
Grazie per questo testo su Cristiano e Fabrizio De Andrè. Pubblicato anche su Twitter?
Grazie a te. No, su Twitter no. Puoi farlo tu, citando la fonte. Ciao.
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