Chi l'ha detto che non esportiamo più? Che il nostro paese è in crisi e non è più guida e punto di riferimento culturale per gli altri? Forse stiamo risorgendo agli antichi fasti, quando eravamo culla dell'arte e crogiuolo di cultura. Berlusconi, per esempio, il nostro (in)discusso premier, e con lui molti dei politici italiani, fanno scuola eccome, all'estero.
ISRAELE, bufera sul Ministro degli Esteri. La polizia chiede l'incriminazione di Lieberman: «Frode e corruzione». Lui si difende: «È un'inchiesta politica».
Ma non mi dire.... Per caso si tratta di un complotto internazionale? O della solita stampa al soldo della sinistra?
Sia chiaro... della vicenda (corruzione e ricicilaggio di denaro, robetta rispetto alle cosette di casa Italia) so troppo poco per dare giudizi fondati, già faccio fatica ad occuparmi dei ladroni di casa nostra... Tuttavia rilevo la singolarità: un accusato non dice "avete sbagliato persona", o "vi state sbagliando" o "si tratta di un equivoco che posso chiarire" o "dimostrerò la mia innocenza"... no, oggi se sei un politico e ti beccano a fare porcate, la butti subito sul complotto, sulla persecuzione, sull'inchiesta a fini politici, sulla magistratura di parte, ecc.
Il segno dei tempi.
Certo è che come italiano preferirei continuare ad esportare altro, tipo Dante, il parmigiano o le residue bellezze paesaggistiche, non i malcostumi e le vergogne. O tempora, o mores, come diceva quel tale amante dei frutti di bosco.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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