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martedì 11 agosto 2009

Un limite insuperabile

Oggi il Tar del Lazio ha stabilito che i docenti di religione cattolica non possono partecipare "a pieno titolo" agli scrutini e che il loro insegnamento non può avere effetti sulla determinazione del credito scolastico. "Lo Stato -scrivono i giudici amministrativi che hanno accolto alcuni ricorsi- dopo aver sancito il postulato costituzionale dell'assoluta, inviolabile libertà di coscienza nelle questioni religiose, di professione e di pratica di qualsiasi culto, non può conferire ad una determinata confessione una posizione dominante". E ancora, con una frase quanto mai illuminante: "l'attribuzione di un credito formativo ad una scelta di carattere religioso degli studenti e dei loro genitori, quale quella di avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, dà luogo ad una precisa forma di discriminazione, dato che lo Stato italiano non assicura la possibilità per tutti i cittadini di conseguire un credito formativo nelle proprie confessioni o per chi dichiara di non professare alcuna religione, in Etica morale pubblica".
In sintesi: insegnate pure la religione cattolica nelle scuole (e anche qui ci sarebbe molto da dire, sul perchè e sul come, aggiungo io) ma il voto di religione non può fare media.

Francamente, non mi sembra una delle priorità di questo paese, la questione del voto di religione: ci sono ben altre urgenze, sono d'accordo con chi considera stupido perdere tempo dietro a queste quisquilie mentre nel frattempo la democrazia si sfarina e la crisi economica ci uccide. Tuttavia quella del Tar è una decisione sacrosanta, anche se tardiva. A chi ragiona in modo logico, laico ed equilibrato non serve che io spieghi perchè; agli altri forse neppure, se ragionano come Paola Binetti (PD): sarebbe tempo perso.

La reazione della Binetti dimostra quanto si possa essere accecati da un credo religioso e quanto questo accecamento possa impedire di occuparsi di cose di politica con avvedutezza, equilibrio e buon senso, mettendo cioè da parte le proprie convinzioni religiose, rispettabilissime ma del tutto inutili ai fini dell'esercizio della carica pubblica che si ricopre, per lo meno in uno stato laico, beninteso.
Sentite cosa dice: "...[io credo che] il non ammetterli agli scrutini sia un criterio discriminatorio nei confronti dei docenti, che crea dei docenti di serie A e di serie B", un criterio "massimamente scorretto" perché "si ripercuote anche sullo studente in particolare quello che ha scelto l'insegnamento della religione". E: "...escluderli significa dire agli studenti che ci sono dei professori di serie A be di serie B e questo contraddice tra l'altro l'altissimo numero di persone che scelgono l'insegnamento della religione e si aspettano che, una volta scelto, non sia un optional ma entri a pieno titolo nella valutazione".

Ora, se a parlare così fosse stato il mio parroco, non ci sarebbe stato nulla da dire. Lui dice anche che non bisogna tradire la moglie, poi conosco decine di ometti che nel weekend dimenticano la regoletta, ma insomma: cosa deve dire un parroco? Il fatto che a parlare così sia una parlamentare che rappresenta tutti gli Italiani, cioè i cittadini di uno stato laico in cui vige la libertà di culto, è, a mio parere, grave: significa confondere le proprie (opinabili ma legittime) convinzioni religiose con il proprio compito pubblico; significa cercare di uniformare la vita del paese e quindi di tutti i suoi abitanti a convinzioni che non possono che restare personali. E' davvero incredibile che la Binetti, ogni volta che si esprime su certi temi, cada in un errore così marchiano. Quando capiranno i cattolici, e così i fedeli di qualsiasi altra confessione religiosa, che ciò che per loro è verità e dogma non può e non deve essere verità e dogma per tutti? La fede, che dovrebbe essere il surplus di una persona, finisce così per diventarne un limite, perlomeno per chi deve occuparsi, per lavoro, di questioni pubbliche.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Suvvia! Ma hai sentito quanto baccano stanno facendo per una cosa cosi futile?? Diamine, ci sono cose più importanti di cui i politici dovrebbero occuparsi invece di sprecare tempo su argomenti di poca importanza!! Mi sembra giusto che la religione cattolica non influisca sui crediti formativi.. e chi è ateo???Che fa??? In alternativa potrebbero , per chi non è religioso o di altre religioni, proporre altre materie per coprire quella ora e inserirle negli scrutinii. In fondo, devono rendersi conto che siamo un popolo misto e la religione cattolica non è più fondamentale e unica come prima.
Bye!

By G.

mauroarcobaleno ha detto...

ok, intanto vai tu a dirlo a Herr Joseph...