IL MANGANELLO MEDIATICO DI VITTORIO FELTRI
Vittorio Feltri, di cui recentemente Travaglio ha ricordato -citazioni alla mano- alcune incresciose incongruenze e contraddizioni (vedi: Feltri. Uahahahahahah ) che contribuiscono a definirlo con precisione agli occhi di chi certe cose non ricordava più, Feltri, dicevamo, usa il Giornale di Famiglia (di proprietà di Paolo Berlusconi, ricordiamolo per farci quattro risate) per bastonare mediaticamente in modo ignobile chi osa avanzare legittime critiche all'operato del governo e del premier, invece che per fare quel che ogni buon giornalista dovrebbe fare e cioè pretendere che il premier faccia chiarezza su tutto quel che lo (ci) riguarda e decida, come un comune cittadino, di sottoporsi al giudizio della magistratura, abbandonando nel frattempo le cariche che ricopre e che ragioni non solo giudiziarie ma anche di opportunità politica lo rendono non più idoneo a ricoprire. Feltri afferma di voler punire quelli che definisce "moralisti" mostrando che anche loro, spesso, hanno o hanno avuto comportamenti immorali ed è per questo che, a sentir lui, ha deciso di rivelare quella vicenda torbida presente, sempre a suo dire, nel passato di Boffo, direttore dell'Avvenire; Boffo si era permesso di criticare lo stile di vita di Berlusconi e le sue frequentazioni, mettendo dunque il premier stesso in cattiva luce presso l'elettorato cattolico a cui ovviamente tiene parecchio: è risaputo, non è una gran nota di merito nel mondo cattolico farsi beccare con due o tre escort nel "letto grande" la notte in cui Obama fa svoltare la storia del mondo o con una minorenne napoletana quando si è sfilato a petto in fuori al Family Day e si è tuonato più e più volte contro la prostituzione, lo stalking, la pedofilia e ci si è fatti paladini dei sacri valori della famiglia. Quindi la vita di Boffo andava spulciata e, trovato un appiglio, basato peraltro su un documento che ora scopriamo taroccato e, sembra, di nessun valore, si doveva usarlo per denigrare, degradare e insozzare chi osava mettere in cattiva luce un uomo di così grande moralità e prestigio (ehi, sto parlando di Berlusconi, lo preciso altrimenti non capite). Peccato che Feltri, come quasi sempre gli accade, abbia torto marcio, perchè la vita privata di Boffo è vita privata, quindi tirare fuori rivelazioni di questo tipo è voler spargere fango su una persona scomoda al premier, è un chiaro tentativo di delegittimare chi accusa Berlusconi senza preoccuparsi di rispondergli nel merito ma accusandolo a sua volta di ignominie e immoralità assortite al solo scopo di deleggittimarne le fondate critiche e osservazioni: un comportamento ignobile che ricorda quello delle più buie dittature. Interessarsi alla vita privata del premier invece non è ingiusto, non è persecutorio, non è gossip, anzi è doveroso, per l'estrema importanza del ruolo che Berlusconi riveste e per il fatto che rappresenta tutti noi in Italia e nel mondo: se la vita privata di un politico e' fortemente in contrasto con il suo programma politico e con le sue dichiarazioni pubbliche, se vi sono inchieste, nastri, foto, testimonianze che sollevano sul suo conto decine di gravi interrogativi, se vi sono persino dubbi sulla sua salute psichica (avanzati dalla moglie) e sospetti su possibili frequentazioni di ragazze minorenni, se vi sono processi, condanne, inchieste di vario tipo per i reati più diversi che pendono sul suo capo e che sono state disattivate ma non cancellate da leggi ad personam e in ultimo dal lodo salvatutto che porta il nome di Alfano e che regala a Berlusconi impunità totale, ebbene è doveroso rivolgere domande al premier e volerne sapere di più: è preciso dovere-diritto di ogni cittadino e quindi anche dei giornalisti, almeno di quei pochi che ancora si ricordano cosa vuol dire essere giornalisti. A me non interessa sapere se Boffo è omosessuale (e allora?) o se ha subito una condanna per molestie telefoniche, o meglio: puo' anche interessarmi saperlo, se leggo l'Avvenire, e difatti quegli eventi non furono tenuti nascosti all'epoca, ma non ricoprendo Boffo cariche politiche la rilevanza di certe accuse è del tutto limitata e non è nemmeno lontanamente paragonabile a quella di certe accuse che pendono sul capo del premier di uno dei paesi del G8; altra cosa infatti è sospettare che il premier dell'Italia molestasse telefonicamente una minorenne, o la frequentasse, o corrompesse commercialisti inglesi per convincerli a dichiare il falso in processi a suo carico, o candidasse alle poltrone di parlamentare europea o italiana showgirl e amichette varie, o organizzasse festini con varie escort in palazzi nei quali durante il giorno entrano ed escono politici italiani e stranieri, o sentisse per telefone anche dieci volte al giorno quel tale che queste feste gli organizzava su due piedi, o trasportasse con aerei di Stato amici e invitati vari alle sue feste, o evadesse le tasse, ecc. ecc. Senza contare che Boffo si fece processare perchè a differenza di Berlusconi non disponeva di un lodo Alfano...
In sintesi: se Boffo critica Berlusconi per un determinato fatto, sapere che Boffo ha avuto una condanna non inficia la sua critica e non libera Berlusconi dal dovere di rispondere nel merito. Una delle principali tattiche usate dagli alfieri del centrodestra di fronte all'impressionante mole di accuse di sospetti che gravano sul premier e di cui tutto il mondo (maggioranza dei media italiana esclusa) parla da mesi è stata, oltre a quella di non parlarne, quella di cercare sistematicamente di delegittimare chi quelle accuse avanzava (la D'Addario è una puttana -ma era stata candidata nel PDL fino a due minuti prima e invitata dallo stesso Berlusconi a casa sua, tramite il Tarantini, è ovvio!-, la D'Addario mente, è pagata dalla sinistra, è pagata da Murdoch, è pagata dai giornalisti, Noemi è stata male interpretata, il suo ex fidanzato si è sbagliato, il padre di Noemi si è confuso, la zia chissà cosa, Mills si è spiegato male, i giudici fanno parte di un complotto, Boffo è omosessuale e -pure lui, parrebbero quasi dire!- molestatore, Ezio Mauro, direttore di Repubblica, non ha pagato le tasse sull'acquisto della sua casa -pure lui evade, dunque?-, Travaglio frequenta mafiosi -pure lui!- ecc. ecc.). E non si rendono conto che delegittimando chi quelle accuse porta non delegittimano le accuse, perchè al più, se fosse vero quel che dicono, e non lo è, vorrebbe dire che a muovere certe accuse sono colleghi e non estranei, visto che anche Berlusconi è stato accusato/indagato/condannato/prescritto/salvato/assolto grazie a leggine su misura/ per reati simili a quelli appena citati...
SOSPETTI DI BUFALA
Vi è poi un altro aspetto della vicenda che merita attenzione. Non solo l'attacco di Feltri è inopportuno, vergognoso, perfidamente orchestrato al fine di colpire un avversario politico non nel merito di quel che dice ma sollevando dubbi campati per lo più in aria sulla sua vita privata e sulla sua presunta omosessualità (il solito vizietto della destra omofobica), non solo è una dimostrazione di pessimo giornalismo e di inquietante squadrismo su carta, ma, sembra, è pure taroccato, basato cioè su alcune affermazioni fasulle, tipo quella relativa alla provenienza, alla rilevanza e al contenuto di quello che, da documento ufficiale e giudiziario, sembra ormai essere diventato, invece, un semplice foglietto imbrattato da qualche calunniatore anonimo.
Troppi indizi avallano in queste ore l'ipotesi che Feltri l'abbia fatta fuori dal vasetto. La nota informativa di cui parla il Giornale non è nel fascicolo giudiziario del Tribunale di Terni; in quel processo non c'è mai stato un solo riferimento alla presunta "omosessualita'" di Boffo. Come risulterà ufficialmente tra poche ore, la nota informativa che Feltri agita al vento per spargere per bene il suo fango non esiste, non è tale, non è agli atti, è una semplice velina passata da qualcuno a qualcun altro, se non una lettera anonima che all'epoca pervenne alla Fondazione Toniolo e che fu ovviamente cestinata. La nota informativa con cui Feltri si riempe la bocca non è documento giudiziario, non parla di omosessualità, è probabilmente una velina scritta da chissà chi, non ha nessun valore. Tutto insomma è una bufala e se così fosse si tratterebbe di un infortunio enorme per il "quotidiano del fratello del presidente del consiglio". Senza contare che ad aver fatto le molestie sembra essere stato non Boffo ma un ospite della comunità di recupero che usò, non autorizzato, il cellulare di Boffo e che Boffo preferì coprire, così dice lui, e senza contare, soprattutto, che tutto questo non incide minimanente sulla condotta censurabile del premier, sui sospetti che gravano su di lui e sulla sua vita, sulla sua arroganza, sulla sua manifesta avversione per le regole di base di una democrazia. Illminante è a questo proposito leggere cosa scrive oggi un D'Avanzo particolarmente ispirato su Repubblica (uno dei pochissimi giornali che in questi mesi si sta comportando da media libero o almeno ci prova):
--E' una "velina" e dietro la "velina" ci sono i miasmi infetti di un lavoro sporco che vuole offrire al potere strumenti di pressione, di influenza, di coercizione verso l'alto (Ruini, Tettamanzi, Betori) e verso il basso (Boffo). È questo il lavoro sporco peculiare di servizi segreti o burocrazie della sicurezza spregiudicate indirizzate o messe sotto pressione da un'autorità politica spregiudicatissima e violenta. È il cuore di questa storia. Dovrebbe inquietare chiunque. Dovrebbe sollecitare l'allarme dell'opinione pubblica, l'intervento del Parlamento, le indagini del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), ammesso che questo comitato abbia davvero la volontà, la capacità e soprattutto il coraggio civile, prima che istituzionale, di controllare la correttezza delle mosse dell'intelligence. Quel che abbiamo sotto gli occhi è il quadro peggiore che Repubblica ha immaginato da mesi. Con la nona delle dieci domande, chiedevamo (e chiediamo) a Silvio Berlusconi: "Lei ha parlato di un "progetto eversivo" che la minaccia. Può garantire di non aver usato né di voler usare intelligence e polizie contro testimoni, magistrati, giornalisti?".
E, ancora D'Avanzo:
--Se si guarda e si comprende quel che capita al direttore dell'Avvenire, è proprio quel che accade: il potere che ci governa raccoglie dalla burocrazia della sicurezza dossier velenosi che possano alimentare campagne di denigrazione degli avversari politici. Stiamo al "caso Boffo". La scena è questa. C'è un giornalista che, rispettando le ragioni del suo mestiere, dà conto - con prudenza e misura - del disagio che nelle parrocchie, nei ceti più popolari del cattolicesimo italiano, provoca la vita disordinata del capo del governo, il suo modello culturale, il suo esempio di vita. È un grave smacco per il presidente del Consiglio che vede compromessa credibilità e affidabilità in un mondo che pretende elettoralmente, indiscutibilmente suo. È un inciampo che può deteriorare anche i buoni rapporti con la Santa Sede o addirittura pregiudicare il sostegno del Vaticano al suo governo. Lo sappiamo, con la fine dell'estate Berlusconi decide di cambiare passo: dal muto imbarazzo all'aggressione brutale di chi dissente. Chiede o fa chiedere (o spontaneamente gli vengono offerte da burocrati genuflessi e ambiziosissimi) "notizie riservate" che, manipolate con perizia, arrangiate e distorte per l'occasione, possono distruggere la reputazione dei non-conformi e intimidire di riflesso i poteri - in questo caso, la gerarchia della Chiesa - con cui Berlusconi deve fare i conti. Quelle notizie vengono poi passate - magari nella forma della "lettera anonima" redatta da collaboratori dei servizi - ai giornali direttamente o indirettamente controllati dal capo del governo. In redazione se ne trucca la cornice, l'attendibilità, la provenienza. Quei dossier taroccati diventano così l'arma di una bastonatura brutale che deve eliminare gli scomodi, spaventare chi dissente, "educare" i perplessi. A chi altro toccherà dopo Dino Boffo? Quanti sono i dossier che il potere che ci governa ha ordinato di raccogliere? E contro chi? E, concluso il lavoro sporco con i giornalisti che hanno rispetto di se stessi, a chi altro toccherà nel mondo della politica, dell'impresa, della cultura, della società? --
Mi sento di sottoscrivere in pieno la sua analisi e le sue paure.
OMOSESSUALI "ATTENZIONATI"
Infine l'ultimo aspetto, ridicolo e inquietante anch'esso nello stesso tempo. Scrive il Giornale: "Il Boffo - si legge nell'informativa - è stato a suo tempo querelato da una signora di Terni destinataria di telefonate sconce e offensive e di pedinamenti volti a intimidirla onde lasciasse libero il marito con il quale Boffo, noto omosessuale già attenzionato dalla Polizia di Stato per questo genere di frequentazioni, aveva una relazione."
Innanzitutto vorrei che qualcuno mi spiegasse cosa significa di preciso essere "attenzionato": si tratta di un'espressione davvero bruttina chiamata a tradurre su carta un pensiero del resto idiota.
Poi vorrei che Maroni, il ministro degli Interni, ci confermasse che in questo paese, oltre a raccogliere informazioni sugli avversari, a manipolarle e a usarle per screditarli, si ha anche la prassi, da parte questa volta delle forze dell'ordine, di SCHEDARE coloro che si presume siano non eterosessuali: sarebbe interessante saperlo.
QUINDI, A BEN VEDERE...
Ricapitolando: la nota informativa sbandierata dal Giornale non è un documento giudiziario, non fa parte del fascicolo, ha una provenienza dubbia, contiene alcune falsità. Mi pare che basti per dire che si tratta dell'ennesimo (e maldestro) tentativo di intimidire e delegittimare le persone che osano rompere il muro di silenzio o di conforme approvazione che circonda questo premier e questo governo, attraverso campagne di stampa basate sul nulla o su documenti di cui si ritocca la fonte e l'importanza, aventi come unico scopo quello di delegittimare e denigrare i personaggi scomodi. Se fosse vero, sarebbe uno scenario da dittatura.
Le cose ci stanno scappando di mano, credetemi.
autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)
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domenica 30 agosto 2009
Il manganello di Vittorio Feltri
Etichette:
informazione,
politica
1 commento:
le cose ci sono sfuggite di mano, si', ma le mani ce le tagliano (oggi a boffo e maurom, ieri a veronica...), quindi il problema non c'è...
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