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domenica 28 giugno 2009

Buona domenica, Italia! (numero 2)

1. Stime di cui non avere stima
Non è la prima volta che ne parlo, ma insomma, la questione si ripropone immutabile da anni... In occasione di ogni manifestazione gli organizzatori forniscono una stima dei partecipanti e una stima la fornisce pure la questura di turno. In genere, le due stime differiscono in misura incomprensibile: gli organizzatori dicono che hanno preso parte all'evento in 100, poniamo, e la questura stima che fossero in 9. Mi sono già chiesto: qualcuno ci prende per i fondelli? Se due persone stimassero il contenuto di un cestino di mele (senza poterle contare), mi aspetterei che uno dicesse 40, l'altro 50... ma non uno dei due 50 e l'altro 6: qui c'è bisogno di un oculista, e piuttosto bravo.
Ieri Gay Pride a Genova (200.000 partecipanti per gli organizzatori, 30.000 poi rivisti a 50.000 per la questura) e a Parigi (700.000 contro i 200.000 della polizia). Si tratta di un male internazionale, come si vede.
Una richiesta: la finite con questa buffonata? E' risaputo che gli organizzatori tendono a stimare con ottimismo, ma se dicono 200mila potranno essere in realtà 180-150mila, non un quarto addirittura!; la questura invece dovrebbe stimare in maniera neutra, senza interessi di parte: qui il problema è proprio che non sanno contare, non mi viene in mente altro. Ma tutte le questure d'Italia e d'Europa?
Considerate che ogni volta i presenti (gente comune, giornalisti, ecc.) fanno i loro conti (considerando anche l'ampiezza in mq delle piazze e le stime di altre manifestazoni svoltesi nelle stesse location) e giungono generalmente a valori che sono sempre molto più vicini a quelli gonfiati dagli organizzatori piuttosto che a quelli lunari delle questure.
E' possibile che tutte le questure europee non sappiano contare la folla?: ecco l'obiezione che mi si potrebbe fare. Ma rispondo io: è possibile che tutti gli organizzatori di qualunque evento, italiano ed europeo, moltiplichino per 4 o 6 volte il totale sperando di farla franca? A occhio si vede se sono scese in piazza 100 mila o 600 mila persone...
Una sola cosa è certa: qualcuno prende per i fondelli noi poveracci che non possiamo partecipare a tutte le manifestazioni mondiali e dobbiamo basarci sui giornali e sulle stime ufficiali per sapere se, ad un certo evento, era presente il mondo intero (tranne noi) o quattro gatti spelacchiati.

2. L'assordante silenzio della Chiesa
La Chiesa Cattolica di Roma ha sempre esercitato una massiccia ingerenza, diretta e indiretta, nella vita sociale e politica italiana. Immemore (al pari della quasi totalità dei nostri politici) della laicità della nostra repubblica, ha sempre preteso di influenzarne il cammino e le regole uniformandoli ai suoi dogmi e la maggior parte delle volte è riuscita nel suo intento. Chi non ricorda gli strepiti e gli strilli degli uomini di chiesa e dei politici scondizolanti quando si voleva negare a Eluana Englaro il diritto di porre fine alla sua non-vita? E le urla di dolore ogni qualvolta si parla di aborto, o di pillola del giorno dopo, o di preservativi nelle scuole, o di lezioni di educazioni sessuali per i più giovani, o di coppie di fatto, o di unioni omosessuali? E le vesti stracciate che accompagnano ogni tentativo di eliminare le incredibili e vergognose discriminazioni che ancora oggi, nel 2009, persistono per legge nei confronti degli individui che hanno un orientamento sessuale diverso da quello eterosessuale monogamico e ufficiale?
Ebbene, il governo Berlusconi, fra i suoi innumerevoli (ma ancora da accertare con esattezza) meriti, può certamente ricomprendere quello di aver eliminato questo fastidioso problema. Vi siete accorti infatti dell'assordante silenzio della Chiesa, che da mesi evita di pronunciarsi su alcuni scottanti argomenti di attualità e che ancora non ha aperto bocca, per lo meno in maniera ufficiale, sul vergognoso giro di festini a base di sesso e droga che sta emergendo in questi giorni e in cui sono coinvolti fino al collo decine di politici pugliesi e di personalità eminenti del nostro ordinamento? Né, più in generale, sull'evidente degrado morale della nostra classe dirigente? Sul fatto che ogni giorno che Dio manda in terra noi si debba parlare di minorenni, di squillo e di notti di sesso anzichè di crisi economica, morti sul lavoro, tensioni internazionali?
Il comportamento della Chiesa può apparire bizzarro solo ai meno attenti. Più che di rigidi dogmi penso che si possa parlare di flessibili convenienze; far la voce grossa contro chi manovra le leve del potere richiede coraggio e non è quasi mai pratico; la flessibilità paga di più della coerenza, in tutti i campi, in ogni epoca.

3. La buca delle lettere
De Bortoli (Corriere) censura il 25 giugno una vignetta di Vauro (fra l'altro tanto bella quanto innocua): ma lui non la chiama censura, non gli piace la parola, sembra; parla di mancanza di buon gusto, di caduta di stile e ricorda a Vauro che il Corriere non è una comoda buca in cui si imbuca la lettera e via. Ribadito che si tratta di censura e che la censura è sempre stupida e da condannare, viene da chiedersi se il principio della buca valga invece per Veronica Lario (se non erro 3 lettere pubblicate in pochi mesi), Mara Carfagna (1), Pier Silvio Berlusconi (1). Ribadisco: giustificare un atto di censura è stupido e porta invariabilmente ad esprimere boiate, chiunque ci è caduto lo sa.

4. In cerca del caprone (espiatorio)
Tarantini, indagato per mille cose fra cui i festini a base di ragazze remunerate a casa Berlusconi, dice che le ragazze erano pagate solo per fare bella presenza (tipo tela del Seicento) e non per fare altro, la notte. Io resto sempre in attesa che individuino uno su cui scaricare tutta la colpa, come avvenuto in passato in altre inchieste; un volontario disposto a farsi carico di tutta la spazzatura e salvare così i potenti. Attendiamo fiduciosi.

5. Una cena fra amici
"L'Espresso" in edicola rivela un fatto inquietante: un incontro privato a cena tra il premier e due alti magistrati della Consulta, ovvero l'organismo che tra poche settimane dovrà finalmente decidere se bocciare o meno il Lodo Alfano (la legge che rende Silvio Berlusconi improcessabile fino alla fine del suo mandato): erano presenti anche Alfano, Gianni Letta e Vizzini (attualmente indagato per corruzione mafiosa, apprendo da Travaglio).
Come sempre al diffondersi della notizia scoppia uno scandalo, che poi nessno ricorderà di lì a 36 ore.
L'avv. Ghedini, deputato (nominato da Berlusconi) e avvocato personale (di Berlusconi) ci tiene a dire la sua per spiegarci per bene come sono andate le cose: "Nulla di strano perché i giudici non vivono sul monte Athos ed è normale che frequentino le alte cariche. Se passasse il principio, Napolitano non dovrebbe più incontrare Berlusconi se deve firmare una legge importante, o il presidente della Corte dei conti o della Cassazione se devono prendere decisioni contabili, penali o civili. Spero che il Quirinale intervenga perché questa è un'aggressione alla Corte".
In pratica sarebbe come se Moggi fosse beccato a cena con due arbitri nel corso del campionato.... Come dite? è accaduto anche di peggio, stando alle intercettazioni di Calciopoli???... Va bene, lasciamo stare... insomma, noi dovremmo bere questa versione dei fatti e stare zitti.
Anche noi speriamo che il Quirinale intervenga, ma per fare ben altro. Ma non interverrà, da quelle parti c'è calma piatta. A volte dovrebbe intervenire la "neuro", in verità.
In casi come questo che i giudici debbano dimettersi sarebbe considerata una inevitabile conseguenza, in un paese civile e democratico.

6. Insomma, questa bocca va chiusa o no?
Ieri 27 giugno il premier Silvio Berlusconi è tornato sull'invito fatto il giorno prima a "chiudere la bocca" ai catastrofisti, dalla stampa alle istituzioni economiche: "Io non ho mai detto di chiudere la bocca agli enti o ai media e se l'ho detto non c'era assolutamente nulla di violento o meno che liberale", ha affermato, sostenendo che il suo obiettivo era piuttosto quello di "chiedere maggiore prudenza" nel fornire dati che rischiano di accrescere la sfiducia.
Peccato che esista una registrazione audio-video in cui il nostro premier afferma testualmente: "...dovremmo veramente chiudere la bocca a tutti questi signori...". L'ho ascoltata io, potete farlo pure voi, in rete. Berlusconi non è ancora riuscito a capire che le registrazioni possono sbugiardarlo (o meglio, potrebbero farlo se i principali TG del paese le riproponessero, cosa che non fanno, è naturale).
Tralasciamo poi lo squallido e scorrettissimo invito, ripetuto già più volte, agli imprenditori, di non acquistare spazi pubblicitari sui giornali catastrofisti (traduzione: che riportano le cifre reali sulla crisi economica in atto e le stime fornite dai principali organismi italiani ed internazionali): si tratta di conflitto di interessi e poi di invito scorretto o di minaccia, fate voi: chi può dirlo? Diciamo che vengono affermate alcune cose perchè chi ha orecchie per intendere intenda.

7. Logo Italia
Ma l'avete visto il nuovo logo Italia messo a punto dalla coppia Brambilla-Berlusconi (nella prima versione avevano pure messo il tricolore alla rovescia, pare)? Non l'avete visto? Ecco, lasciate perdere, poi per rifarvi gli occhi sareste costretti a vedere 30 tramonti di fila o Audrey Hepburn per una settimana, sempre che ci vediate ancora, dopo...

8. Per favore potreste non massacrare chi manifesta?
In Iran continuano i massacri. Manifestare il proprio dissenso è considerato reato per ciò stesso e legittima, sembra, gli spari sulla folla, le spedizioni punitive notturne in casa di numerose famiglie, la brutale uccisione di Neda e chissà di quanti altri come lei, l'arresto ingiustificato di giornalisti iraniani ed esteri fino ad arrivare all'arresto di cui si è saputo oggi di alcuni funzionari dell'ambasciata inglese. Il regime svela il suo vero volto, se mai ve ne fosse stato bisogno, e con questo comportamento di una violenza e di una inciviltà inaudite legittima automaticamene tutti i sospetti che si erano addensati sul regolare svolgimento delle ultime elezioni. Cosa fa nel frattempo la comunità internazionale? Monita. Cosa dice Frattini? "A tre giorni dal vertice di Trieste non ho ancora ricevuto una risposta da Teheran e devo ritenere che l'Iran abbia declinato il mio invito" [eh già, che ne dici? hanno cosa più urgenti da fare, tipo massacrare i civili]; "Quello che noi soprattutto chiediamo è che non ci siano violenze, che non ci siano persone morte o aggredite per le strade e che ci sia una revisione seria del voto"; "Chiediamo al governo iraniano adoperarsi con urgenza per creare le condizioni per una composizione pacifica della crisi"; "Siamo preoccupati e particolarmente addolorati per le violenze e la perdita di vite umane" in Iran; L'assenza dell'Iran al vertice G8 e' stata '"un'occasione perduta" proprio per i forti interessi della stessa Teheran nei confronti del processo di stabilizzazione dell'Afghanistan. Ora l'Iran "dovra' dimostrare il suo impegno" per concorrere ad un ruolo costruttivo.
Traducendo: Frattini, violenze in Iran cessino immediatamente. Ahmadinejad: "Che paura mamma mia!. Che il virus quirinalizio si stia diffondendo nei palazzi del potere di mezzo mondo?

9. Definizioni imperiali
In ultimo vorrei citare una definizione fulminante dell'inarrivabile Ugo Gregoretti (il noto regista, giornalista, drammaturgo e intellettuale), che riferendosi a voi sapete chi e alla decadenza da fine impero a cui stiamo assistendo impotenti e disgustati, ha parlato di "basso impuro".


Ci sono colori più belli di quelli del'arcobaleno? Si.
Intendo, squadre di calcio a parte... . Allora no.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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sabato 27 giugno 2009

Oggi Genova ha i colori dell'arcobaleno


Oggi, a Genova, si terrà il Gay Pride 2009. Al corteo, che ha ricevuto il patrocinio del Comune, della Provincia di Genova e della Regione Liguria, hanno aderito oltre 200 associazioni tra gruppi, circoli, sindacati e reti sociali; sono attesi tra i 100 e i 150 mila partecipanti (per avere in anticipo i dati di affluenza della questura togliere un 75% buono). Sarà un Pride all'insegna dell'uguaglianza, quell'uguaglianza di diritti che milioni di cittadini chiedono da sempre e invano che sia riconosciuta a tutti gli individui indipendentemente dall'orientamento sessuale.
"Questo di Genova - ha affermato Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay - dovrà essere un Pride di svolta, dal quale lanceremo un messaggio di unità a tutte le associazioni, i movimenti, gli enti che si occupano di solidarietà civile. Dobbiamo diventare un soggetto politico che si occupa dei diritti di tutti, aperto al dialogo tra differenti culture, orientamenti sessuali, identità di genere, provenienze etniche, politiche, religiose".
Una ventina di carri allegorici sfileranno per le vie del centro cittadino, fino ad arrivare al palco allestito in Piazza De Ferrari sul quale interverranno il sindaco di Genova Marta Vincenzi e le due madrine dell'evento Vladimir Luxuria e Lella Costa.

Il silenzio della Chiesa e anzi il suo sottile ostracismo testimoniano una volta di più la latente e mai sopita omofobia che in essa serpeggia; il rifiuto del cardinale Bagnasco di incontrare i responsabili della manifestazione stride con il clima festoso che oggi accompagnerà la marcia di migliaia di persone in lotta per i loro diritti. Le dichiarazioni e l'operato del ministro delle pari opportunità Carfagna testimoniano invece la sua evidente inadeguatezza al compito che sarebbe chiamata a svolgere: combattere ogni tipo di discriminazione.

Molti, non sapendo a cosa appigliarsi per giustificare il loro razzismo, anche oggi criticheranno il corteo e lo deiniranno una oscena carnevalata, come già avvenuto decine di volte in passato, e ancora una volta preferiranno dunque porre l'accento sull'aspetto festoso, gioioso, trasgressivo e carnascialesco della manifestazione piuttosto che sulle ragioni fondamentali che la animano.

A chi fa simili affermazioni sul Gay Pride voglio semplicemente ricordare che ciascun individuo può liberamente scegliere il modo in cui rivendicare un sacrosanto diritto che gli è negato; c'è chi preferisce farlo scendendo in piazza mascherato o in abiti succinti, chi (la maggior parte) lo farà sfilando compostamente per le vie del centro; chi (milioni di persone che non saranno a Genova) lo farà essendo presente col cuore. Tutto questo non deve mai far dimenticare che l'aspetto centrale della questione è la discriminazione di cui ancora oggi gli omosessuali sono vittime per effetto non solo dell'ignoranza delle persone ma della vergognosa formulazione di leggi vigenti che ci pongono ai margini del mondo civile.

Più che indignarsi se oggi qualche persona esuberante mostrerà dissacrante le chiappe al mondo (in tivù si vede di peggio a qualsiasi ora e solo per biechi fini commerciali), i benpensanti dovrebbero vergognarsi per la puzzolente omofobia che inquina la società in cui viviamo.

Dopotutto quando a tutti gli uomini saranno riconosciuti gli stessi diritti non ci sarà più bisogno di un Gay Pride.

Il mio invito, rivolto a chi si ama, è sempre valido.


autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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venerdì 26 giugno 2009

Se la canta e se la suona

Eh sì, lo so: sono un analista politico nato!

26 giugno 2009, Italia - "Il Giornale" (di Paolo Berlusconi), alla disperata ricerca di qualche pulce in casa d’altri dopo averne scoperte di grosse come cani sotto il tappeto del suo salotto buono, butta là oggi che Cesa (UDC) fu coinvolto nel 1999 in un poco chiaro giro di squillo e fa pure il nome di D’alema, che da un po’ chiunque tira in ballo a mò di portafortuna: come dire, ci fate la morale col premier che fa i festini voi che a squillo ci andavate già nel secolo scorso.

Cesa si infuria come un istrice che si è alzato con la luna di traverso e annuncia urbi et orbi una denuncia per diffamazione. Silvio Berlusconi, pelosetto come una donna a corto di strisce depilatorie da sei mesi, gli esprime subito, suadente come una serpe col sorriso a trentadue denti, tutta la sua solidarietà (fra colleghi..., avrà pensato il nostro mitico premier); Cesa che a suo tempo si lasciò andare ad affermazioni imbecilli sul caso Mele ma che scemo non è mangia subito la foglia e, facendo un balzo sulla poltrona fin quasi a far il solletico al soffitto, rifiuta sdegnato, come se si trattasse di una puzzola, la solidarietà di un presidente che, afferma, a differenza di quel che fa lui, va a minorenni; Berlusconi ritira subito la mano offerta in segno di amicizia e morsicata dall'ex alleato e gli dà in pratica del fuori di testa, sperando che "ritorni presto in sè" e augurandosi che impari a "rispondere alle provocazioni con la stessa serenità e con lo stesso stile con cui reagisco io" (mamma mia speriamo di no).

Insomma il suo giornale (il giornale di famiglia Berlusconi pardon) lancia il sasso e prende in pieno la zucca di Cesa e, di striscio, D'Alema il veggente; Cesa strilla come un'aquila e subito il lanciatore stesso, comprensivo come un ragno che ha appena catturato una mosca, gli offre solidarietà, come se il giornale che ha immerso il ventilatore in un pozzo di fango e poi lo ha acceso non fosse quello del fratello ma un anonimo e sconosciuto giornale della Terra del Fuoco. Insomma, questo premier che sta al 61% dei consensi e che, a detta naturalmente di chi ha ascoltato certi "nastrini" non propriamente del Mulino Bianco, aspetta le escort nel "letto grande" per non aver problemi di manovra, se la canta e se la suona, e senza l'aiuto di Apicella!

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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"Il Corriere della sera" censura Vauro

Egregio De Bortoli, quello che dici per giustificarti della CENSURA di cui oggi è stato vittima Vauro sul tuo Corriere non ha , con tutto il rispetto, alcun senso. "Buca delle lettere", "dubbio gusto", questione di stile" sono frammenti di una risposta non pertinente e non accettabile e sai perchè? Perchè è impossibile giustificare una censura senza cadere nell'insensato e senza annaspare come fai. Vauro lavora per il Corriere, che senso ha parlare di "buca delle lettere"? Se hai Vauro sotto contratto, pubblichi quel che lui disegna e stop. Altrimenti non lo assumi. Stesso discorso feci a suo tempo per Luttazzi e La7. Se scegli per noi, se "minzolini" insomma, fai censura. Libero di farla, ma chiama le cose col loro nome; e liberi noi di biasimarti.

Quando ha scritto la Carfagna, sembrava che avesse imbucato la lettera: un pagina intera dedicata al ministro delle pari opportunità; una bella oppotunità. Stessa cosa per Piersilvio Berlusconi su Mike Bongiorno. E che dire di quando il Corriere si indignò per la fatwa contro la vignetta su Maometto? Dov'è la coerenza, e dove la decenza? Dov'è la libertà non lo chiedo.

E questo, lo dico per chi da domani potrebbe avere l'insana idea di attaccarmi da destra (mi premunisco perchè so come ragionano alcuni), per quanto mi riguarda vale, da sempre, per qualsiasi creazione di qualsiasi creatore, rosso, nero, giallo o a pois: la libertà non la si invoca per una parte, spero sia chiaro a tutti. Era il caso di precisarlo? Quanto vorrei poter rispondere di no.

Ecco la vignetta di Vauro: spassosissima e pubblicabilissima (ribadito che andrebbe pubblicata anche se fosse più disturbante, mai sentito parlare di libertà di espressione?):




Ecco la lettera di Vauro: http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/2009/06/25/lettera_di_vauro.html

Ecco la risposta di De Bortoli (spero sia completa, non ho reperito altro): «Caro Vauro, può capitare, in quindici anni di collaborazione - replica De Bortoli - che il direttore possa ritenere una vignetta di dubbio gusto e decidere di non pubblicarla. E non per scelta politica, visto che la notizia cui si ispirava la tua vignetta (l'inchiesta di Bari) è stata pubblicata per primo, e in esclusiva, dal Corriere della Sera. Ma soltanto per una questione di stile che purtroppo, nella tua simpatica veemenza, ti sfugge. In questi anni - conclude - ti sei esercitato sul soggetto Berlusconi con assoluta costanza. E il giornale che non è come tu ritieni, una comoda buca delle lettere, ha rispettato le tue opinioni anche quando non le condivideva».

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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mercoledì 24 giugno 2009

Virtuale, chiaccherata e notizie dal reale

Oggi ho lavorato duro, ho risposto ad un commento che commentava un mio commento a un post di un altro blog (vi siete persi? c'è Google Maps): se vi va, seguite la vicenda partendo dal mio post su Neda di domenica 21 giugno: http://mauroarcobaleno.blogspot.com/2009/06/occhi-in-cerca-della-liberta.html.
Poi ho voluto dire la mia sul blog di Oliviero Beha (http://italiopoli.ilcannocchiale.it/?id_blogdoc=2281733) e su quello di Bruno Tinti (http://togherotte.ilcannocchiale.it/2009/06/24/un_giorno_un_solo_giorno_a_rom.html): eccesso di protagonismo? No, il fatto è che i post di oggi erano entrambi stimolanti; infine mi sono imbattuto in questa interessantissima riflessione by Jacopo Fo (http://www.lavocedellevoci.it/grandifirme1.php?id=94).

Verso sera ho staccato la spina che alimenta il mio pc (dopo averlo arrestato secondo la corretta procedura, tranquilli...) e ho fatto quattro passi nel reale; ho parlato di politica con una persona che definirei onesta, ragionevole, pacata, informata; fa il commerciante. Due sono i punti su cui si basavano le sue riflessioni serali, che si sono dimostrate impermeabili alle mie rassegnate obiezioni d'ufficio: 1) che Berlusconi fa [?], è capace [?], quindi anche se ruba, anche se c'ha la fissa della gnocca e anche se non si fa processare deve restare dov'è perché altrimenti al suo posto ci va un incapace, sia che si peschi da destra che da sinistra [ha detto proprio così]; 2) che puoi pure rubare ma se la gente ti vota vuol dire che ti vuole e devi restare lì con buona pace della magistratura [e, aggiungo io, del ladro di polli che non se lo fila nessuno e finisce in gattabuia].
Che dire? Puoi anche essere intelligente, ma se assumi le informazioni dalla tv e dai giornali, grosso modo sei spacciato: non sai cosa succede nel mondo e ti formi un giudizio sballato. In effetti il tipo è un TG1 boy e su internet va di rado. Non voglio con questo dire che se vai su internet poi per forza schifi il premier: che diamine, i pc li vendono anche ai fanatici politici, quelli che se gli dimostri che Berlusconi ruba e D'Alema traffica non ci credono comunque per partito preso. E li vendono pure agli imbecilli (io ne ho uno!). Ma insomma, se vai su internet e se acquisti quel residuo di stampa libera che ancora c'è ti accorgi che gli altri, i media principali, non te la stanno raccontando giusta. D'altra parte, come ha affermato oggi lo stesso Severgnini, "I direttori del Tg1 vengono messi lì dal governo: in cambio, lo proteggono (con più o meno abilità, classe e cinismo). Non mi sembra ci sia altro da aggiungere." Noi aggiungiamo che Minzolini è un fuoriclasse.

Questa non ve la dovete perdere, se già non la sapete. E' una notizia vera, sia chiaro: perché scomodare le cellule cerebrali e scatenare la fantasia quando la realtà ci fornisce già la pappa pronta? e che pappa, signori miei! Da leccarsi i baffi.

Da "ilmessaggero.it", 23 giugno 2009:
"Attenti al Berluscane" sul cancello, veronese multato presenta ricorso - VERONA (23 giugno) - È un vecchio cane lupo ma ancora vigoroso e per questo è stato battezzato "Berluscane" dal suo proprietario, Imerio Mariotto di Verona, noto in città per la sua eccentricità. Una circostanza poco gradita da qualche vicino di casa che ha informato della cosa i vigili urbani, ai quali non è rimasto che fare una contravvenzione a Mariotto, proprietario di altri tre cani, di cui uno battezzato "Noemi", perché sul cancello manca il cartello "Attenti al cane". Per la verità il cartello c'è, ma è stato storpiato in "Attenti al Berluscane".
La vicenda, di cui riferisce oggi L'Arena, non si è fermata alla sola sanzione di 55,60 euro, perché Mariotto, assistito dal suo legale, l'avvocato Guariente Guarienti, ha deciso di presentare ricorso al giudice di pace, motivando la scelta del cartello e del nome.
Nella memoria difensiva, Mariotto sostiene che Berluscane è stato chiamato così per una "vivacità amorosa inversamente proporzionale all'età", ma in realtà è un animale tranquillo, che "i cani femmina che si presentassero al cancello, soprattutto se cagnette giovani e ambiziose", potrebbero avvicinare senza timore di avance. Questo perché "a differenza degli esseri umani, sempre teoricamente disponibili, cagne e cagnette, per suscitare interesse, devono essere in calore". (http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=63183&sez=LEALTRE#IDX)

La solerzia dei vigili e la multa ci dicono che siamo in Italia, il resto che solo con un po' di sana ironia si può sopravvivere allo schifo imperante. Mi piacerebbe conoscerlo, questo bel campione!

Franceschini, notizia di oggi, si candida alla guida del Pd, quindi quando giurava che non l'avrebbe fatto e che il suo ruolo era unicamente quello del traghettatore facevamo bene a non credergli. Dice che non vuole restituire il partito a quelli da cui l'ha preso, che vuole superare la fase delle divisioni interne e dei continui litigi. Se non butta a mare qualcuno, non ci riuscirà mai. Basta scegliere bene chi tenere, chi buttare, e a chi fare l'occhiolino. All'UDC (di Cuffaro...)? All'IDV che vuole legalità e questione morale al centro dell'agenda? (uhm... scomodo). Chi vivrà vedrà.

Il titolo del post, dite? Ehm... oggi non mi veniva.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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martedì 23 giugno 2009

Minzolini mi fa da padre

Augusto Minzolini e' il direttore del TG1, fresco di nomina. Il TG1 e' il telegiornale della rete pubblica che ogni giorno entra nelle case di 17 milioni di Italiani. Nei giorni scorsi, a detta di molti, il TG1 ha completamente ignorato in alcuni giorni, e presentato in maniera incompleta, confusa e marginale in altri, una notizia di un certo rilievo: l'inchiesta in corso a Bari su tangenti e sanità, nel corso della quale sono emerse intercettazioni, nastri registrati, testimonianze di diverse persone e foto che chiamano pesantemenente in causa il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in merito a un giro di ragazze pagate per partecipare ad alcune feste a Palazzo Grazioli (e per fermarsi la notte). Ogni giorno ne viene fuori una: feste a cui partecipavano cani e porci senza alcun controllo all'entrata, telefonate in cui si parla pure di droga, una escort che ha nastri con su registrata la voce del premier in atteggiamenti non proprio istituzionali, ecc., senza parlare delle presunte corruzioni nelle forniture sanitarie dalle quali poi tutto è partito. Questo è quel che emerge grazie a frammenti ormai sperduti di stampa libera, a schegge impazzite di giornalisti veri.

Naturalmente l'inchiesta e' in corso, quindi non si puo' condannare nessuno: quello è il compito dei magistrati, nel caso. Ma se ne può (se ne deve) parlare, anche se la legge che stanno discutendo in Senato vorrebbe metterci il bavaglio e negare pure il sacrosanto diritto dei cittadini a sapere cosa succede. Nessuno vuole anticipare l'esito delle indagini, né ritenere Berlusconi colpevole dei crimini peggiori (i cittadini in verità nemmeno vorrebbero che fosse condannato, vorrebbero solo che fosse processato quando ve ne sono gli estremi, anzichè salvato da lodi e prescrizioni), ma queste testimonianze, queste foto, questi nastri e la stessa esistenza di un'inchiesta della magistratura, benchè ancora non siano state individuate ipotesi di reato a carico del premier e anche qualora non lo fossero mai, costituiscono eccome una notizia, e una notizia di notevole importanza e gravità, e difatti la (rara) stampa libera del nostro paese e la quasi totalità di quella estera hanno dato all'evento amplissimo risalto, e non parliamo di "Chi" o di "Novella 2000", parliamo di quotidiani prestigiosi. Il TG1 no, e Minzolini ieri ha provato a spiegare il perchè. Dei TG di proprietà diretta o indiretta del premier non parliamo, sarebbe inutile; per il Tg2 siamo lì, il Tg3 ha sprazzi di giornalismo d.o.c. ma si tratta sempre di sfoghi timidi e momentanei. Che bella prospettiva di essere informato bene ha il cittadino italiano medio che (Fonte: Censis) ricava le notizie sul mondo che lo circonda (e di conseguenza forma la sua opinione politica) da telegiornali e giornali di tale cristallina professionalità, eh?

Dopo essere stato convocato dal presidente della Rai, Paolo Garimberti, per parlare di "completezza e trasparenza dell'informazione" (un pò come se io convocassi il cuoco del mio ristorante per parlare di pulizia delle pentole e di freschezza del cibo utilizzato: non dovrebbero essere parametri imprescindibili e scontati?), Minzolini ha detto in diretta la sua, verso le 20.30 (citiamo da repubblica.it): ha spiegato che la scelta di tenere «bassa» la vicenda delle feste con ragazze nella residenza del premier è una scelta di prudenza non essendovi reati o imputazioni a carico di Silvio Berlusconi e non essendovi a suo dire «alcuna notizia certa. «Di fronte a quanto sta accadendo nel mondo, dal piano economico di Obama alle vicende dell'Iran - ha sottolineato sostanzialmente il direttore - sarebbe stata una scelta incomprensibile privilegiare polemiche basate sul gossip». Così ha detto.

Traduco: Minzolini definisce "tenere bassa" la vicenda delle feste il non parlarne proprio o, in alcune sere, il parlarne in modo vago, volutamente incompleto e confuso, senza citare quasi mai Berlusconi.

Per aiutarvi, Minzolini è lo stesso Minzolini che intervistato da Repubblica nel 1994 (a firma DP) affermava queste chicche:

1
Questa ondata di smentite che arriva alla stampa italiana non si ritorce contro la credibilità dei giornali?
"Le smentite a ripetizione rivelano solo che abbiamo una classe politica nuova che non ha ancora assimilato il fatto che un politico è un uomo pubblico in ogni momento della sua giornata e che deve comportarsi e parlare come tale. Il rinnovamento del Parlamento italiano è un fenomeno anche sociologico di cui la stampa deve dare conto: io non dimentico mai che il mio referente è il lettore e non il politico e che il mio compito è quello di rappresentarlo come è senza mediazioni".

2
Rappresentarlo anche nei suoi aspetti privati? E' giusto frugare nella vita intima di chi ci governa, è utile?
"Quattro anni fa, e cioè in tempi non sospetti, scrissi che la nomina di Giampaolo Sodano alla Rai nasceva dai salotti di Gbr, la televisione di Anja Pieroni. Oggi penso che se noi avessimo raccontato di più la vita privata dei leader politici forse non saremmo arrivati a tangentopoli, forse li avremmo costretti a cambiare oppure ad andarsene. Non è stato un buon servizio per il paese il nostro fair play: abbiamo semplicemente peccato di ipocrisia. Di Anja Pieroni sapevamo tutto da sempre e non era solo un personaggio della vita intima di Craxi. La distinzione fra pubblico e privato è manichea: ripeto, un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico"


Dunque, vediamo... "...io non dimentico mai che il mio referente è il lettore e non il politico e che il mio compito è quello di rappresentarlo come è senza mediazioni... un politico deve sapere che ogni aspetto della sua vita è pubblico. Se non accetta questa regola rinunci a fare il politico... penso che se noi avessimo raccontato di più la vita privata dei leader politici forse non saremmo arrivati a tangentopoli..."
Curioso come si possa cambiare diametralmente idea nel giro di una quindicina d'anni eh?

Ma oltre a sbugiardarlo con le sue stesse parole, vogliamo fare di più, e cioè dire perchè Minzolini sbaglia (anche se lui lo sa). L'inchiesta in corso a Bari è una notizia e il fatto che si indaghi su festicciole con ragazze a pagamento nella residenza romana di Palazzo Grazioli, in cui di giorno si hanno incontri istituzionali e di notte, pare, incontri di ben altro tipo, è una notizia anch'essa. Comunicarla agli ascoltatori non è una scelta, è il dovere di un giornalista.
Se poi si vuole evitare di porre l'accento sugli aspetti pruriginosi (che ci sono eccome, tipo la voce del premier che -stando a quel che riferisce chi ha ascoltato il nastro- invita la escort ad aspettarlo nel "letto grande" -per una discussione politica, si presume) e se si vuole evitare di trarre conclusioni affrettate a inchiesta in corso, ok, questo è legittimo e anzi auspicabile, è scorretto calpestare la presunzione di innocenza o rimescolare la spazzatura (che però c'è, a quanto pare): ma non dare la notizia o darla in modo bulgaro (ci scusino i bulgari), decidere a priori cosa va detto agli Italiani e cosa no, non è giornalismo ma servilismo, o almeno verrebbe definito come tale in tutti il mondo civile.
Minzolini dimostra col suo comportamento che non sa cos'è il giornalismo. Se poi a qualcuno, di indole maligna, viene il sospetto che la sua condotta sia finalizzata a coprire notizie scomode per chi in definitiva lì lo ha voluto, come possiamo stupirci?

Minzolini si comporta come faceva mio padre quand'ero piccolo e imberbe: non mi dice le notizie brutte brutte, sceglie lui cosa dirmi e cosa no, cosa è notizia e cosa no, cosa è infondato e cosa è fondato (poi pero' la Rai trasmette sangue e sesso a go-go e spesso gratuito in prima serata facendolo precedere dall'avviso che fra poco ci sarà sangue e sesso a go-go e spesso gratuito quindi genitori sedete accanto ai vostri bambini così potetre spiegare loro che quello che stanno vedendo è sangue e sesso a go-go e spesso gratuito). Minzolini, in pratica, e' una nuova figura di giornalista-educatore-magistrato-giudice-censore: legge, conclude che non è vero e comunque non è importante, non ce lo dice o ce lo dice en passant (e a fine mese si prende i nostri soldi però).

Intanto verrebbe da dire: quando un'accusa è fondata? Dopo la condanna di primo grado? Non sembra, visto che di Mills al TG1 hanno sentito il nome in pochi (ricordiamo che Mills è l'avvocato inglese condannato in primo grado per essere stato corrotto da -non si può dire da chi, altrimenti Alfano si arrabbia) . Alla condanna o assoluzione in terzo grado? Ok, ma allora se un maestro d'asilo è accusato di pedofilia, e magari ci sono pure nastri in cui emergono particolari inquietanti, io devo restare all'oscuro del fatto (e continuare a mandare mio figlio a quell'asilo per anni) perchè si tratta solo di un'inchiesta, e devo sapere cosa è successo solo dopo anni a sentenza di terzo grado emessa? Sono ragionamenti aberranti. Non si chiede a Minzolini di definire Berlusconi colpevole (sia perchè gli chiederemmo una cosa contronatura sia e soprattutto perchè per i fatti citati ancora non lo è), nè rinviato a giudizio (per i fatti citati ancora non lo è), nè gli si chiede di rimestare nel torbido o di citarci i colloqui tra lui e la ragazza da 2000 euro a botta, ma nemmeno per sogno (anche se, qualora non fossero o quando non saranno coperti da segreto, potrebbe pure farlo no?). Gli si chiede di dare le notizie, che sarebbe poi il mestiere per il quale viene pagato da noi. Il giornalista non sceglie se comunicare una notizia, ma, qualora vi sia una notizia, la comunica nel modo più neutro possibile, e qui la notizia c'è: più persone, foto e nastri che parlano di un Berlusconi che organizza feste in residenze che potremmo definire di fatto istituzionali e alle quali partecipano, non si sa per merito di chi, ragazze pagate per il disturbo: e siamo solo all'inizio.
Quando, pochi giorni fa, si disse che D'Alema sapeva dell'inchiesta di Bari prima ancora che venisse alla luce perchè il giorno prima su RaiTre aveva parlato di "scosse" in arrivo, e D'Alema si arrabbio' minacciando querele, tutti riportarono il sospetto, senza fare ragionamenti del tipo non diciamolo perchè si tratta dell'illazione di alcuni e non vi sono prove certe nè tantomento ipotesi di reato... E di casi come questo potrei citarne centinaia. Ma Minzolini ha scoperto oggi che un'inchiesta in corso e nastri, foto e testimoni non sono una notizia e che quel che diceva con enfasi nel '94 erano panzane.

Ahi, Minzolini... il canovaccio lo conosciamo bene, lascia stare le spiegazioni, non sono convincenti. Possono bastare solo a chi è accecato da fanatismi di parte al punto da non voler vedere la verità (o perlomeno da non aver voglia che emerga, qualunque essa sia) e a chi, distrutto da decenni di TG di regime e di media viziati da un conflitto d'interessi mostruoso, ha ormai dimenticato cosa significa la parola giornalismo. Noi ce lo ricordiamo bene, però.

Spiriti belli hanno avanzato l'ipotesi che Minzolini volesse già rispettare una legge non ancora entrata in vigore (la legge bavaglio in discussione al Senato): "al cittadino non far sapere cosa si dicono per telefono politico e faccendiere". Registriamo l'interessante interpretazione facendo spallucce.

Sentite poi cosa ci ricorda Antonio Di Pietro a proposito di Minzolini... Adesso diventa viola se solo sente la parola gossip, ma... "Augusto Minzolini, direttore del Tg1, e' un gossipparo, "l'Emilio Fede del servizio pubblico" che ha ridotto lo spazio dell'informazione politica in modo impressionante, oltre ad aver oscurato l'Italia dei Valori.
Minzolini andrebbe licenziato per “giusta causa”. Ricordo a Minzolini che quando ha fatto del vero gossip su di me, l'ho querelato tre volte, ha avuto una condanna a 4 mesi di reclusione, e “dulcis in fundo” il risarcimento danni lo ha pagato la Mondatori."
(http://www.antoniodipietro.com/2009/06/non_sta_bene.html)

Interessante è anche l'affondo (inattaccabile) di Pino Corrias di oggi:
(http://voglioscendere.ilcannocchiale.it/2009/06/23/il_gossip_la_politica_e_le_spi.html)

Ecco qua un Beppe Grillo sintetico quanto chirurgico: "Il minzolinismo"
(http://www.beppegrillo.it/2009/06/il_minzolinismo/index.html)

Chiudiamo con Famiglia Cristiana.
Come sapete, sono contrarissimo alla continua ingerenza della Chiesa Cattolica di Roma negli affari dello stato (laico) italiano, tuttavia citiamo quel che dice Don Sciortino, dato che pur sempre di stampa italiana si tratta e che non possiamo negare l'influenza enorme che la Chiesa ha su società e politica italiana, che piaccia o no (scelgo la prima):

Famiglia Cristiana contro il premier "Indifendibile, ora parli la Chiesa"
ROMA - "E' stato superato il limite della decenza". Scrive così il direttore del settimanale Famiglia Cristiana don Antonio Sciortino rispondendo alle lettere dei lettori, definendo "indifendibile" il comportamento del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La Chiesa italiana, continua Sciortino "non può ignorare l'emergenza morale" di fronte allo scandalo-escort. "Non si può far finta che non stia succedendo nulla, i cristiani (come dimostrano le lettere dei nostri lettori) sono frastornati da questo clima di decadimento morale, attendono dalla Chiesa una valutazione etica meno disincantata".
Don Antonio Sciortino è duro anche nei confronti di chi pensa "di barattare la morale con promesse di leggi favorevoli alla Chiesa: è il classico piatto di lenticchie da respingere al mittente. La Chiesa non può abdicare alla sua misisone, nessuno pensi di allettarla con promesse o ricattarla con minacce perchè non intervenga e taccia".


Miei cari Italiani, da anni comprate carne (acquisite notizie) da macellai (quotidiani, settimanali, telegiornali, programmi cosiddetti di approfondimento) che vi vendono fettine coi vermi (notizie taroccate o oscurate), eppure non cambiate nacellaio, sebbene più volte prove certe (es: filmati, o gli stessi svolgimenti successivi degli eventi misitificati) vi abbiano aperto gli occhi sull'andazzo. Complimenti e un sentito augurio al vostro stomaco.

***

Cito qui, perchè mi sembra attinente, l'ultima uscita di Sandro Bondi ("Repubblica è un pericolo per la democrazia") che dimostra ancora una volta come a certe persone sia proprio estraneo il concetto di stampa libera e indipendente, di ricerca della verità, di democrazia. Mondo libero, scusaci se puoi.
(http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-9/bondi-repubblica/bondi-repubblica.html)


autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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domenica 21 giugno 2009

Occhi in cerca della libertà

Non so quanto il leader dell'opposizione Mir Hossein Mousavi possa davvero incarnare la speranza di un futuro migliore, per i giovani iraniani. Ma so per certo che il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad non porterà a nulla di buono, mai. Me lo dicono i suoi occhi, me lo dice la follia delle sue parole. E, come dire, mi son fatto l'idea che le recenti elezioni iraniane siano state una farsa. Ora Teheran è sull'orlo di una guerra civile, il popolo scende in piazza, chiede che le schede siano ricontate, chiede nuove e regolari elezioni. C'e' voglia di libertà, c'è voglia di giustizia. Anche di democrazia, forse. I regimi sono tutti uguali, qualunque sia il colore della scorza con la quale rivestono la loro polpa di atroce disumanità. L'inferno più orribile attende gli autori di così efferati delitti.

E una ragazza che scende in strada per dire al mondo che vuole poter sognare ancora può morire così, uccisa dai luridi cani da guardia del regime, sull'asfalto di una via di Teheran. Guardate i suoi occhi, prima che il sangue affoghi il suo viso. Ci diranno che era una pericolosa terrorista, che era armata, che era al soldo di inglesi o americani. A me sembra solo una ragazza uccisa dalla polizia iraniana come nemmeno un animale andrebbe ucciso. Morta per la libertà.

(NB: se non è ancora stato censurato dagli amici di quei cani, ecco il video: http://www.youtube.com/watch?v=d70PtbSrLkY.
Oppure lo trovi qui: http://video.unita.it/?video=1134
Se siete impressionabili, lasciate perdere).

Aggiornamento: la ragazza si chiamava Neda. E' stata uccisa in quella che e' stata subito ribattezzata Neda Street. Vi ricorda qualcosa? Eh già, il G8 a Genova, la macelleria della Diaz e di Bolzaneto (la notte in cui fu sospesa la democrazia), il ragazzo ucciso in Piazza Alimonda (Piazza Carlo Giuliani), gli abusi, le violenze e le atrocità indegne di uno stato democratico e per le quali nessun rappresentante dello Stato ha pagato.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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Buona domenica, Italia!

Oggi c'è il referendum: speriamo che la disinformazione e la pigrizia degli elettori abbiano la meglio e che questa volta i due citati difetti di noi Italiani, in assoluto piuttosto gravi, impediscano che si realizzi il peggioramento sostanziale di una legge porcata quale quella elettorale in vigore: vincesse il SI, infatti, non avremo solo una legge porcata (il suo stesso autore, tale Calderoli, ebbe a definirla con grande squisitezza in questi termini), ma ci ritroveremo con una legge porcata al quadrato.

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C'e' un'inchiesta in corso a Bari, che riguarda anche ragazze pagate per andare a far festa a Palazzo Grazioli col premier, pagate di più se decidono di restare per la notte: si parla di duemila euro a botta, come si dice in gergo. Nastri registrati, foto, testimonianze di diverse persone: le conferme fioccano, le ipotesi trovano i primi riscontri. L'inchiesta procede, quindi aspettiamo prima di trarre giudizi: spetta ai magistrati decidere se è stata violata la legge oppure no. Se decideranno che è stata violata, sapremo che sono toghe rosse; se propenderanno per l'archiviazione, ci verrà detto che il tentativo sovversivo di rovesciare il voto messo in atto dalla sinistra è fallito. Ma fin da ora diciamo con chiarezza che una nefandezza non penalmente punibile resta una nefandezza, una menzogna resta una menzogna ed entrambe dovrebbero essere più che sufficienti per rendere un politico non più in possesso dei requisiti morali e politici per ricoprire una carica pubblica. Perlomeno questo dovrebbe valere in un paese democratico e civile.

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Il TG serale più visto dagli Italiani, il canale informativo che dovrebbe portare le notizie nella casa di 17 milioni di persone ogni giorno, ignora completamente la notizia: questo non è giornalismo, è servilismo. Fatti gravi di cui parla da giorni la stampa di tutto il mondo sono ignorati dai media italiani (salvo rare eccezioni) o presentati in modo incompleto e mistificatorio. Continuate pure, miei cari giornalisti, a servire un padrone invece che la verità; quando il re scivolerà dal trono, chiederemo conto di tutto questo a parecchi cortigiani, anche se trovarne qualcuno che nel frattempo, con un colpo di magia, non avrà cambiato camicia sarà un'impresa titanica.

***

L'avv. Ghedini, parlamentare non eletto da noi ma nominato deputato da Berlusconi e avvocato personale di Berlusconi stesso, afferma che "qualsiasi ricostruzione si possa ipotizzare, ancorché fossero vere le indicazioni di questa ragazza e vere non sono, il premier sarebbe, secondo la ricostruzione, l'utilizzatore finale e quindi mai penalmente punibile". Tralasciando il trascurabile fatto che le indicazioni di "questa ragazza" (Patrizia) sarebbero confermate da nastri registrati con su la voce del premier, foto degli interni di Palazzo Grazioli, biglietti aerei e testimonianze di varie persone, l'espressione "utilizzatore finale" e' sembrata a molti veramente vergognosa e offensiva per le donne, ridotte a meri utensili al servizio di un utilizzatore finale. I fedelissimi del PDL hanno detto che Ghedini ha usato un termine giuridico e lo stesso Ghedini si è poi scusato ("Se il termine utilizzatore finale ha potuto offendere la sensibilità di qualcuno, è ovvio che me ne dispiaccio e me ne scuso"); "di qualcuno", come dire di quei due o tre che si offendono sempre e per qualsiasi cosa, non dei milioni di donne che si sono sentite trattare da strumenti. Peccato poi che il giorno dopo lo stesso Ghedini ci sia ricascato, dimostrando come non si trattasse di termini giuridici ma si scarsa sensibilità e basta: "Pensare che Berlusconi abbia bisogno di pagare 2000 euro una ragazza, perche' vada con lui, mi sembra un po' troppo. Penso che potrebbe averne grandi quantitativi, gratis". Ancora espressioni da commmerciante all'ingrosso. Cosa facciamo, aspettiamo di nuovo le scuse o facciamo un più veloce copia-incolla?

***

La stampa mondiale (di sinistra, di centro, perfino quella conservatrice!) ha azzannato al polpaccio il premier che racconta bufale in universovisione e sembra non voler mollare la presa; ieri molte testate si chiedevano quanto a lungo potrà resistere un premier così invischiato in puttanai inenarrabili: poverini, mi fanno tenerezza, non ricordano di avere a che fare con un paese che ancora non ha deciso cosa dire agli 81 parenti dei passegggeri dell'aereo Itavia scomparso nel nulla a Ustica 29 anni fa.

***

Testimoni, nastri, foto, magistrati, stampa italiana ed estera, avversari politici, cittadini comuni: tutti a chiedere al premier di spiegare per bene le cose. E lui risponde: è un complotto internazionale, oppure dice non ti rispondo perchè non mi piaci o perchè ti disistimo (come ha detto ai giornalisti dell'Unità). Oppure strilla: è solo spazzatura. Sta a vedere che adesso è colpa di Bertolaso, come se già non ne avesse abbastanza...

Buona domenica, Italia.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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Il fraintendimento che sta alla base di tutti i mali italiani

Ci sono fatti, inchieste, testimonianze, foto, parziali e involontarie ammissioni. Il fronte delle questioni aperte e' ormai molto ampio e ogni settimana emergono nuovi inquietanti aspetti. Questi gravi fatti sono spesso aggravati da spiegazioni assenti o contraddittorie o inconsistenti, quando non da menzogne. Il fatto che il premier non sia punibile per i voli di stato che trasportano ballerine e musicisti o per aver candidato e poi defenestrato una decina di veline o per la questione delle minorenni a Villa Certosa o delle ragazze di Palazzo Grazioli non attenua minimamente le sue responsabilita' morali e soprattutto politiche. L'Italia non puo' continuare a stare ferma in attesa che venga spiegato l'inspiegabile da un uomo che si auto-assolve sulla base dei voti ottenuti, che non spiega nulla e che non risponde nel merito, punto per punto, alle domande che gli vengono rivolte. Parlare di complotti internazionali e di spazzatura non chiarisce un bel niente, i fatti come si sa sono la cosa piu' ostinata del mondo. Chi mente o cambia discorso si delegittima da solo e anziche' prendersela con la stampa dovrebbe prendersela con se stesso. E' ora che il centrodestra, se intende esercitare il compito di governo che il risultato elettorale gli ha affidato, apra al suo interno, per la prima volta, una reale competizione per una nuova leadership. L'Italia non puo' piu' permettersi, a livello nazionale e internazionale, di mantenere su di se' simili ombre di sospetto ne' tollerare che questi fatti impediscano al governo di governare il paese nel modo più opportuno: Uno deve fare un passo indietro per il bene di Tutti. La politica è un servizio ai cittadini, non un privilegio intoccabile: questo grave fraintendimento è alla base di tutti i mali italiani. Il bene e la dignita' di un paese vengono prima dei fanatismi di parte.
(*)

Leggi l'interessante post di Vittorio Zucconi at:
http://zucconi.blogautore.repubblica.it/2009/06/21/e-ora-mister-president/

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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venerdì 19 giugno 2009

Marco Travaglio a Seravezza (LU)

La sera di mercoledì 17 giugno, a Seravezza (LU), alle Stalle Granducali di Via del Palazzo, Marco Travaglio ha presentato il suo ultimo libro "Italia Annozero", scritto assieme alla Borromeo e a Vauro. Molti i presenti, due le aule allestite (una con un maxischermo). Prima dell'arrivo di Travaglio ha allietato i presenti, durante l'attesa, un battibecco fra gli organizzatori e alcuni spettatori che pretendevano di restare in piedi nella sala principale anzichè accomodarsi, come da regole di sicurezza, nella sala a fianco allestita col maxischermo: tutto si è risolto bene, comunque.
L'occasione, come spesso accade con Travaglio, è stata propizia per una ricostruzione degli eventi politici degli ultimi mesi. Travaglio si è come sempre distinto per pacatezza, lucidità e obiettività, oltre che per l'enciclopedica conoscenza che lo assiste e per la capacità non comune di ricostruire a braccio e in sequenza cronologica perfetta eventi articolati e spesso contradditori. Più bastone che carota, per il centrosinistra e, in misura maggiore anche se non più feroce, per il centrodestra e per il suo leader unico e inamovibile Silvio Berlusconi. Alla fine Travaglio si è concesso come d'abitudine ai suoi ascoltatori e lettori senza fastidio e senza bariere protettive, firmando autografi sul libro presentato e rispondendo diffusamente ad alcune domande. Una serata produttiva: fatti e commenti, veri i primi e ponderati i secondi, sempre ben separati, insomma giornalismo allo stato puro, il contrario dei TG e dei quotidiani di oggi (salvo lodevoli ma rarissime eccezioni). Travaglio ha inoltre presentato ancora una volta i dettagli della nuova e importantissima iniziativa che lo vede fra i protagonisti: la nascita, prevista per fine settembre, di un nuovo quotidiano (Il Fatto Quotidiano), che sarà diretto da Padellaro e di cui potete leggere su www.antefatto.it

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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Fra scandali in serie e sederi incollati alle poltrone, ecco il referendum (io mi astengo)

Dopo il caso Noemi, le veline in odor di Parlamento europeo "formate" da fantozziani corsi full-immersion di tre serate, le dichiarazioni quanto mai esplicite di di Veronica Lario, le ficcanti inchieste della stampa mondiale (Italia esclusa), il casino dei voli di stato che trasportano ragazze, ballerine e musicisti a Villa Certosa nei weekend, le foto di nudi eccellenti e di scene giocose avvenute nella stessa villa, le mille diverse e contraddittorie spiegazioni fornite dal premier e le sue esilaranti auto-assoluzioni, ecco l'inchiesta giudiziaria di Bari su presunte feste organizzate per il premier a Palazzo Grazioli a cui avrebbero partecipato decine di ragazze ricompensate per lo sforzo a colpi di 1000 o 2000 euro -a seconda se ci stavano o no, par di capire: l'inchiesta è in corso, vedremo. Il fatto che, come afferma Super-Ghedini (parlamentare e avvocato personale di Berlusconi, ribattezzato da Travaglio e da altri "Mavalà" Ghedini per il suo simpatico intercalare), il premier non sia penalmente punibile in quanto "utilizzatore finale" delle suddette ragazze (complimenti per l'espressione) o che l'inchiesta sui voli di stato sia stata archiviata non attenua di un palmo le responsabilità morali e soprattutto politiche di un uomo che continua a pensare di poter rimanere incollato alla poltrona senza fornire una benchè minima spiegazione dei fatti che sia perlomeno unica, coerente e fondata. I fatti lo accusano delle peggiori vergogne e lui risponde mettendo su il solito disco del complotto internazionale e della spazzatura in cui i giornali vanno a rimestare (ma allora c'è, se qualcuno la rimesta...). Spiegazioni convincenti, risposte puntuali e nel merito, presa di responsabilità e decisione di farsi da parte: non pervenute. Fra l'altro il virus è contagioso: la Brambilla (è ministro della Repubblica) viene beccata mentre fa il saluto fascista alla festa dei Carabinieri di Lecco (c'è un video eloquente) e afferma di essere allibita e di non aver mai pensato di fare un saluto fascista: che il mondo improvvisamente, alla fine dell'inno nazionale, forse per effetto di una improvvisa scossa tellurica, si sia spostato di un certo numero di gradi in modo tale da far falsamente apparire il corpo del ministro, in realtà immobile, nell'atto di fare il saluto fascista? Gli scienziati stanno indagando.

Nel frattempo i principali TG nazionali, non paghi di non aver quasi mai fatto informazione sull'imminente referendum (moltissimi italiani nemmeno sanno che c'e', scommetto, figurarsi poi capire cosa affermano i soliti cervellotici quesiti stampati a caratteri minuscoli su allegre schede colorate), compiono assolute acrobazie verbali per dare la notizia dell'inchiesta di Bari senza però farsene accorgere dai telespettatori: e li chiamano giornalisti. Dal canto suo Vespa mette in fila nel suo ormai tradizionale salotto serale una serie di falsità paurose che il preciso Travaglio si incarica di elencare:
(http://sottoosservazione.wordpress.com/2009/06/17/zorro-di-marco-travaglio-14/).
Il tutto condito dai saluti fascisti di ministri allibiti e da Obama che conversa con Berlusconi il più velocemente possibile e schiaccia una mosca fastidiosa (proprio una mosca, non sto facendo satira politica). Potremo chiamarli "fascisti allibiti", d'ora in poi. Quanto alla mosca, Obama l'ha poi raccolta da terra con un fazzolettino di carta a fine intervista: quest'uomo è proprio diverso dai suoi predecessori, in tutto:-)

Estremamente divertente è stato assistere stasera, sempre a "Porta a porta", al leghista Cota che cita la Costituzione (chapeau!) con passione, enfasi e amore per convincere gli elettori ad astenersi: piace vedere tutto questo affetto per la Carta costituzionale, che per tutto l'anno viene dimenticata, violentata, offesa, disattesa e poi, quando fa comodo al proprio tornaconto, giustamente e amorevolmente citata. L'art. 75, dice Cota, prevede la possibilità di astenersi, dunque cari elettori astenetevi con fierezza. Il fatto è che la Lega teme con orrore che vinca il SI, perchè se il PDL vincesse le lezioni anche solo con un 20% di fatto non avrebbe più bisogno della Lega, è abbastanza chiaro il discorso? Si cita la Costituzione, dunque, peccato che la Costituzione dica pure che l'Italia è una e non parli né di Padania né di riti celtici né di Roma ladrona né di Sud palla al piede del paese, peccato che affermi che tutti i cittadini sono uguali e non faccia eccezioni per i meridionali, per i neri o per i non eterosessuali. "Cito per bene ma solo quando mi conviene", insomma.

Quanto al REFERENDUM (ricordo che si terrà il 21 e 22 giugno) linko a fondo post la pagina del Ministero dell'Interno che brevemente presenta i tre quesiti e adesso dico la mia: cercherò di essere breve e chiaro. Votare SI, votare NO o astenersi del tutto?
Io mi astengo e spiego perchè.

Votando SI si afferma implicitamente che l'attuale legge elettorale, definita una "porcata" dallo stesso brillante autore (Calderoli), non ci piace, è vero. E motivi per delegittimarla votando SI ce ne sarebbero parecchi: è una legge schifosa e antidemocratica che, tanto per dirne una, ha reso il Parlamento un covo di persone nominate dai segretari di partito, anzichè un consesso di persone elette dai cittadini, che come sapete da anni non possono esprimere preferenze ma solo dare un voto a un partito: sarà poi quel partito a decidere chi far sedere sugli scranni del Parlamento, scegliendoli anche, come è avvenuto, sulla base di criteri soggettivi vergognosi e discutibili anzichè oggettivi e inattaccabili. Sei o sette persone che nominano 1000 deputati: non sei su "Scherzi a parte", sei in Italia, dunque per cosa diamine sorridi?
Ma votando SI si peggiorano, di fatto, le cose: tanto per dirne una, se vincesse il SI alle prossime elezioni un singolo partito che dovesse ottenere solo un 20% ma comunque più di tutti gli altri si vedrebbe automaticamente assegnato più del 50%: di democratico mi sembra che non ci sia nulla. Val la pena di votare SI per affermare idealmente che la legge attuale non ci piace quando, col SI, si abrogano alcuni articoli e di fatto la si rende peggiore? Secondo noi, non ha senso il solo pensarlo.

Ecco perchè, nonostante l'attuale legge mi faccia schifo, IO SCELGO L'ASTENSIONE. Anche se al terzo questo sarebbe giusto secondo me scrivere SI (ma solo al terzo), mi astengo.

Ricordo che, nel caso del referendum, non votare (o, pur andando a votare per le amministrative, rifiutare espressamente le schede referendarie) è legittimo, è previsto come scelta: si può votare SI, votare NO o non votare (stando a casa o, se si deve votare per le comunali, le provinciali ecc., andando al seggio ma rifiutando chiaramente le schede referendarie). Astenersi alle elezioni è a mio parere una stupidata; farlo al referendum è una delle tre possibili scelte, non facciamo confusione.

Perchè allora, potrebbe chiedermi qualcuno, non vai al seggio per votare NO, invece di astenerti? Perchè, rispondo io, siccome voglio che il referendum non modifichi in peggio la pessima legge elettorale attuale, intendo farlo fallire e andando a votare contribuirei al raggiungimento del quorum (metà più 1 dei votanti) che lo validerebbe.

Astenersi è la scelta più logica per chi ha capito che, votando SI, di fatto si peggiorano le cose (traduz: si passa dalla padella alla brace).

Ancor più logico sarebbe stare a casa e poi, qualora dalla tivù si apprendesse che il quorum è stato superato, in serata andare a votare e votare NO. Ma insomma, non complichiamo le cose: astenersi è, secondo la mia opinione, legittima quanto sindacabile, la scelta migliore per chi ama la democrazia e ha paura delle derive autoritarie.

Ecco in breve cosa propongono i tre quesiti:
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/comunicati/comunicati_2009/0752_2009_06_16_referendum_e_ballottaggi.html


autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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mercoledì 17 giugno 2009

Un saluto da Lecco

17 giugno 2009 - "La Repubblica" mostra oggi un filmato in cui, al termine dell'inno nazionale, il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla, nel corso di una festa dei Carabinieri svoltasi a Lecco, alza il braccio destro in quello che appare come un saluto romano (o fascista) e che così è stato interpretato da molti. Stessa cosa sembra fare il padre della Brambilla, che si trova poco più in là. La posizione del braccio, della mano e del corpo, come risultano dalla foto, e soprattutto l'esecuzione del gesto così come appare nel filmato, sembrano confermare i sospetti.
Interrogata al riguardo, ieri la Brambilla non ha voluto commentare la notizia. I vertici locali dell'Arma dei carabinieri non hanno voluto commentare il gesto. Le associazioni locali dell'Anpi hanno fatto un sit-in di protesta davanti alla fabbrica del ministro.
Oggi il ministro finalmente parla e dice di essere allibita: non era certo un saluto fascista ma un saluto alla folla, figurarsi se in una cerimonia ufficiale io possa aver mai "fatto o pensato di fare un gesto apologetico del regime fascista verso cui non ho mai mostrato indulgenza e men che meno simpatia".
Il gesto del ministro è stato in ogni caso confermato da molti testimoni. Un episodio simile, scrive Repubblica, si è verificato nel corso di un'altra cerimonia a Varenna.

Domenica, come detto, un gruppo di ex partigiani ha manifestato davanti all'azienda della famiglia del ministro esponendo le gigantografie del saluto romano pubblicate per la prima volta dalla Gazzetta di Lecco. "Già durante la campagna elettorale - ha aggiunto Pessina - a Varenna il ministro ebbe un comportamento simile: noi ci aspetteremmo delle scuse o quanto meno una giustificazione credibile. Un ministro dovrebbe rispettare i valori della Costituzione sulla quale ha giurato".
Del gesto di Varenna non c'è prova documentale, solo alcune testimonianze di presenti.
L'associazione degli ex partigiani di Lecco depositerà in procura un esposto contro il neoministro del Turismo. Assistita dalla penalista Maria Grazia Corti, l'Anpi chiederà dunque alla magistratura se il comportamento del ministro costituisca una violazione della legge Scelba e della successiva legge Mancino che sanzionano l'apologia del fascismo.

Da più parti si è levata la richiesta di dimissioni e di immediati e circostanziati chiarimenti su questo grave episodio.

Io ho visto il fermo immagine e il video, la foto lascia parecchi sospetti, quest'ultimo è invece meno equivocabile. Ma chi siamo noi per dire cosa in quel momento passasse per la testa del ministro? Solo lei può saperlo, nel caso, e nessun altro. Noi abbiamo il video e su quello parliamo, cosa possiamo fare di diverso? Guardando il video a noi sembra chiaramente un saluto fascista, punto e a capo. Prendiamo atto del suo stupore e delle sue affermazioni, è ovvio, e siamo lieti che, sia pure in ritardo, le abbia rilasciate. Ma prendiamo atto anche delle immagini, del video, delle parole di chi era presente (e che ci piacerebbe ascoltare), delle proteste suscitate dal gesto, della mancanza di commenti sia del minsitro che dell'Arma il giorno successivo, del presunto analogo episodio avvenuto a Varenna, del fatto che pure il padre faccia un gesto simile.

Le dichiarazioni della Brambilla possono cercare di negare che dietro il gesto vi sia l'intento di compiere apologia del fascismo, e di questo prendiamo atto; ma non possono negare che il saluto, meccanicamente parlando, ci sia stato, direi che il filmato lo prova. Come sappiamo la legge vieta il saluto fascista ma solo se fatto con intento apologetico, quindi la discussione sarà infinita: certo è che l'intento, che è una cosa che non si tocca con la mano, si può sempre negare.

Quel che è certo è che, al di là dell'analisi che la magistratura sarà probabilmente chiamata a fare, molti potrebbero dire che, intento o no, un simile gesto da parte di un ministro che ha giurato sulla Costituzione, è fuori luogo, inaccettabile e grave: difficilmente potremmo dar loro torto.

--Il video: http://tv.repubblica.it/copertina/il-saluto-romano-della-brambilla/33966?video
--Il commento di Lucia Codurelli (articolo21.info): http://www.articolo21.info/8607/notizia/brambilla-e-il-saluto-romano-a-che-serve-giurare.html
--Il commento di Antonello Caporale: http://www.repubblica.it/2009/05/sezioni/politica/brambilla-ministro/saluto-fascista/saluto-fascista.html

Cos'è il saluto romano
Il saluto romano, così detto perché si ritiene fosse stato in auge in epoca romana, è una forma di saluto utilizzata nel periodo fascista, che prevede il braccio destro teso in avanti-alto con la mano tesa aperta leggermente inclinata in alto rispetto all'intero braccio. La cinematografia e la tradizionale iconografia hanno diffuso altri tipi di gesti di saluto: il saluto detto legionario che consiste nel battere virilmente il pugno o la mano destra tesa sul petto (usato in parte ancora oggi in certe forme di "presentat'arm" militare), ed il saluto detto gladiatorio, consistente nell'affiancare l'avambraccio destro di chi saluta a quello di chi si vuol salutare e scambiarsi una reciproca stretta al di sopra del polso. Quest'ultimo è tutt'ora usanza diffusa in molti ambienti di estrema destra.
Il saluto romano è vietato in Italia dalla legge n. 645 del 20 giugno 1952 ("Legge Scelba"), successivamente modificata con la Legge n. 205 del 25 giugno 1993 ("Legge Mancino"), ma solo se compiuto con intento di "rivolgere la sua attività alla esaltazione di esponenti, principi, fatti e metodi propri del predetto partito o a compiere manifestazioni esteriori di carattere fascista" e può essere punito con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da lire 400.000 a lire 1.000.000.
(www.wikipedia.it)

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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martedì 16 giugno 2009

Oh no! ancora Povia...

Ragazzi, mi tocca riparlare di Povia, davvero speravo di non doverlo fare più dopo lo scorso Festival di Sanremo, speravo si dedicasse ad altri temi sui quali effondere la sua genuina ed altissima ispirazione (che so, l'aborto, lo stupro, l'eutanasia, insomma le solite cose che si tirano fuori dal cassetto quando si vuole fare un po' di baccano su giornali e giornaletti, poco prima di lanciare una nuova canzone); in effetti lui ci si è dedicato pure (ha annunciato una canzone sul caso Englaro -giuro, non sto scherzando!- ed è uscito con un video con scene di sesso un po' spinte, quel tanto che scatena la polemica insomma), ma a riportare agli onori della cronaca l'indimenticabile "Luca era gay" ci ha pensato Mogol (eh sì, proprio lui, Giulio Rapetti in arte Mogol che tante volte ci ha fatto sognare coi suoi testi) con la sua decisione di premiare "Luca era gay" di Povia come miglior canzone dell'anno, col premio che porta il suo nome e che sarà assegnato in Val d'Aosta. Canzone dell'anno... uhm... sarà mica l'anno di Mercurio (su Mercurio un anno dura 88 giorni)???... no, anche così non si spiegherebbe il premio! A volte ritornano, si sa: dopo Sanremo e qualche comparsata qua e là, si era un po' affievolita la bagarre intorno a questo pezzo immortale della musica italiana, per fortuna adesso c'è questo premio che lo riporta a galla. All'inizio pensavo fosse l'ultima di Berlusconi (che proprio ieri ha usato espressioni molto rispettose nei confronti degli omosessuali, sappiamo tutti che si tratta di un uomo garbato e squisito -ha affermato: su di me hanno detto di tutto, ci manca che dicano che sono omosessuale-), poi ho capito che il premio glielo danno davvero, a Povia. Ok, niente da dire, siamo in un paese libero (per quanto?), quindi premiatelo pure. Possiamo anche assegnare il premio "Rispetto della Magistratura e delle Istituzioni 2009" al nostro premier, nessun problema è un paese libero. Ma anch'io sono libero di dire la mia, perlomeno fino a quando la maggioranza di centrodestra non riuscirà nell'intento di mettere il bavaglio anche a Internet, dopo averlo messo a giornalisti e magistrati.

Riportiamo alcuni passi dell'intervista del Corriere della sera a Mogol:
"Come mai quella canzone le è piaciuta tanto?
«Perché racconta un fatto di vita, usando la prima persona. È un testo sincero, senza retorica: una poesia che non nasce dall’ispirazione talentuosa ma dall’esposizione di una verità quotidiana. Povia ha intinto la penna in un inchiostro molto simile al sangue».
Gli omosessuali però si sono sentiti offesi...
«Non capisco perché. Non è un testo universale, non enuncia una legge; racconta una storia. La storia di un ragazzo che cercava il padre e non voleva tradire la madre. Povia parla di una vita, al di là di ogni dogma».
La sua vita? E’ un testo autobiografico?
«Non lo so, e non è importante. È scritto come se lo fosse. Se non lo è, il suo merito è ancora più grande. Perché suona come vero, non come artificio. Non conta quel che è stato, ma quel che è scritto».
Però l’omosessualità è presentata come una sorta di disgrazia da cui si può uscire.
«Io la canzone non l’ho letta così. Assolutamente. Si può essere omosessuali per molti motivi: perché lo si è nati, o perché lo si è diventati per influenze esterne; così come ci sono donne che restano frigide tutta la vita per un trauma infantile. Se un eterosessuale diventa gay, non c’è colpa. Perché dovrebbe esserci se un gay diventa eterosessuale? L’autore non giudica. E poi la sua libertà va difesa. Capitò anche a me: ricorda 'Il tempo di morire'?».
Lei di recente ha denunciato la crisi della canzone italiana.
«Rischiamo di perdere la cultura popolare. L’industria discografica boccheggia, priva com’è di mezzi. Si danno dischi d’oro o di platino per 30 o 40 mila copie. E non c’è meritocrazia. Non si selezionano le cose belle.» (...)
(fonte: corriere.it)

Poichè ci si appella alla libertà (di parola, di pensiero, di canzone, anche di dire boiate) anche noi siamo liberi di dire la nostra. E io ribadisco che, a mio parere, se tralasciamo le implicazioni del testo, e ci concentriamo sulla musica, sull'arrangiamento e sull'interpretazione (buffonata dell'ultima serata del Festival a parte) si tratta di una canzone orecchiabile e complessivamente discreta, ma non certo la migliore dell'anno: nemmeno fra le prime cento. Se invece consideriamo le implicazioni del testo (e francamente come si fa a non considerarle nel giudizio complessivo?) allora parlarne cinque minuti equivarrebbe grosso modo a buttare via cinque minuti. Ribadisco intanto che Povia ha usato il tema trattato per ottenere la luce dei riflettori, ma naturalmente si tratta di una mia opinione (guarda caso oggi Povia ha dichiarato: "Voglio andare a Sanremo con un brano su Eluana"): c'è chi punta sul gossip e sullo scandalo per far emergere la qualità delle sue creazioni, chi invece preferisce affidarsi solo ad esse e pazienza se sono apprezzate da pochi, sono scelte e la vita è fatta di scelte, lo sa bene Povia che affermò di essere stato gay, per sette mesi (non è una battuta, anche se lo sembra, lo ha detto davvero). Penso ancora che il testo sia accattivante ma tremendamente superficiale, in malafede (perchè sostiene cose false spacciandole per spaccato di vita) e che veicoli, di fatto, una teoria ignobile oltre che come detto scientificamente fasulla. Una canzone non è mai solo una canzone, come un'opera d'arte, un libro, un quadro: dietro c'è sempre qualcosa, e qui ci sono idee vergognose, del resto affermate direttamente o indirettamente dallo stesso Povia in più occasioni prima e dopo il Festival di Sanremo: basta leggersi le sue dichiarazioni. Io sono contro la censura, in diversi scritti precedenti (vedi i link a fine post) ho tuttavia spiegato su questo blog perchè sia insensato dare un così grande spazio a simili canzoni in una società che è ben lontana dall'essere civile, libera, laica e giusta, in uno Stato che per legge non tratta tutti i suoi cittadini allo stesso modo ma li discrimina in base all'orientamento sessuale.
Concordo con Mogol solo su una cosa: spesso l'educazione ricevuta si somma al tuo carattere e ti plasma in un modo piuttosto che in un altro: io, per esempio, simili deliranti e antiumane idee non le ho mai avute nemmeno nei sogni più brutti, altri le espellono con la naturalezza di un colpetto di tosse.
Dimenticavo: complimenti al vincitore... (nella foto: una coppa, una delle mie preferite)

Ricordiamo infine certe perle del poviapensiero, in fin dei conti Povia si spiega bene da solo...
--"I gay non devono avere figli in affido" [per carità, e nemmeno dovrebbe essere loro permesso di avvicinarsi più di 50 metri ai figli degli altri, non si sa mai]
--"Non sono contrario a una legge che tuteli le coppie gay, ma gli eterosessuali mettono al mondo figli, forza lavoro per lo Stato che deve loro maggiori diritti" [quindi gli sterili, le donne non più in età fertile, coloro che pur essendo eterosessuali decidono di non avere figli, ecc. sono inferiori agli altri -esattamente come gli (brrr..) "omosessuali"- e devono avere meno diritti degli altri... io invece penso che anche chi spara cazzate debba avere gli stessi diritti degli altri, quindi Povia è salvo]
--"I bambini non hanno solo bisogno d'amore. Se un cretino di politico fa una legge per l'adozione ai gay e un altro cretino gliela approva, restano due cretini". [ho fatto la somma tre volte ma non mi torna il conto dei cretini...]
--"Se "Luca" fosse autobiografica lo direi. Ho detto di aver avuto problemi di droga, ma ora sto bene. Ho anche smesso di fumare" [come dire: l'omosessualità è un vizio/problema/difetto/sciagura che non ho; invece mi drogavo e fumavo e l'ho ammesso, visto come sono onesto?]
--"Un bambino dovrebbe avere una madre e un padre, si sa da secoli" [giusto, altrimenti come fanno a venir su certi campioni come lui? Quel "si sa da secoli" secondo me merita un premio, è troppo bello, adesso chiamo Mogol]
--"Gli omosessuali dicono che piuttosto che lasciare degli orfani in una casa-famiglia e' meglio darli a una coppia gay: allora diamoli alle tante coppie eterosessuali che aspettano di adottare. [il senso dell'uguaglianza tra gli esseri umani è ben radicato in Povia]
--"sbaglia chi crede che gay si nasce" [è anche scienziato, oltre che cantante]
--"i miei si separarono quando ero piccolo. Rimasi solo in un ambiente tutto femminile, giocavo con le bambole" [genitori, se vostro figlio prende in mano una Barbie, portatelo subito da un dottore, meglio prenderle in tempo certe infezioni; e soprattutto non separatevi, altrimenti vostro figlio comincerà a far l'occhiolino all'amichetto]
--"T’innamori di un maschio perché è quello che vorresti essere" [Freud non è degno nemmeno di allacciarti le scarpe, caro Povia]
--"Non può esistere stabilità e fedeltà nel mondo gay" [invece nel mondo normale ce n'è tanta... mi piace, Povia, perchè sembra credere davvero in quel che dice; poi scopertane la valenza scandalistica e gossippara, la cavalca con destrezza al fine di far parlare delle sue canzoni, ma sembra comunque crederci e questo sarebbe davvero un caso interessante da studiare]
--Lo stesso Povia ha dichiarato di essere stato gay ["per sette mesi" ha detto, mi piacciono i tipi precisi], ma di aver poi cambiato strada e di aver pure convinto ["convertito", dice] due amici che si credevano gay e che non lo erano, tanto che poi si sono sposati! [come se questo bastasse a definirti non gay, muaahhh!!!]

Io non sono medico, quindi a differenza di Povia avanzo un'ipotesi e non sbandiero una certezza: per me il ragazzo è sessualmente confuso (lo dimostrano le sue parole e pure il fatto che, nato etero, si è fatto gay per poi guarire dopo meno di un anno); ora, debellata l'omosessualità che lo ha colpito da giovane, è perà affetto da un'altra patologia dalla quale tuttavia, se curato, può guarire, esattamente come guarì da quell'altra.

Per ultimo, mi sento di sconfessare con fermezza quabto affermato da quel pervertito di Luxuria che, non pago di aver issato pochi giorni fa sulla torre di Sant'Andrea a Genova la bandiera dell'imminente Gay Pride, oggi avrebbe detto all'agenzia AdnKronos: "Al di là dell'argomento della canzone di Povia, il testo è brutto, banale, con rime scontate. I testi contenuti nei Baci Perugina sono più elevati." Non sono d'accordo: a volte anche nei Baci ho trovato rime da terza media o boiate spaziali, senza contare che all'avvicinarsi dell'estate soffrono un po' il caldo e ti si appiccicano tutti sulle dita.


I miei post sul caso Povia:
http://mauroarcobaleno.blogspot.com/2009/01/luca-era-gay-poi-arrivata-lei.html
http://mauroarcobaleno.blogspot.com/2009/01/dottor-povia-lo-confesso-anchio-sono.html
http://mauroarcobaleno.blogspot.com/2009/02/pagelle-su-luca-era-gay-repubblicait.html
http://mauroarcobaleno.blogspot.com/2009/02/una-normalizzazione-eterosessuale.html

L'intervista del Corriere a Mogol:
http://www.corriere.it/spettacoli/09_giugno_15/mogol_canzone_povia_ipocrisie_cazzullo_af7ae62a-5986-11de-8980-00144f02aabc.shtml

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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domenica 14 giugno 2009

Avanti e indrè

Gianfranco Fini ai giornalisti stranieri: "Mussolini? Ho cambiato idea, non era uno statista"
Gianfranco Fini: "Le leggi non seguano la religione"
Gianfranco Fini sull'omosessualità "L'Italia è in ritardo".

Sì, è proprio quel Fini, un tempo fascista, omofobico e fan del duce, adesso pacato, equilibrato, tollerante, cosmopolita e ragionevole presidente della Camera, garante di tutti e in odor di Quirinale (oppure "perchè in ordor di Quirinale"?). Un giorno mi sono girato e zac!, l'ho visto alla mia sinistra... Non ci volevo credere, era proprio Fini!!!... la sera prima, è vero, mi ero fatto un goccetto davanti alla tivù (sapete com'è, dopo mezz'ora di Vespa o ti appendi al lampadario del salotto e lasci questo mondo crudele o sviti il tappo del Chivas), ma possibile soffrire di allucinazioni anche il giorno dopo? O sono io che improvvisamente son diventato estremista di destra e nostalgico dei tempi in cui i treni arrivavano in orario (anche quelli che hanno portato molti ebrei italiani a morire in un forno)?...Va bene che gli estremi si toccano, ma insomma... qui sembra di stare al circo. In ogni caso molte volte l'ho scoperto alla mia sinistra, quindi non poteva essere colpa del Chivas (che ho messo vicino alla tivù con su scritto "aprire in caso di Porta a Porta": ma dovreste vedere cosa ho scritto sulla boccia di candeggina, vi dico solo che c'entra il TG4). E così mi sto rassegnando... io che credevo di essere progressista, o riformista di sinistra, o estremista moderato, adesso mi trovo a destra di Fini e non ci sto capendo più una mazza. Il fatto è che l'arco costituzionale è così arcuato, a volte, che quel che ieri era di là oggi te lo trovi di qua (non parlo di Capezzone eh) e sembra che sia di qua da sempre, questo è il bello, complice ovviamente la memoria storica degli italiani, che avendo un'autonomia massima di 90 giorni non riuscirà mai a punire nel segreto della cabina elettorale chi ieri diceva bianco maledicendo il nero e oggi dice nero col tono di chi nemmeno sa che esista un bianco.

Ora lasciamo il 2009 e facciamo alcuni passi indietro...

Aprile 1998, Fini: un omosessuale non può fare il maestro
Gianfranco Fini dà scandalo così al "Costanzo show": decretando che un "omossessuale dichiarato" non può fare il maestro alle elementari. A freddo, tutt' altro che tirato per i capelli. Con convinzione. E perfettamente consapevole di ficcarsi in un vespaio: "Vedrete - profetizza a cose fatte - l' intelligentjia mi farà a fettine...". Fini parte duro, dice che è contro l' equiparazione tra coppie omosessuali e "famiglie naturali". Ma Grillini [presid. Arcigay] lo frena: "Lo so - concede - le chiedevo qualcosa di meno impegnativo: voterà contro la discriminazione dei gay?". Fini riparte, sembra concessivo, dice di esser contrario all' esclusione delle diversità, ma poi si ferma e spara: "Se poi lei mi chiede - scandisce - "un maestro elementare dichiaratamente omosessuale può fare il maestro?", la mia risposta è no. Sarebbe diseducativo, e moralmente non opportuno, che chi è omosessuale dichiarato o chi arriva a considerare la pedofilia, tutto sommato, una forma d' amore, possa fare l' insegnante". In platea sale un applauso forte, convinto. (...) in strada il capo di An discute ancora: "Possibile che non capite? C'è un problema di valori da trasmettere ai bambini. Io rimango convinto che devono rispecchiare la norma, e la norma è l' eterosessualità. Se un bambino piccolo chiede al maestro "lei con chi fa l' amore?", quello non può rispondere "con mia moglie". Gli dice "con un altro uomo". Il punto è questo. (da repubblica.it)
[tutto chiaro... precisiamo solo che confondere omosessualità e pedofilia è un errore da ignoranti al quadrato -errore scientifico, storico, umano... sarebbe come dire che tutti gli uomini virili sono stupratori- e, infine, diciamo che sui bimbi ha ragione: io ogni volta che ne incontro uno o lo faccio giocare o gli insegno qualcosa mi sento sempre rivolgere la solita domanda: scusa ma tu con chi fai l'amore? e non so che dire, come glielo spiego il concetto di bambola gonfiabile?? Barbie per grandi??]

Agosto 1989, "Credo ancora nel fascismo, sì, ci credo" [se non è apologia del fascismo poco ci manca]
Gennaio 1990, "Nessuno può chiederci abiure della nostra matrice fascista" [ma figurati un po', nemmeno mi passava per la testa...]
Settembre 1992, "Mussolini è stato il più grande statista nel secolo. E se vivesse oggi, garantirebbe la libertà degli italiani" [viva il duce, viva la libertà]
Maggio 1992, "...chi è vinto dalle armi ma non dalla storia è destinato a gustare il dolce sapore della rivincita... Dopo quasi mezzo secolo, il fascismo è idealmente vivo..." [progetta rivincite...]
Giugno 1994, "Mussolini è stato il più grande statista del secolo... [statista, capite... non stupido e feroce dittatore, fautore delle leggi razziali, responsabile di averci coinvolto in una guerra rovinosa e al fianco di quel macellaio austriaco di nome Adolf...statista, e il più grande del secolo...] Ci sono fasi in cui la libertà non è tra i valori preminenti" [la libertà, capite?... non è tra i valori preminenti, in certe fasi... e che cosa ha preso il suo posto, in quelle fasi? la Playstation? o la libertà di sparare boiate antistoriche?]

A Fini, poi (o meglio: anche a Fini) si devono quel capolavoro della legge Bossi-Fini sugli extracomunitari e l'abolizione della distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti [legge Fini-Giovanardi: se coltivi una pianta di cannabis rischi sino a 6 anni di galera, in pratica conviene di più stuprare una ragazza e poi dire mentendo di averlo fatto sotto l'effetto di droghe e collaborare con gli inquirenti: rischi molto meno!]

Si dichiarò contrario al progetto dei DICO [pensato dal centrosinistra per riconoscere alle coppie di fatto e alle coppie omosessuali gli stessi diritti di cui godono le coppie che i maitre a penser delle fogne amano definire "normali"]

Nel 2008 [eh sì, appena un annetto fa...], pochi giorni dopo la sua elezione, a proposito del pestaggio a opera di alcuni naziskin a Verona che portò alla morte del giovane Nicola Tommasoli e delle bandiere di Israele bruciate da giovani dei centri sociali durante la manifestazione del 1 maggio 2008 a Torino, Fini, pur premettendo che si tratta di “fenomeni non paragonabili”, ha sostenuto che l’episodio di Torino è molto più grave perché non è la prima volta che frange della sinistra radicale danno vita ad azioni contro Israele che cercano di giustificare con una politica antisionista suscitando reazioni polemiche. [se non sono paragonabili stai zitto, no? e invece no...una bandiera bruciata è più grave di un omicidio per odio razziale...il problema di Fini è che ogni tanto la sua prima personalità, messa all'angolo dalla seconda, si ribella e rifà capolino]

Come vedere, basta fare un balzo indietro di una manciata d'anni e cambia il panorama: esaltazione del fascismo e di Mussolini, orgoglio fascista e progetti di rivalsa, omofobia, discriminazione, pregiudizi vergognosi, razzismo, ignoranza (la confusione tra pedofilia e omosessualità, una roba in cui solo i più rozzi cadono), posizioni su temi quali l'immigrazione e la droga che definire chiuse e retrive è poco; tutto questo lascia magicamente il passo a una nuova mentalità, aperta, illuminata, cosmopolita, multietnica, garantista, democratica, libertaria.

Alleluia, Fini è cambiato. Ora riceve in pompa magna le associazioni che si battono per i diritti dei non eterosessuali, ne comprende le ragioni e gli sforzi e dà loro consigli su come portare avanti le loro sacrosante battaglie; ribatte colo su colpo a Berlusconi che svilisce il Parlamento e le sue prerogative, pone paletti ben definiti a difesa della laicità dello Stato, annacqua certi giudizi da fan sfegatato del duce. Si reca in visita in Israele, denuncia gli errori del fascismo e la tragedia dell'Olocausto, definisce le leggi razziali promosse dal fascismo come "male assoluto del XX secolo". Non è suo fratello gemello, non è un sosia, è sempre lui.

D'altra parte quello di smentirsi o di sburgiardarsi da solo nel giro di pochi anni sembra essere un vizio radicato in Fini e non il frutto di qualche incidente di percorso. Come non ricordare quel che accadde tra la fine del 2007 e il marzo del 2008?

"Il nuovo partito fondato da Berlusconi in piazza San Babila? Comportarsi nel modo in cui sta facendo Berlusconi non ha niente a che fare con il teatrino della politica: significa essere alle comiche finali. Da queste mie parole, volutamente molto nette, voglio che sia a tutti chiaro che, almeno per quel che riguarda il presidente di An, non esiste alcuna possibilità che An si sciolga e confluisca nel nuovo partito di Berlusconi... Berlusconi con me ha chiuso, non pensi di recuperarmi, io al contrario di lui non cambio posizione. Se vuole fare il premier, deve fare i conti con me, che ho pure vent'anni di meno. Mica crederà di essere eterno... Lui a Palazzo Chigi non ci tornerà mai. Per farlo ha bisogno del mio voto, ma non lo avrà mai più. Mai. Si faccia appoggiare da Veltroni" (Gianfranco Fini, 18 novembre 2007).

E quando qualcuno, giustamente scettico, gli aveva chiesto “Possibilità che AN rientri all'ovile?”, risposta di Fini: “Noi non dobbiamo tornare all'ovile perché non siamo pecore”. (Gianfranco Fini, 2007).

E ora voltiamo pagina (mani ferme sui braccioli perchè qui il mondo si capovolge):
An e Forza Italia possono guardare «con fiducia alla fusione del Pdl perché i valori sono gli stessi, sono quelli del partito popolare europeo». Lo dice il presidente della Camera Gianfranco Fini nel suo intervento al congresso di An.«Sono i valori che sono capaci di dare risposte alle ansie dell’Europa e dell’occidente». Quindici anni di alleanza tra An e Forza Italia, di rapporto con Silvio Berlusconi, «con un unico filo conduttore: la volontà di costruire un’Italia nuova». (...) Il leader di An rivendica che nei 15 anni di alleanza con Fi, «non è mai accuduta una rottrura insanabile, come invece è capitato ad altri. Ma c’è stato un lungo cammino comune, pur fatto anche di polemiche e incomprensioni». E questo perché l’alleanza «nasce dalla base, dagli elettori». (Gianfranco Fini, 22 marzo 2009, congresso di scioglimento di AN). [com'era la storia delle pecore?]

Congresso fondativo del Popolo della Liberta', An confluisce assieme a Forza Italia nella nuova formazione politica. Berlusconi viene eletto per acclamazione presidente del PDL. (marzo 2009)

D'accordo, conosco l'obiezione...chi non cambia mai idea è uno stupido. Il tempo passa, i pensieri maturano, le convinzioni possono cambiare. Uno può rendersi conto di aver fatto un errore ed essere così serio e maturo da non aver alcun problema ad ametterlo pubblicamente, chi di noi non ha mai cambiato idea magari senza ammetterlo? Ma una volta, due, tre, non diecimila. E poi, delle due l'una: o adesso sta fingendo, e va bene così (visti i precedenti, chi ci assicura che fra dieci anni non ritorni a dire cose diametralmente opposte su certi temi?), d'altra parte lungo la strada per il Quirinale è essenziale liberarsi di certi pesi per poter camminare a passo spedito, oppure è sincero, e allora scusateci tanto ma non possiamo che concluderne che sì, avevamo ragione noi a definirlo fascista, razzista, omofobico quando la pensava in modo radicalmente opposto a quel che dice oggi. E noi non abbiamo cambiato idea, ma non perchè siamo stupidi: semplicemente perchè le nostre idee non erano marce, ma buone, e tali sono rimaste.

Comunque Fini adesso mi piace parecchio, politicamente parlando: se riuscissi a non pensare a quel che pensava e diceva sino a un istante fa, potrei pure votarlo: è più democratico e progressista di me.

autore: mauroarcobaleno (blog.mauroarcobaleno.it)

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